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Plusvalenze in Serie A: le ultime news

Cosa rischiano Juventus e Napoli dopo la relazione della Covisoc sulle plusvalenze gonfiate

Nella relazione della Covisoc consegnata alla Figc si focalizza l’attenzione su una serie di affari di mercato sospette considerati i volumi di affari e di prezzi che hanno sancito la conclusione di operazioni sospette. Cosa può accadere a Juventus e Napoli in ambito sportivo e penale? Alcuni precedenti lo spiegano ma la materia resta di difficile interpretazione.
A cura di Maurizio De Santis
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Come si stabilisce se il valore di uno scambio o compravendita di calciatori, e contestualmente della loro quotazione di mercato, è congruo? Esistono parametri fissati dalla legge che regolano il prezzo che un venditore (in questo caso una società di calcio) stabilisce e un acquirente è disposto a sostenere? Cifre al di là delle quali sono prefigurabili ipotesi di reato? È materia spinosa, di difficile interpretazione. Ed è in questa dimensione parallela che è nato e s'è sviluppato il sistema delle plusvalenze, una pratica poco limpida che ha permesso ai club di correggere/aggiustare i conti inserendo subito a bilancio i ricavi delle cessioni mentre le spese di acquisto sono rateizzate e dilazionate sugli esercizi successivi.

Ecco perché, nonostante il grido di allarme della Covisoc (perché al momento non c'è ancora un'inchiesta Figc aperta) sulle operazioni sospette di alcuni club, il rischio è che il dossier sulla bolla speculativa spedito dalla Commissione di Vigilanza alla Procura Federale resti un plico dettagliato che finisce in un cassetto. Cosa può accadere alla Juventus e al Napoli? Che in ambito sportivo, si arrivi a punti di penalizzazione o sanzioni di tipo amministrativo (con multe anche pesanti). Il precedente del Chievo risale al 2018: in A subì un -3 a stagione in corso (di recente, invece, è stato  escluso dalla B per "rilevato inadempimento di debiti fiscali") perché accusato di aver contabilizzato a bilancio plusvalenze fittizie scambiando giocatori delle giovanili per cifre giudicate eccessivamente alte.

A livello penale nel 2008 un'inchiesta simile aveva colpito Milan e Inter (le stesse sotto indagine nel 2018, anche in quel caso il filone si arenò) ma venne archiviata perché, secondo le deduzioni degli inquirenti, il mercato dei calciatori si fonda su elementi non determinabili in anticipo. Nel decreto di archiviazione, infatti, i magistrati motivarono la decisione mettendo in luce come sia difficile quantificare con esattezza "il valore dei diritti di cessione dei calciatori professionisti, in assenza di parametri di riferimento certo o adeguatamente condivisi". 

I casi finiti sotto le lente della Commissione oggi riguardano un periodo compreso tra il 2019 e il 2021. Fanno riferimento alla Juventus su tutti, per il volume di affari realizzati con società italiane (tra cui Pisa, Empoli, Novara) ed estere (Barcellona Arthur/Pjanic, Marsiglia, Manchester City Danilo/Cancelo, Lugano, Amiens) ma ci sono anche il Napoli per la trattativa Osimhen con il Lille (nella quale rientrarono anche 4 calciatori per un valore di 20 milioni, 3 di loro sono tornati in Italia dopo un anno e adesso sono in Serie D e in C), Parma, Pescara, Sampdoria, Genoa. Quanto ai bianconeri, quotati in Borsa, sono anche sotto i riflettori della Consob.

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