Cosa è successo davvero nei 10 minuti di PSG-Basaksehir che tutto il mondo ha visto
Si arricchisce ancora di dettagli e particolari la controversa questione che ha portato all'accusa di razzismo il quarto ufficiale della gara di Champions League Psg-Basaksehir, Sebastian Coltescu. La gara è stata sospesa intorno al ventesimo minuto perché, secondo alcuni componenti della panchina turca, l'assistente dell'arbitro si sarebbe rivolto al viceallenatore Pierre Webo con l'espressione "negru", scatenando le proteste di Webo stesso e di Demba Ba, che hanno spinto poi entrambe le squadre ad abbandonare il terreno di gioco. A nulla è servita la mediazione dell'arbitro centrale, Ovidiu Hategan, che ha provato a spiegare ai componenti delle panchine e ai giocatori come il termine in questione non abbia alcuna accezione in rumeno, la lingua che i direttori di gara hanno usato per parlare tra di loro in quel frangente, e che venga usata semplicemente per indicare il colore "nero". Spiegazione che non ha convinto Demba Ba, che in quel momento si trovava in panchina: il calciatore ha imputato al quarto ufficiale Coltescu di aver usato il colore della pelle come modo per identificare Webo. "Quando ti rivolgi a un bianco non dici ‘il ragazzo bianco', allora perché devi dire ‘quello nero' se ti rivolgi a un nero?", gli ha detto in tono animoso.
Chi ha detto "ammonisci quello nero"?
Tutto inizia al minuto 9.15, quando il primo allenatore del Basaksehir Okan Buruk protesta per un'ammonizione: "È il primo fallo, non è basket questo". Coltescu prova a calmarlo, ma arriva la risposta del tecnico turco: "Questa non è la Romania (paese di origine del quartetto arbitrale in campo, ndr), noi veniamo dalla Turchia". Parole che non passano inosservate, al punto che Coltescu richiama l'assistente dal lato delle panchine, Octavian Sovre: "Tavi (diminutivo di "Octavian", ndr), te l'ho detto, questo qui è davvero ingestibile". Gli animi si scaldano e pochi secondi dopo il 13′ i due assistenti dal lato delle panchine richiamano Hategan per suggerirgli di prendere provvedimenti: "Ammoniscilo. Quello nero, non è possibile che continui a comportarsi così. Va a vedere chi è, quello nero laggiù". Queste parole – secondo quanto ricostruito in Romania – vengono pronunciate da Sovre, non da Coltescu, come inizialmente si credeva. Lo si capisce anche dalla mimica dell'assistente, che indica in direzione della panchina al momento della segnalazione
A quel punto, Webo si alza stizzito e inizia a inveire nei confronti di Coltescu, che era vicinissimo alla panchina e anche lui stava indicando la persona da espellere. Dalle registrazioni non si capisce se anche il quarto ufficiale abbia detto qualcosa, ma a giudicare dalle recriminazioni di Webo è chiaro che anche lui abbia usato la parola "negru". "Perché dici ‘negro'?", ripete più volte l'assistente del tecnico Buruk, che intanto viene espulso da Hategan. La squadra arbitrale prova a spiegare il significato del termine in rumeno, sia ai componenti della panchina del Basaksehir sia a quelli del Psg. Ma Demba Ba insiste con l'arbitro: "Perché lui (Coltescu) lo identifica (Webo) dal colore della sua pelle?". Il tecnico turco Buruk rincara la dose: "Al mio paese in Romania dicono che sono tutti zingari. Ma io non posso dire ‘zingari' a voi". Una voce non identificata urla: "Questa è la Champions League, non la lega rumena", e Hategan risponde: "Tra noi arbitri parliamo rumeno".
Il delegato Uefa scende sul terreno di gioco per capire la questione, ora che il match è fermo da quasi 5 minuti. Si crea un capannello di gente davanti alle panchine, e tra le voci si distingue quella dell'attaccante francese Kylian Mbappe, che dice all'arbitro di allontanare Coltescu per far riprendere la gara. Demba Ba, invece, suggerisce ai suoi compagni di abbandonare il terreno di gioco. Buruk accusa nuovamente il quarto ufficiale: "Noi non ti accettiamo, non ti vogliamo. Sei razzista". Demba Ba interviene in favore del suo allenatore, mentre Hategan prova a spiegare a entrambi le intenzioni non discriminatorie del suo collega. Ma il problema adesso non è più di natura linguistica: la controversia ruota intorno al fatto che per identificare Webo sia stato usato il colore della pelle al posto della sua qualifica, o del suo nome.
Intorno al 17′ anche il calciatore del Basaksehir Fredrik Gulbrandsen interviene, parlando con l'allenatore del Psg Thomas Tuchel: "Ha fatto un commento razzista, lo ha detto!". Tuchel comprende le spiegazioni, ma sembra voler riappacificare gli animi e chiedere ai giocatori di far proseguire la partita. Ma una voce proveniente dallo staff della panchina turca dice il contrario, invitando Hategan ad allontanare Coltescu come condizione per far andare avanti il match. Intanto gli arbitri parlano con il delegato Uefa, e nel discorso si inserisce anche Leonardo, direttore sportivo del Psg. Si sente il quarto ufficiale spiegare come "negru" sia un termine comune in romania, che sta a indicare soltanto il colore "nero". Buruk se la prende per l'utilizzo della parola, mentre Demba Ba rimarca il fatto di aver usato il colore della pelle di Webo come modo per identificarlo tra i componenti della panchina.
Circa 10 minuti dopo la prima interruzione, i calciatori del Basaksehir abbandonano il campo indirizzando diversi insulti a Coltescu e accusandolo di non aver avuto "rispetto". Il Psg segue gli avversari negli spogliatoi, e Hategan spiega a Leonardo: "Aspettiamo dieci minuti, poi se vogliono riprendere la gara ritorniamo qui". Ma il match alla fine viene sospeso definitivamente, e riprende soltanto il giorno dopo con un gesto antirazzista di entrambe le squadre e un nuovo quartetto arbitrale, guidato dall'olandese Danny Makkelie, uno dei migliori arbitri Uefa al momento, scelto non a caso per portare a termine un match diventato altamente delicato.
L'Uefa apre un'indagine
L'Uefa ha subito avviato un'indagine per far luce sull'accaduto e arrivare a conclusioni certe. Il presidente della Federazione calcistica rumena, Razvan Burleanu, ha assicurato massima severità nel caso in cui l'organo esecutivo del calcio europeo confermi si sia trattato di razzismo: "Le parole che tutti noi abbiamo sentito – ha dichiarato a Pro Sport – non hanno nulla a che fare con il calcio, soprattutto dal momento in cui sono gli arbitri a fissare lo standard per il rispetto delle regole e l'equilibrio". "Tuttavia – ha aggiunto – dobbiamo aspettare tutti i dettagli, senza saltare alle conclusioni. L'intenzione non sembra essere stata quella di offendere, credo sia ovvio. Il rapporto Uefa chiarirà il corso dell'incidente e l'entità della responsabilità per le persone coinvolte". Intanto Coltescu, scosso, avrebbe confessato alla famiglia: "Sto solo cercando di restare sereno, non leggerò nessun sito in questi giorni, ma chi mi conosce sa che non sono razzista".