Cosa rischia la Juventus per la Superlega dopo l’ultimo ricorso vinto dalla Uefa
Il secondo set va alla Uefa. In attesa della partita più importante, quella da disputarsi alla Corte di giustizia dell'Unione Europea, il Juzgado Mercantil di Madrid accoglie il ricorso contro le misure cautelari adottate nel caso Superlega. Circa un anno fa, la corte madrilena aveva intimato la Uefa di non avviare alcuna procedura disciplinare nei confronti di Barcellona, Juventus e Real Madrid, ovvero i tre club che non avevano raggiunto accordi per rientrare nei ranghi. A seguito di ciò, il procedimento precedentemente avviato è stato dichiarato nullo, "come se non fosse mai stato aperto", lo scorso 27 settembre.
Adesso, di fatto, la Uefa vede riconosciute le proprie ragioni e può valutare se riaprire o meno il fascicolo sulle tre dissidenti, le quali a loro volta possono fare ricorso alla Audiencia Provincial de Madrid. Ma è chiaro che nelle aule della giustizia spagnola si stia solo giocando una partita parallela a quella più rilevante, che andrà in scena in ambito comunitario.
La minaccia di sanzioni della Uefa non mette a rischio la Superlega
La delibera della giudice Sofia Gil afferma che "non vi sono prove che la minaccia e l'irrogazione di sanzioni ai tre club rimasti comporti la necessaria impossibilità di portare a termine il progetto, il cui finanziamento è autonomo", in quanto "i soci e le società ricorrenti sono entità giuridiche indipendenti e comunque, al momento dello sviluppo del progetto, gli intervenienti – inclusi gli enti finanziari – erano perfettamente consapevoli delle possibili conseguenze, che non hanno impedito l'adozione di impegni di finanziamento".
La Superlega, in termini strettamente finanziari, può dunque esistere a prescindere da quelle che possono essere le sanzioni adottate dalla Uefa. La quale, va ricordato, il 25 maggio scorso ha avviato un procedimento contro Barcellona, Juventus e Real Madrid a seguito di un'indagine condotta dagli ispettori del comitato etico e disciplinare. Il procedimento è stato successivamente sospeso e, dopo il verdetto del Juzgado Mercantil di Madrid, dichiarato nullo.
Adesso, invece, la giudice (che ha preso il posto del magistrato Manuel Ruiz de Lara) ritiene "ragionevole e giustificato" l'intervento della Uefa e della Fifa, in quanto "devono essere garantiti meriti sportivi e pari opportunità, che potrebbero essere snaturati dalle evidenti disuguaglianze economiche tra i partecipanti. Gli enormi interessi economici – prosegue – che le partite di calcio procurano a società, giocatori e dirigenti rappresentano un evidente rischio contro il mantenimento e la difesa dei principi base di tutti gli sport; è necessario preservarli per evitare che su tutti loro prevalga il citato interesse economico".
Cosa può fare la Uefa dopo la sentenza di Madrid
Allo stato attuale, dunque, la Uefa è nuovamente libera di avviare un procedimento disciplinare contro i tre club che non hanno abbandonato il progetto della Superlega. Barcellona, Juventus e Real Madrid, ovvero le tre società che stanno continuando a portare avanti la battaglia per la creazione di una lega parallela, erano state le uniche a non aver raggiunto un'intesa con la Uefa per essere reintegrate senza subire sanzioni. I primi verdetti del tribunale madrileno, però, avevano bloccato ogni tipo di azione da attuare nei loro confronti, tant'è che hanno continuato a prendere parte alle competizioni europee senza che venisse inflitta alcuna sanzione. Una riapertura delle pratiche, però, non è automatica. Il procedimento del 2021, infatti, non è stato semplicemente sospeso, ma annullato del tutto. "Come se non fosse mai stato aperto", appunto. E questo è la stessa Uefa a dirlo.
Inoltre, a seguito di tale decisione, la Uefa aveva informato gli altri nove club (tra cui Inter e Milan) di una sospensione degli accordi raggiunti tramite la sottoscrizione di una Club Commitment Declaration. Tale intesa prevedeva il versamento di 15 milioni di euro in un fondo destinato al calcio giovanile e di base e la riduzione dei premi di partecipazione alle competizioni Uefa del 5%, somma da distribuire tra gli altri club. "In vista dei procedimenti giudiziari in corso a Madrid – si leggeva in una nota dello scorso 27 settembre – e per evitare complicazioni non necessarie, non saranno richiesti i pagamenti delle somme offerte nelle dichiarazioni dei club, fin quando saranno in corso i procedimenti a Madrid riguardanti, tra le altre, la Uefa". L'ultima ordinanza della giustizia spagnola, dunque, può colpire anche i nove "pentiti" della Superlega.
Superlega contro Uefa, atto finale alla Corte di Giustizia UE
In tutto ciò, resta sempre in ballo un ultimo giudizio. Quello della Corte di Giustizia dell'Unione Europea, chiamata a dare un verdetto sulla presunta «posizione monopolistica» della Uefa. Un concetto ribadito di recente anche da Andrea Agnelli, presidente della Juventus nonché uno dei padri fondatori della Superlega. Nel corso del Business Of Football Summit organizzato lo scorso 4 marzo dal Financial Times, Agnelli ha rimandato ogni questione al procedimento che si terrà in Lussemburgo: "C'è un procedimento pendente che definirà se l’industria in cui viviamo è aperta e trasparente, oppure se il regolatore attuale, che al 100% è un operatore monopolistico nonché l'unico gatekeeper che può autorizzare ogni competizione in Europa, è la forma corretta di industria che vogliamo". Il vero cavallo di battaglia di Barcellona, Juventus e Real Madrid resta questo. Intanto, la Uefa, porta a casa un set in questa lunga partita legale.