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Cosa rischiano Inter e Milan per l’inchiesta sui rapporti con gli ultras: il precedente della Juventus

La Procura federale ha praticamente chiuso le indagini sulle società e sui tesserati coinvolti nel dossier “doppia curva” della Procura di Milano. Cosa può accadere in base ai regolamenti.
A cura di Maurizio De Santis
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La Procura Figc ha esaminato a tempo di record i faldoni dell'inchiesta "doppia curva" condotta dalla Procura di Milano sulla promiscuità dei traffici illeciti degli ultras di Inter e Milan (che riguarda aspetti strettamente penali) e dei loro rapporti con i club (che attengono alla sfera della giustizia sportiva). È quest'ultimo l'aspetto rilevante ai fini dell'eventuale processo per la violazione delle norme federali che potrebbe essere celebrato entro la fine della stagione attuale, determinando sanzioni certe così da non lasciare pendenze in atto anche nella prossima. L'indagine è praticamente chiusa, a marzo potrebbero scattare i deferimenti per tesserati e società.

L'ipotesi patteggiamento per evitare il processo sportivo

Non è detto, però, che la vicenda arrivi in aula: le parti in causa hanno la possibilità di ricorrere al patteggiamento ottenendo una decurtazione della pena ed evitando tutto ciò che entra nel corredo accessorio di situazioni del genere, sia a livello mediatico sia a livello processuale per la piega che potrebbero prendere alla luce del materiale probatorio raccolto dalla Procura federale tra verbali, intercettazioni e audizione dirette con le figure coinvolte.

Quali sono le norme federali violate da Inter e Milan

Gli articoli 25 e 27 del Codice di Giustizia Sportiva tracciano i contorni delle violazioni e delle relative punizioni previste. Il primo cenno è all'articolo 25 (prevenzione dei fatti violenti), in particolare ai commi 1, 2 e 10:

  • 1. "Alla società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati e non organizzati di propri sostenitori, salvo quanto previsto dalla legislazione statale vigente. Per tale violazione si applica la sanzione dell’ammenda nelle seguenti misure: da euro 10.000,00 ad euro 50.000,00 per le società di serie A".
  • 2. "Le società sono tenute all'osservanza delle norme e delle disposizioni emanate dalle pubbliche autorità in materia di distribuzione al pubblico di biglietti di ingresso nonché di ogni altra disposizione in materia di pubblica sicurezza relativa alle gare da esse organizzate". Anche in questo caso la sanzione contemplata è un'ammenda oppure, nei casi più gravi e di recidiva, anche l'obbligo di giocare una o più partite a porte chiuse.
  • 10. "Ai tesserati è fatto divieto di avere rapporti con esponenti di gruppi o gruppi di sostenitori che non facciano parte di associazioni convenzionate con le società". Squalifica, inibizione (oltre a una multa) sono le sanzioni previste per le figure coinvolte.

Il secondo ragguaglio è all'articolo 27 (codice di regolamentazione della cessione dei titoli di accesso alle manifestazioni calcistiche) che prende in considerazione la questione dei biglietti: In caso di "mancata adozione del codice o applicazione dell'istituto del gradimento previsto dallo stesso codice di regolamentazione della cessione dei titoli di accesso alle manifestazioni calcistiche" per i club è prevista una semplice multa.

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Cosa rischiano Inter e Milan: il precedente della Juve

In base alle norme sopra citate nulla di rilevante a livello sportivo, considerato che non esistono precedenti di una richiesta di penalità che pure figura nel quadro normativo per i casi più gravi. Nel 2017, rispetto alle contestazioni mosse in seguito al dossier Alto Piemonte, la Juventus (pur riconosciuta vittima di un ricatto estorsivo) se la cavò con pene pecuniarie, la squalifica dell'allora presidente, Andrea Agnelli, e di altri dirigenti (provvedimenti che furono successivamente defalcati in appello). Cosa era successo? La ‘ndrangheta si era infiltrata tra i gruppi ultras dello Juventus Stadium fino a diventare dominante nel controllo della Curva: una posizione di preminenza raggiunta per mettere le mani sul bagarinaggio fonte di guadagno, da alimentare anche facendo pressioni sulla società per avere più biglietti a disposizione.

Ecco perché Inter e Milan sono destinate a evitare una sottrazione di punti devastante per la classifica e per il futuro prossimo: dovrebbero cavarsela – in base ai regolamenti e agli articoli in questione – solo con ammende, anche molto salate, ma che rappresenterebbero il male di gran lunga minore rispetto a penalizzazioni in graduatoria, considerate le ricadute in termini di piazzamento e di partecipazione eventuale alle coppe.

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E, allo stato dei fatti, rispetto anche alle disposizioni sulle circostanze aggravanti contenute nell'articolo 14 CGS che annovera al punto o del comma 1 "aver commesso fatto illecito in associazione con tre o più persone finalizzata a tale commissione o comunque alla commissione di illeciti disciplinari, ovvero in concorso con soggetti facenti parte di associazione di tipo mafioso ai sensi dell'art. 416 bis del Codice penale".

L'ombra dell'articolo 4 che stangò la Juve per le plusvalenze

Poi c'è sempre il rimando abbastanza generico all'articolo 4 CGS che impone a società, dirigenti, atleti e tecnici il rispetto dei "principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva". È molto difficile si applichi ai casi in questione ma non è escluso che la Procura federale – ammesso lo ritenga opinabile in punta di diritto – vi possa fare riferimento. L'esempio più tangibile è quello della Juventus che fu penalizzata per il caso delle plusvalenze proprio a causa dell'articolo 4 – nel ventaglio di pene si va dall'ammenda fino alla sottrazione di uno o più punti – e non per l'articolo 31 (violazioni in materia gestionale ed economica).

La posizione delicata dei tesserati: vanno incontro alla squalifica

Diversa è la posizione di alcuni tesserati (tra cui spiccano i nomi del presidente nerazzurro, Marotta, del tecnico, Simone Inzaghi, e dei calciatori, Calhanoglu dell'Inter e Calabria ex Milan ora al Bologna): al netto dei distinguo, delle smentite finora sottolineate e delle difese che saranno perorate qualora i deferimenti le rendessero necessarie, sulla testa di tutti incombe la mannaia dell'inibizione o della squalifica per una o più giornate per avere incontrato e intrattenuto rapporti con i capi della tifoseria.

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