Cosa è successo nella Lazio con i tamponi positivi tra Avellino e l’Uefa prima di Lazio-Juve
In che cosa consiste il "caso tamponi" scoppiato in casa Lazio? E cosa ha portato alla divergenza di valutazione sulle positività dei calciatori capitolini tra il laboratorio di Avellino e quelli dell'Uefa? Il caso che è esploso alla vigilia del match con la Juventus, a cui non prenderanno parte alla fine Strakosha, Immobile e Leiva, è iniziato in realtà a fine ottobre. Ecco la ricostruzione della vicenda che è finita anche sotto la lente d'ingrandimento della procura federale che ha aperto un'inchiesta.
Polizia giudiziaria a Formello e nel laboratorio di Avellino
E l'arrivo a Formello – come nel nel laboratorio di analisi di Avellino ‘Futura Diagnostica' – degli investigatori della polizia giudiziaria rappresenta l'ennesimo atto della vicenda: li ha inviati la Procura per acquisire materiale relativamente alla vicenda tamponi e al rispetto del protocollo anti-Covid.
Lazio, in cosa consiste il caso tamponi. La ricostruzione della vicenda
La Lazio ha deciso di far analizzare i suoi test-Covid presso il Laboratorio Futura Diagnostica di Avellino. Una scelta differente rispetto a quella della maggior parte dei club di Serie A e dell'Uefa che fanno riferimento invece ai laboratori Synlab. Il patron Lotito ai microfoni di Repubblica ha giustificato oggi così questa decisione: "C’era il Campus biomedico, che era vicino a Trigoria ed era l’unico nel Lazio, se lo immagina la gente in fila e noi che passiamo avanti? Non mi andava che si pensasse che i giocatori avevano una corsia preferenziale rispetto ad altri cittadini, la salute è uguale per tutti".
Il 26 ottobre, prima della trasferta di Champions in Belgio, Immobile risulta positivo al Covid ai test molecolari Uefa. In questa situazione Strakosha e Leiva che sembravano avere sintomi da Coronavirus, non si sottopongono ai test Synlab in quanto esclusi per la sfida con il Bruges. Il club annuncia la mancata convocazione dei giocatori coinvolti senza però dare giustificazioni, sui motivi dell'assenza. Il 30 ottobre, i tamponi analizzati presso il laboratorio di Avellino mettono in luce la presenza di 7 positivi al coronavirus, tra giocatori e componenti dello staff con la Lazio che comunica il tutto in maniera ufficiale senza però entrare nel merito con i nomi. Tra questi probabilmente ci sono Strakosha e Luis Alberto che saltano la sfida di campionato contro il Torino. Nella giornata successiva, secondo giro di tamponi presso il laboratorio di Torino, e negatività confermata per tutti i calciatori, tra i quali anche Immobile e Leiva che infatti troveranno spazio nella ripresa nel match vinto in extremis contro i granata.
Perché alcuni giocatori positivi per l'Uefa non lo sono per il laboratorio di Avellino
Passano alcuni giorni e arriva un doppio giro di test, in vista della trasferta di Champions in casa dello Zenit. In questo caso c'è una divergenza importante sui risultati: se per i laboratori Sylnab dell'Uefa ci sono 8 positivi nel gruppo-squadra, tra cui Strakosha, Leiva e Immobile, le cose sono diverse per il laboratorio campano, con un numero diverso di contagiati. Il direttore Taccone, sottolinea che due calciatori risultati positivi, sono per loro negativi, e che il bomber capitolino in particolare e lievemente positivo. Ma perché i due laboratori danno esito diverso? Come mai alcuni giocatori positivi per quelli dell'Uefa, sono negativi per Avellino? Il test Synlab identifica i 3 differenti geni bersaglio (gene E, gene RdRP e gene N), in conformità ai protocolli internazionali (OMS). Il gene della discordia è quello N che secondo quanto sottolineato dalla Lazio indicherebbe solo una debole positività e dunque non precluderebbe la possibilità ai giocatori di scendere in campo.
Sull'argomento, il presidente Lotito ha dichiarato: "Ma che vuol dire positivo? Positivo vuol dire contagioso, no? Anche nella vagina delle donne, di tutte le donne del mondo, ci sono i batteri. Ma mica tutti sono patogeni, solo alcuni in alcuni casi diventano patogeni e degenerano. Anche Tare è positivo, ma oggi nessuno ti dice se uno infetta oppure no. C’è un’aleatorietà dell’interpretazione dei risultati. Per me la valutazione la deve fare il medico, io non lo so se Immobile si sia allenato martedì perché non ero a Formello, ma il medico lo ha valutato, gli ha rifatto l’idoneità sportiva, la capacità polmonare a riposo e sotto sforzo e stava meglio di prima. Una questione è come vengono conservati i reagenti, i tamponi, come viene effettuato il test. Immobile in campo a Torino? Abbiamo il tampone, era negativo. Nessun vuol far giocare i positivi, io ho fatto fare i tamponi pure ai familiari".
Immobile, Leiva e Strakosha non convocati per Lazio-Juventus
Il 3 novembre, Ciro Immobile nonostante la "lieve positività" per l'Uefa ha ripreso gli allenamenti. Si arriva così al caos della vigilia di Lazio-Juventus. Sia il bomber che Strakosha e Leiva, sono risultati tutti negativi per gli esami di Avellino, e infatti si sono presentati a Formello pronti per essere convocati per la sfida in programma domenica. Diverso invece il verdetto del tampone rapido effettuato a Roma presso il Campus Biomedico (considerato come ente terzo) che ha riscontrato tre casi di positività tra i giocatori, al gene E ed N. Se Simone Inzaghi nella conferenza stampa della vigilia apre alla presenza dei tre contro i campioni d'Italia, il centravanti dichiara di aver seguito alla lettera le regole rispettando i protocolli, minacciando anche azioni legali: "Ho rispettato tutti i protocolli sanitari e quindi sono tranquillo e concentrato sul mio lavoro. Diffido chiunque dal mettere in dubbio la mia onorabilità e professionalità in una vicenda di cui non ho la minima responsabilità e gestione, e sono pronto ad adire le vie legali a tutela della mia immagine e dei miei diritti". Alla fine però il club, come spiegato anche dal medico Pulcini ha deciso di non ignorare il verdetto del Campus e di non fare affidamento sui tre giocatori per il match contro la Juventus.
Cosa rischia la Lazio dall'inchiesta della Procura federale
Per evitare che in futuro possano riproporsi situazioni del genere è stata avanzata nel Consiglio di Lega la proposta di fare riferimento ad un laboratorio unico per tutte le squadre di Serie A, in scia con quanto avviene per l'Uefa. Nel frattempo la Procura federale indaga sull'eventuale violazione del protocollo da parte della Lazio, e sull'ipotesi di aver consentito a calciatori debolmente positivi di allenarsi. Cosa rischia il club capitolino? Nel caso dovessero essere appurate delle irregolarità la società di Lotito potrebbe andare incontro a diverse tipologie di sanzioni, a seconda della gravità. Dall'ammenda semplice, un'ammenda con diffida, all'ammenda con penalizzazione in classifica. Fino all'esclusione dal campionato con relativa retrocessione in una categoria inferiore. Ovviamente quest'ultima ipotesi verrebbe presa in considerazione soltanto in casi estremi. Bisognerà valutare se il club di Lotito abbia commesso un mero errore di valutazione nella proceduta dei tamponi a cui si sono sottoposti i giocatori o, nell'ipotesi più estrema, ci sia stata una sorta di alterazione volontaria.