Cosa sappiamo sulla morte di Diego Armando Maradona dopo una settimana
Diego Armando Maradona è morto il 25 novembre scorso a causa di un edema polmonare acuto secondario a insufficienza cardiaca cronica. Il cuore era provato da tempo e funzionava a una capacità ridotta di circa il 30% per una cardiomiopatia dilatativa. Si trovava nella casa di San Andrés (Buenos Aires) scelta come luogo per proseguire la riabilitazione e la terapia dopo l'operazione alla testa subita per un edema alla regione sinistra nella Clinica Olivos di Buenos Aires. La ricostruzione degli ultimi giorni di vita dell'ex Pibe de Oro presenta molto punti oscuri, come emerso dalla testimonianze dirette dei familiari più stretti e dall'inchiesta che è stata aperta dalla Procura di San Isidro. Cosa sappiamo dopo una settimana dalla sua scomparsa? Sono essenzialmente tre gli aspetti più importanti sui quali focalizzare l'attenzione per tracciare i contorni della storia che riassume rivelazioni, questioni legali, sviluppi giudiziari e la narrazione dei retroscena.
L'inchiesta sulla morte
John Broyard è il procuratore capo: segue da vicino il pool di magistrati (Laura Capra, Patricio Ferrari e Cosme Iribarren) incaricati di studiare il dossier prodotto dagli inquirenti e verificare se ci sono gli estremi per seguire tutto l'iter giudiziario e arrivare a processo. Il filo conduttore è: Maradona poteva essere salvato? Perché e chi ha scelto (o eventualmente fatto pressioni, ha avuto un ruolo decisivo) che fosse dimesso dalla clinica per essere trasferito a casa? Secondo la Procura negligenza nell'assistenza, carenza nelle cure mediche erano alla base di una situazione definita ‘totalmente fuori controllo' e inadeguata – compreso l'ambiente in cui stava effettuando la degenza – per un paziente nelle condizioni di salute come l'ex Pibe. Le ipotesi di reato prefigurate sono omicidio colposo e abbandono di persona.
- Le figure chiave al momento. Sono il neurochirurgo, Leopoldo Luque (specialista ed amico del Diez), indagato dopo le dichiarazioni rese dalle figlie di D10s; l'infermiera, Gisela Madrid, che nella stanza dell'ex Pibe non è mai entrata e la cui versione su cosa è accaduto nelle ore è stata ritenuta contrastante (prima ha ammesso di averne sentito la presenza in camera poi ha ritrattato, spiegando che era stata costretta "dai suoi capi" a fornire quella spiegazione); la psichiatra, Agustina Cosachov, che aveva in cura l'ex calciatore ha subito perquisizioni in casa e in ufficio, e lo psicologo, Carlos Diaz.
- I punti oscuri al vaglio della magistratura. Tanti i tasselli che non combaciano e alimentano forti perplessità, ecco tutto ciò che ancora non quadra: 1) La stanza nella quale dormiva e viveva Maradona era piccola e sprovvista di un bagno privato. Per accedere a un gabinetto al piano superiore dell'abitazione, Diego avrebbe dovuto salire una rampa di scale ma non era in grado di farlo. Ecco perché nella sua camera era stato sistemato un wc chimico nei pressi del letto. 2) È vero che pochi giorni prima di morire è caduto e ha battuto la testa? Non si hanno traccia né di trasporto in ospedale per controlli né di un esame diagnostico per valutare quali fossero le sue condizioni soprattutto alla luce dell'operazione subita di recente. 3) Cosa è successo e qual è stata la catena di azioni/eventi avvenuti nel giorno della morte. Davvero era stato lasciato da solo, come denunciato dal legale, Matias Morla? Il dettaglio della drammatica telefonata, della mancanza di un defibrillatore in casa e del ritardo che ha caratterizzato le manovre di pronto soccorso sono alcuni degli elementi da cui è iniziata l'indagine. 4) Qual è l'ora esatta del decesso: intorno alle 12, secondo il patologo che ha eseguito l'autopsia; mentre il medico presente sull'ambulanza che ha provato a rianimarlo lo ha dichiarato ufficialmente morto alle 13.16. 5) La lite con il dottor Luque, il ruolo della psichiatra sulla quale gli inquirenti hanno spostato i riflettori in queste ore. 6) Il risultato dei test tossicologici praticati dopo l'autopsia e il prelievo di sangue e urine dal cadavere. 7) I dubbi sull'assistenza medica sollevati dai familiari (in particolare, dai figli Dalma, Giannina, Jana e Diego jr) e oggetto di discussione in una chat su WhatsApp. 8) Il giallo sulla mancanza di farmaci specifici per pazienti che soffrono di disturbi cardiaci. Perché Diego non ne assumeva nonostante i problemi al cuore? È uno dei lati oscuri indicati dalla ex compagna Veronica Ojeda agli inquirenti e raccontato ai media dal suo avvocato (e compagno), Mario Baudry.
Il patrimonio e l'eredità
Qual è l'asse patrimoniale di Maradona? A quanto ammonta nel complesso l'insieme di beni in denaro, immobili, investimenti, auto e altri effetti personali del Dieci? Anche in questo caso servirà del tempo per fare luce sulla vicenda che si annuncia ingarbugliata sia perché non sono ancora chiare le somme né le proporzioni degli eventuali lasciti. In Argentina sono convinti che sul conto Maradona non avesse più di 100 mila dollari (poco più di 80 mila euro), ma sarebbero una parte della cifra complessiva di 75/100 milioni di dollari che annovera anche altre voci.
- Chi sono gli eredi legittimi che ne potranno beneficiare? Definire la linea dei discendenti sarà il secondo atto che compirà l'ufficiale giudiziario incaricato di stabilire anzitutto quali sono i figli che avranno diritto – per legge – ai due terzi del patrimonio oltre ai nipoti. Maradona aveva lasciato un testamento? Fonti vicine alla famiglia dicono di no. Altro punto oscuro: aveva trasmesso nel corso degli anni parte dei propri beni attraverso donazioni che possono essere impugnate? Ecco perché la nomina di un amministratore e il contenzioso in tribunale si presentano con tempistica ed esiti incerti.
Chi e quanti sono i figli legittimi e riconosciuti
Quelli legittimi e riconosciuti nel corso degli anni sono cinque. Diego Armando Maradona Sinagra, meglio conosciuto come Diego Jr, è il primogenito nato nel 1986 da una relazione extraconiugale con Cristiana Sinagra e riconosciuto solo nel 2016. Dalma Nerea (1987) e Gianina Dinorah (1989) sono nate dal matrimonio con Claudia Villafañe, imprenditrice e produttrice argentina che ha sposato Maradona nel 1989 e dal quale ha ufficialmente divorziato nel 2004. Dal rapporto con Valeria Sabalaín è nata Jana (1996), che l'ex campione riconobbe solo nel 2015. Il quinto figlio è Diego Fernando Maradona Ojeda nato nel 2013, il piccolo ‘Dieguito' è frutto dell'amore con Verónica Ojeda.
- Tutto chiaro? No, perché a complicare il quadro della linea dei discendenti sono le posizioni di altri presunti figli avuti nel corso degli anni, durante una vita sentimentale tormentata e volubile. Santiago Lara (nato nel 2001) è il figlio illegittimo (e finora mai riconosciuto) nato da una relazione con la modella Natalia Garat che nelle ultime ore ha chiesto – attraverso il suo avvocato – la riesumazione della salma e il test del DNA per vedere riconosciuta la paternità.
- A Cuba, dove l'argentino ha trascorso un lungo periodo per la riabilitazione per i problemi con la droga e l'alcol, Diego avrebbe riconosciuto alcuni ragazzi come propri figli. Si tratta delle gemelle Joana e Lu, nate dalla relazione con Adonay Fruto nel periodo compreso tra il 2000 e il 2005. In base a quanto rivelato dall'avvocato Matias Morla sull'isolca caraibica ci sarebbero anche altri due giovani che potrebbero avanzare pretese per accedere all'asse patrimoniale: Javielito e un altro giovane cubano, Harold, la cui identità non è stata mai confermato, né sono chiari quando e da chi sono nati.