Cosa fa oggi Boateng dopo il ritiro: voleva diventare allenatore, poi ha avuto un’intuizione

Dopo il ritiro dal calcio Kevin-Prince Boateng ci ha messo un po' di tempo per trovare la giusta strada ma adesso la sua missione è aiutare i giovani calciatori a emergere. Nella sua carriera ha vestito le maglie più prestigiose ma dopo l'addio al calcio non è più comparso sotto ai riflettori: ha deciso di non intraprendere la carriera da allenatore come tanti suoi ex colleghi e si vede poco anche in giro per le televisioni come opinionista ma a Berlino ha fatto la sua prima apparizione come agente.
L'ex giocatore del Milan è stato intervistato durante l'evento TransferRoom che si è tenuto questa settimana in Germania e raduna i club più importanti di tutto il mondo. Il ghanese ha partecipato come procuratore, il mestiere che ha scelto per il suo futuro e in cui metterà tutta l'esperienza maturata nei campi. La sua missione è aiutare i giovani fornendogli strumenti che ai giocatori della sua generazione sono mancati: nutrizionisti, supporto medico e anche aiuto psicologico, sostegni che gli permetteranno di crescere e di approcciare al mondo del calcio in modo sano.

Cosa fa oggi Boateng
Il campo da calcio continua a fare da sfondo alla sua vita, ma Boateng preferisce lavorare dietro le quinte per formare i talenti futuri. Nel corso dell'evento ha raccontato che è stato difficile per lui trovare una strada dopo il ritiro dalle scene perché ciò che aveva sempre sognato non era adatto a lui: "Ho sempre voluto fare l'allenatore, ma poi ho scoperto di non avere abbastanza pazienza". Non era tagliato per la panchina, ma sei mesi fa ha fondato ‘Rookie and Champ', la sua agenzia di rappresentanza, nella quale sta mettendo tutto l'impegno possibile.
L'obiettivo non è solo quello di lanciare i giocatori, ma di dargli tutti gli strumenti necessari alla loro crescita: "Diamo loro tutto ciò di cui hanno bisogno: visite mediche, nutrizionisti, formazione psicologica, lezioni extra di tecnica e tattica… Abbiamo investito molto tempo e denaro affinché nulla possa fermarli quando compiranno 18 anni. Sono pronti a tutto, anche a tirare un rigore davanti a 50.000 spettatori. Hanno persino una residenza in cui dormire". Boateng riflette su tutto questo, un mondo nuovo rispetto a quello in cui ha mosso i primi passi da calciatore. Il supporto che dà ai ragazzi non è di poco conto e guardandosi indietro l'ex giocatore sente la mancanza di questi strumenti che lo avrebbero sicuramente aiutato a crescere in maniera migliore: "Se avessi avuto tutto questo, avrei giocato 10 anni di fila per il Real Madrid".