Cosa rischia il Manchester City per le violazioni del fair play finanziario in Premier League
Sul campo, una finale di Champions League. Fuori, l’attesa per ciò che verrà giudicato dalla Premier League. Il Manchester City che cerca a Istanbul il suo primo titolo di Campione d’Europa nella finale con l’Inter è da tempo nel mirino della giustizia sportiva inglese per una serie di presunte violazioni delle norme sul fair play finanziario.
Quello locale, però, non quello della UEFA: lì c’è già stato un procedimento e si è chiuso con l’ultima parola del TAS di Losanna, che nel 2020 ha annullato l’iniziale squalifica di due anni dalle competizioni continentali, comminando una multa da 10 milioni di euro e riammettendo gli uomini di Pep Guardiola in Champions League. Ma se dall’inchiesta della Premier League dovesse emergere altro, potrebbero esserci ripercussioni in ambito europeo?
Le accuse di cui deve rispondere il Manchester City
Non si conosce il numero esatto delle violazioni riscontrate dagli inquirenti (i media inglesi indicano oltre 100 presunti illeciti), ma quel che è certo è che la Premier League intende far luce sui conti del Manchester City dalla stagione 2009/10 alla stagione 2017/18, chiedendo inoltre al club di collaborare "con la più assoluta buona fede", fornendo i documenti relativi alle successive cinque stagioni sportive, inclusa quella attualmente in corso.
Si tratta, in sostanza, dello stesso lasso di tempo già analizzato in sede continentale, quando la UEFA – partendo dai leaks di Football Leaks – avviò un’indagine sul fair value delle sponsorizzazioni con Etihad ed Etisalat. Per la Camera Giudicante del Club Financial Control Body della UEFA, gli accordi non rispettavano le norme sul fair play finanziario. Per il Manchester City, che contesta la regolarità con cui sono stati ottenuti i documenti per l’accusa, non c’è alcuna violazione. Il TAS di Losanna ha dato ragione al club inglese, revocando la squalifica dalle competizioni continentali (pur riconoscendo la mancata collaborazione con gli inquirenti).
Due anni e mezzo dopo, la Premier League ha riaperto il caso, stavolta internamente. Per tutte le stagioni che vanno dalla 2009/10 alla 2017/18, la prima accusa è di aver violato le norme della lega che prevedono di fornire «informazioni finanziarie accurate che forniscano una visione veritiera e corretta della posizione finanziaria del club, in particolare per quanto riguarda le sue entrate (comprese le entrate di sponsorizzazione), le sue parti correlate e i suoi costi operativi».
Nel secondo punto, l’accusa riguarda i «dettagli completi sulla remunerazione del manager nei relativi contratti» dalla stagione 2009/10 alla stagione 2012/13 (periodo in cui il manager del City è stato l’attuale ct dell’Italia, Roberto Mancini) e per i giocatori, dal 2010/11 al 2015/16. Il terzo punto del deferimento si basa sull’accusa di aver violato «le regole della Premier League che impongono a un club affiliato di conformarsi ai regolamenti UEFA, inclusi i Regolamenti UEFA per le Licenze per Club e il Fair Play Finanziario», dalla stagione 2013/14 alla stagione 2017/18. Dal 2015/16 al 2017/18, invece, l’inchiesta è anche sul mancato rispetto delle regole della Premier League sulla redditività e sulla sostenibilità.
Cosa rischia il Manchester City in Premier League
Il Manchester City verrà giudicato da una commissione indipendente, i cui membri vengono nominati dal presidente indipendente del Premier League Judicial Panel. Il regolamento della Premier League, inoltre, prevede che ogni questione affrontata nell’ambito della giustizia sportiva nazionale debba concludersi internamente: qualunque sia il giudizio finale, dunque, non è possibile un appello al TAS di Losanna, a differenza di quanto accaduto in campo UEFA. I poteri della commissione, previsti sempre dal regolamento della Premier League, possono portare alle seguenti sanzioni: ammonizione, sanzione monetaria, riduzione dei punti assegnati o da assegnare o espulsione.
Le tempistiche non si preannunciavano brevi a febbraio e non sembrano esserle nemmeno ora, dato che l’inchiesta copre un arco temporale piuttosto ampio. Ogni eventuale sanzione, inoltre, verrebbe scontata nella stagione in cui viene comminata. Ciò significa che, salvo improvvise accelerate, il titolo conquistato dai citizens nella stagione 2022/23 non dovrebbe essere a repentaglio.
Cosa può fare la UEFA con questo procedimento sul Manchester City
Ad oggi, la questione riguarda solo il Manchester City e la Premier League. La UEFA, che ha chiuso un procedimento analogo nel 2020, per ora rimane in attesa di sviluppi. Già tre anni fa, d’altronde, buona parte delle accuse era caduta in prescrizione, come ha sentenziato il TAS di Losanna. Tanto più ora, visto che il limite temporale previsto dalle norme è di cinque anni: se l’ultima stagione su cui si basa l’inchiesta della Premier League è la 2017/18, in ambito continentale il club inglese non sarebbe più perseguibile.
Anche l’emergere di eventuali fatti nuovi cambierebbe poco al riguardo. L’unico caso in cui la vicenda potrebbe nuovamente interessare la UEFA, è qualora la commissione indipendente riscontrasse violazioni recenti, ovvero nelle cinque stagioni per le quali è stata chiesta cooperazione al club nel fornire i documenti richiesti. Ma per quanto riguarda il periodo che va dal 2009 al 2018, il fascicolo in campo continentale ormai è chiuso.