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L’avvocato Grassani sul caso Acerbi-Juan Jesus: “La procedura della FIGC è corretta”

I due giocatori sono stati già allertati per le audizioni nel corso delle quali verranno chiesti loro tutti i dettagli del confronto dialettico che li ha visti protagonisti.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Giudice Sportivo non ha emesso alcuna sanzione sul caso AcerbiJuan Jesus e rimesso gli atti alla Procura della Federcalcio affinché, previo supplemento di indagini e riscontri documentali (audio e/o video) ricostruisca cosa è effettivamente successo tra i due calciatori durante Inter-Napoli.

Un passaggio fondamentale a causa sia della ritrattazione del calciatore interista (dopo essersi scusato, ha cambiato del tutto la versione dei fatti negando di aver mai offeso l'avversario e accusandolo di "aver capito male", di "aver frainteso" le sue parole) sia della posizione molto netta del brasiliano (in un messaggio sui social ha ribadito la gravità dell'episodio subito e sbugiardato Acerbi). In buona sostanza, allo stato dei fatti, è la parola dell'uno contro quella dell'altro.

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Quali sono i rischi che corre il difensore nerazzurro è indicato dall'articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva che fa riferimento alle ipotesi di "comportamenti discriminatori": una maxi squalifica fino a 10 giornate oppure a tempo determinato, con l'aggravante di un'ammenda che va dai 10 mila ai 20 mila euro.

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Di questa vicenda ha parlato, in un'intervista a Radio Kiss Kiss, anche il legale del club partenopeo, l'avvocato Grassani: "La procedura adottata dalla Figc sulla vicenda Acerbi-Juan Jesus è corretta. La mancata convocazione del giocatore in Nazionale risponde a ciò che sta promuovendo la stessa Federazione e ha perfettamente recepito la lotta a chi discrimina un altro individuo per ragioni razziali".

La procura proverà a fare luce sulla situazione nel più breve tempo possibile. I due giocatori sono stati già reclutati per le audizioni nel corso delle quali verranno chiesti loro tutti i dettagli del confronto dialettico che li ha visti protagonisti.

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"Per ora siamo ancora nel campo delle ipotesi – ha aggiunto Grassani -. C’è un giocatore che riferisce a un arbitro di essere stato vittima di discriminazione. La terna arbitrale non ha visto o sentito direttamente le frasi incriminate, altrimenti ci sarebbe stato un intervento diretto in campo da parte del direttore di gara. Poi c'è da considerare che la Figc ha posto su indicazione del Coni la lotta a qualsiasi discriminazione come diktat assoluto".

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