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Cosa farà la nuova Commissione sui bilanci che fa tremare il calcio: “In Serie A costi insostenibili”

L’authority istituita per decreto sottrae alle federazioni di calcio e basket il controllo sui bilanci dei club. Autonomia dello sport violata e cortocircuito istituzionale con regolamenti Uefa e Fifa sono alcune delle obiezione mosse. A Fanpage.it l’avvocato Biagio Giusta, esperto di diritto, spiega gli aspetti della riforma.
Intervista a Avv. Biagio Giusta
Ufficio per il processo presso Corte di Cassazione (3° Civile) - Già Avvocato del Foro di Roma (Esperto in diritto delle esecuzioni forzate, diritto sportivo, responsabilità civile generale, civile in ambito sportivo, responsabilità sanitaria e professionale)
A cura di Maurizio De Santis
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I casi di Inter e Roma che tra le big registrano 'rossi' a bilancio preoccupanti.
I casi di Inter e Roma che tra le big registrano ‘rossi' a bilancio preoccupanti.

Il decreto sport passato in Consiglio dei Ministri sottrae alle federazioni di calcio e basket il controllo sui bilanci dei club con la costituzione di un'authority terza, la nuova commissione che ha sollevato grandi obiezioni: una su tutte, così si viola l'autonomia dello sport e c'è il rischio di andare incontro a un conflitto istituzionale per i regolamenti Fifa e Uefa. L'agenzia sarà un organo "indipendente per la verifica e l’equilibrio economico finanziario delle squadre professionistiche", sono state le parole del ministro dello Sport, Andrea Abodi, che ha successivamente chiarito come lo scopo di questo ente sarà verificare "correttezza e congruità dei bilanci", ma dovrà anche indicare "le misure correttive e riparatrici" da adottare ma anche le ulteriori azioni da compiere per "neutralizzare gli eventuali effetti economici, finanziari e patrimoniali di specifiche operazioni di natura ordinaria o straordinaria".

In attesa che il testo subisca modifiche prima di essere inviato al Presidente della Repubblica, c'è ancora un aspetto che ha alimentato perplessità e polemiche aspre, al punto da portare perfino alle dimissioni degli attuali vertici della Covisoc: la commissione potrà anche effettuare anche "verifiche e ispezioni presso le sedi delle società, chiedere chiarimenti, informazioni e documentazione, anche quanto ai soggetti, sia persone fisiche che giuridiche, che controllano direttamente o indirettamente le società".

Nell'intervista a Fanpage.it, l'avvocato Biagio Giusta (esperto in diritto delle esecuzioni forzate, diritto sportivo, famiglia, lavoro, diritto penale c/o giurisdizioni minori) prova a fare chiarezza su questo nuovo soggetto col quale le società italiane (di calcio in particolare) dovranno relazionarsi e a cui rendicontare l'operato.

Come sarà strutturata la nuova commissione?
"In base a quanto si apprende dallo scherma del Decreto Legge la nuova commissione assume parzialmente le vesti di un’autorità pubblica, indipendente, con competenze prettamente tecniche, un po' sul modello delle authority nate in Italia tra fine Anni '90 e inizio 2000. Tuttavia, quanto ai compiti, pare vadano a ricalcare parzialmente quelli delle pensionande Covisoc nel calcio e Comtec nel basket".

Quale sarà la rappresentanza delle federazioni sportive nel nuovo organismo?
"Nello schema del Decreto Legge è prevista ai vertici una componente governativa obbligatoria, di diritto, costituita dal Presidente dell’Inps e dal Presidente dell’Agenzia delle Entrate. Poi vi saranno un Presidente e altri quattro componenti, due dei quali individuati nell’ambito di una rosa di cinque nominativi proposti dalle Federazioni sportive nazionali interessate, d’intesa con le Leghe professionistiche di riferimento. La nomina del presidente e dei componenti della Commissione è previamente sottoposta al parere delle competenti Commissioni parlamentari che lo esprime a maggioranza dei due terzi. Insomma, una forte incidenza politica ma soprattutto, da questo primo disegno, emerge un’eccessiva burocratizzazione prevista per la nomina dei vertici".

Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, fautore della riforma con la nuova agenzia che vigila sui conti dei club.
Il ministro dello Sport, Andrea Abodi, fautore della riforma con la nuova agenzia che vigila sui conti dei club.

Come funzionerà e quali poteri avrà la commissione governativa?
"Avrà compiti di controllo e vigilanza sulla legittimità e regolarità della gestione economica e finanziaria delle società sportive professionistiche. L'obiettivo sarà verificare il rispetto dei principi di corretta gestione, il mantenimento dell’equilibrio economico e finanziario e il funzionamento dei controlli interni. Tra i poteri della Commissione ci sarà quello di indicare le misure correttive e riparatrici".

Quando sarà effettivamente operativo questo nuovo soggetto?
"Siamo di fronte a uno schema di decreto legge, una fase davvero embrionale delle nuove normative. Bisognerà attendere l’approvazione del decreto legge e la sua pubblicazione per avere una prima contezza formale ma non definitiva del dato normativo. Lo stesso decreto legge dovrà essere poi convertito in legge ad opera del Parlamento. Insomma passeranno alcuni mesi durante i quali temo ci aspettano nuove battaglie e contrapposizioni tra i vari attori del mondo dello sport".

Chi pagherà i costi di questa authority?
"È previsto che la Commissione sarà dotata di autonomia regolamentare, organizzativa, amministrativa, patrimoniale, contabile e finanziaria ma nulla si dice sulla fonte economica di questa autonomia. Ciò che si può immaginare però è che, mentre la Covisoc nasceva in capo alla FIGC e dunque i costi erano strettamente a carico della stessa organizzazione, questa Commissione, nata per impulso istituzionale, tra l’altro inserendosi in un campo che dovrebbe essere riservato all’autonomia dell’ordinamento sportivo, difficilmente potrà, quanto meno direttamente, imporne i costi a carico solo delle società controllate. Alla fine i costi, presumibilmente saranno in parte anche a carico dello Stato essendo un ente pubblico (da quel che si è appreso, il primo anno saranno a carico del ministero poi ripartiti tra federazioni e società, ndr)".

Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina.
Il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina.

Che differenza c’è tra la nuova commissione e la Covisoc (e che fine farà quest’ultima)?
"C'è una sostanziale sovrapposizione dei compiti, anche perché altrimenti non avrebbe destato tante polemiche e contrapposizioni di vedute. Quanto al futuro della Covisoc, seppur evidente la sovrapposizione, quanto meno parziale di compiti, non è escluso che le Federazioni possano conservare o costituire simili strutture interne alla loro organizzazione, certo in tal caso sarebbe auspicabile con compiti parzialmente diversi".

Perché creare una nuova commissione e non dare maggiori poteri alla Covisoc stessa?
C'è un cambio totale di paradigma, dagli ambienti sportivi percepito come un’entrata a piedi uniti. La Covisoc ha dimostrato di avere avuto poteri incisivi se consideriamo che ha sanzionato circa 200 società sportive con l’esclusione dai campionati, e di questi casi solo due volte Tar e Consiglio di Stato ne hanno mutato la decisione.

Questi poteri erano già sufficienti?
"Non è facile dirsi. Forse bisognerebbe porsi un’altra domanda, era proprio necessario un intervento governativo all’interno di una materia rimessa all’autonomia sportiva? E, più tecnicamente, esiste quella ‘rilevanza per l'ordinamento giuridico della Repubblica di situazioni giuridiche soggettive connesse con l'ordinamento sportivo', prevista nel Decreto Legge 19 agosto 2003, n. 220 che disciplina l’autonomia dell’ordinamento sportivo e la giustizia sportiva e ne limita le intrusioni dell’ordinamento giuridico ordinario?".

La Covisoc è già attiva per le iscrizioni al prossimo campionato e alcune scadenze sono già passate, altre invece sono molto ravvicinate. Non si rischia il caos?
"No, anche perché per adesso – nonostante le dimissioni dei vertici e dei membri – resterà comunque in carica fino al 30 giugno ed espleterà tutte le funzioni che ancora le competono come, per esempio, il sì oppure il no all'iscrizione ai campionati di un club. Il caos più che altro si rischia per la situazione che s'è venuta a creare con l'avvicinarsi delle scadenze delle iscrizioni ai campionati stessi. Con l’esigenza di celerità di procedure che investe questo mondo, speriamo non si rischino ritardi sugli inizi dei campionati. Quanto all’intreccio di competenza con la Commissione non ci sarà un problema fino a quando non sarà ufficiale l’avvio di questa nuova ‘authority' e soprattutto speriamo sia anticipato da una soluzione sulla permanenza in vita della stessa Covisoc".

Una delle obiezioni mosse verso la nuova authority fa riferimento al possibile conflitto coi regolamenti Uefa e Fifa.
Una delle obiezioni mosse verso la nuova authority fa riferimento al possibile conflitto coi regolamenti Uefa e Fifa.

È davvero in pericolo l’autonomia dello sport rispetto al governo?
"È un po' il tema che avevo richiamato nell’altra domanda, bisognerà capire meglio i contorni della nascente Commissione per poter ragionare su una eventuale invasione di campo da parte del Governo".

Una delle obiezioni mosse è: un conto è fissare i criteri per stabilire l’equilibrio economico finanziario della società, altro è il potere di esprimere pareri vincolanti per le iscrizioni ai campionati. Qual è l’effettiva sfera di azione della commissione?
"È un ragionamento che ci può stare ma se si prendessero le mosse dall’operato della Covisoc i pareri vincolanti sarebbero basati su criteri certi. Faccio un esempio per farmi capire: se sei una società di serie B e per iscriverti devi portarmi una fideiussione di tot. euro entro una data scadenza, se non lo fai rimani fuori ed è un dato oggettivo ad escluderti".

Una riforma del genere rischia di collidere coi regolamenti Uefa e Fifa e per questo portare anche a sanzioni per l’Italia. È vero?
"Quando il Governo interviene su questioni anche solo parzialmente riservate all’autonomia dell’ordinamento sportivo il rischio c’è ed è serio. Basta ricordarci delle lettere del CIO all’Italia di qualche anno fa quando la politica fu accusata dal Comitato internazionale di esautorare il CONI delle proprie prerogative e dei propri compiti, oltre ad averlo anche privato di risorse. Ma dall’altro lato bisogna ricordare che inizia a farsi largo una visione diversa sul tema, nata con la famosa questione della Superlega di calcio e che ha visto una prima piccola apertura oltre che dalla giustizia spagnola anche da parte della Corte di Giustizia Europea, uno scenario ampio e tutto ancora in fieri".

Facciamo un esempio di cortocircuito istituzionale: cosa succede se l’agenzia ritiene che un club non possa iscriversi a un campionato mentre Uefa e Fifa lo ammettono sia alle coppe sia al mondiale per club?
"Si tratta di competenze diverse, l’ambito nazionale e l’ambito extra statuale ma certamente non sarebbe una bella immagine per il mondo dello sporto, è uno scenario da brividi; infatti, come dicevo prima mi auspico che da una parte e/o dall’altra si facciano delle modifiche e si trovino dei momenti di chiarimenti e sintesi tra gli addetti ai lavori".

Cosa cambia adesso per lo sport italiano e in particolare per il calcio?
"Bisognerà fare i conti necessariamente con questa nuova figura, ma ripeto è ancora presto per scendere nel dettaglio senza una più compiuta disciplina organizzativa della struttura, dei compiti e dei poteri, espressi per ora solo in stringati principi".

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Un'analisi dei bilanci delle squadre di Serie A mostra un dato allarmante: 9 su 20 registrano un rosso preoccupante (tra queste Inter, Roma e Juve tra le big) poche invece le società virtuose (su tutte la Fiorentina, seguite da Atalanta, Milan e Napoli tra i club di prima fascia). In questo scenario come si muoverà la nuova Commissione?
"È difficile immaginare nei dettagli come agirà questo nuovo ente, anche perché abbiamo visto come si sono sviluppate negli ultimi anni le vicende relative alla riforma dello sport, quanti e quali cambiamenti, revisioni e rinvii si sono avuti. Certamente una buona metà dei club presenta dei costi di gestione troppo alti rispetto alle entrate, soprattutto in termini di costi del personale, e questo è uno degli aspetti critici che anche il mondo dello sport ha fatto presente alla politica chiedendo di trovare una soluzione, come era stato ad esempio il decreto crescita che aveva permesso grandi risparmi e investimenti ai club".

Ad oggi cosa accadrebbe se la Commissione fosse già in carica?
"Molto dipende dai parametri e dai criteri di valutazione che saranno adottati e potrebbero essere controbilanciati da voci come patrimonio netto, costi di gestione, solidità patrimoniale. Possibile che la Commissione operi in senso più stringente, ma questo al momento non è dato saperlo. Così come resta da capire cosa vuol dire equilibrio dei conti. Per esempio: come e quando raggiungerlo? saranno ammesse spalmature dei debiti? Ma questa è una cosa che sarà più chiara quando l'agenzia entrerà effettivamente in carica.

Quale società rischia di più oggi?
"Difficile dire chi rischia di più, certo è che le società estere hanno portato negli ultimi anni non solo capitali freschi ma anche una rinnovata capacità manageriale e di gestione dei club, che ha saputo unire ai risultati sportivi una certa sostenibilità degli aspetti economico-finanziari. È necessario inoltre unire alla gestione corrente oculata una buona solidità patrimoniale e investimenti stabili per il futuro".

Milan e Inter sono in mano ai Fondi, i nerazzurri addirittura sono stati escussi per insolvenza della vecchia dirigenza da Oaktree. Come si porrà la Commissione nei confronti di questi nuovi soggetti d'investimento?
"Anche questo è un aspetto che si potrà vedere solo in seguito. Una cosa è certa, si tratta di soggetti che all'estero operano da tempo e rappresentano una novità in Italia. Cosa si può fare? Chiedere garanzie sui tempi e sui termini degli investimenti, sull'orizzonte gestionale è sicuramente un'ipotesi. Anche regolamentare certi processi può esserlo. Bisogna però ricordare che un conto era la vecchia idea di società di una volta, altro è quella odierna dove i club sono aziende che non possono più prescindere da una visione manageriale e di sostenibilità".

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