Cosa farà Gigi Buffon dopo il ritiro dal calcio giocato: per lui è già pronto un nuovo incarico
È questione di dettagli formali, passaggi burocratici che si devono compiere perché anche la grandezza ha bisogno della sua pista di carta. Gigi Buffon ha un contratto che lo lega al Parma fino al giugno 2024 ma non chiuderà la stagione con la maglia dei ducali. C'è un tempo per ogni cosa, il suo è scaduto. Lo sente dentro di sé da tempo. Ci rimugina e scuote la testa ma adesso non basta più per andare avanti e proseguire lungo i binari di una carriera che lo ha portato sul tetto del mondo.
Quel fuoco sacro, prima o poi, è destinato a spegnersi. Fa parte del gioco, è il ciclo naturale della vita (anche) di uno sportivo. Ecco perché, dopo settimane di riflessione, il lungo addio dell'ex portiere della Juve e della Nazionale ha preso forma fino a divenire realtà. Nemmeno le ricche offerte dal Mondo Arabo (ingaggio da 30 milioni), che pure rappresentano una tentazione fortissima, hanno fatto cambiare idea all'ex numero uno bianconero: the end, è finita. Questa volta per davvero dopo essersi dato un traguardo ulteriore: in caso di promozione in Serie A dei gialloblù avrebbe allungato ancora un po' il giorno fatidico.
Nei prossimi giorni ci sarà l'annuncio ufficiale della risoluzione dell'accordo con la società emiliana. L'agente di Buffon, Silvano Martina, sbrigherà gli aspetti formali poi saranno rese manifeste quelle che a oggi sono solo intenzioni. Gli è mancato solo l'acuto della Champions League ma è solo uno sbuffo di rimmel che non può rovinare un palmares da primo della classe, nel quale spiccano i dieci scudetti vinti con la Juve e la brillante estate del 2006 in Germania con il trionfo iridato in Coppa del Mondo.
Buffon appenderà i guantoni al chiodo ma il suo non sarà un addio definitivo al mondo del calcio. Smetterà con quello giocato. Vi resterà a fianco e, con ogni probabilità, lo farà in una nuova veste, attraverso una nuova prospettiva adatta alla maturità dell'uomo e dell'atleta che ha esperienza da mettere al servizio.
Voci di corridoio raccontano che il suo futuro potrebbe essere (ancora) in Nazionale dove ricoprirebbe quel ruolo di capo delegazione appartenuto a Gianluca Vialli dal 2019 fino a quando l'incedere del tumore non lo ha costretto ad abbandonare l'incarico che lo aveva portato al fianco dell'amico e gemello del gol, Roberto Mancini, con il quale aveva vissuto la notte magica di Wembley e degli Europei.