Cosa è successo tra Osimhen e Mancini: “Entrava duro ma negava di averlo fatto”
Mezzora in campo al posto di Mertens. Un'ammonizione e il rischio di farsi espellere. La carica agonistica di Victor Osimhen piace e fa ribollire il sangue nelle vene per la grinta con la quale affronta, muso a muso, gli avversari ma gestire meglio le proprie pulsioni è tra le cose da imparare. L'attaccante nigeriano, il ‘diamante grezzo' che il Napoli ha ingaggiato nell'estate scorsa per una settantina di milioni, sta salendo di condizione fisica e mentale. Quando metterà da parte l'anarchia tattica e capitalizzerà al meglio (anche) le proprie qualità potrà forse essere devastante. Quanto ai gol, arriveranno anche quelli. Meglio se da subito, in questo finale di stagione in cui la squadra ha bisogno di tutto e di tutti per centrare l'obiettivo Champions.
La brillantezza, che l'ex Lille aveva smarrito a causa del lungo infortunio e per il Covid, adesso fa capolino e lo aiuta ad affrontare gli urti degli avversari con un piglio differente. Il faccia a faccia con Mancini della Roma è l'immagine che meglio spiega come si senta. Non è stato un guizzo di follia, piuttosto una reazione d'impulso pagata con una cartellino giallo.
Cosa lo ha fatto innervosire? Un paio di contrasti molto duri da parte del difensore capitolino hanno spinto il calciatore a farsi giustizia da solo: s'è avvicinato all'avversario, gli ha messo una mano sulla spalla e con l'altra gli ha puntato l'indice sotto il naso e lo ha guardato con espressione minacciosa. A spiegare quell'episodio è stato il sito omasport.com che fa riferimento all'amico giornalista di Osimhen (Oma Akatugba). "Entrava duro ma negava di averlo fatto – si legge nell'articolo che riporta la spiegazione del calciatore -. Ecco perché mi sono arrabbiato così tanto". Il colpo subito, per fortuna dello stesso Osimhen e del Napoli, non è abbastanza grave da tenerlo fuori dalle imminenti partite di qualificazione della Coppa d'Africa contro Lesotho e Repubblica del Benin.
