Cosa c’è di diverso tra l’operazione Osimhen-Napoli e le plusvalenze che hanno inguaiato la Juve
La Juventus è stata penalizzata per le plusvalenze. E le altre? No, nemmeno multate. Oppure nemmeno deferite, in questo caso. Come il Napoli, che ha i riflettori puntati addosso per l’operazione Osimhen. La Procura di Napoli (che ha chiesto ulteriori sei mesi per accertamenti) ha avviato un’inchiesta, la Procura Federale – che aveva deferito i partenopei nel primo procedimento sportivo – starebbe valutando la richiesta degli atti e chi è stato punito si interroga sul perché la capolista non sia stata coinvolta. La pubblicazione delle motivazioni da parte della Corte Federale d’Appello sul -15 inflitto alla Juve sarà d’aiuto nel capire i motivi che hanno portato a sanzionare solo i bianconeri e non gli altri otto club deferiti, ma anche per valutare se potrà esserci o meno anche un "caso Napoli". Che al di là di come la si pensi, è diverso da quello che vede protagonista la Juventus, ma non necessariamente da sottovalutare.
L'affare Osimhen e le plusvalenze del Napoli
Il nocciolo della questione è l’acquisto di Victor Osimhen dai francesi del Lille. Dai bilanci del Napoli, emerge come il centravanti sia stato pagato 71.246.819 euro, girando inoltre al Lille quattro calciatori: Karnezis (valutato 5.128.205 euro), Manzi (valutato 4.021.762), Liguori (valutato 4.071.247 euro) e Palmieri (valutato 7.026.349 euro). In totale, tra conguaglio economico e valore dei cartellini delle contropartite, la valutazione di Osimhen è stata di poco inferiore a 91,5 milioni di euro. Le quattro cessioni, inoltre, hanno fruttato al Napoli plusvalenze per 19.947.363 euro. Quasi 20 milioni da: un portiere all’epoca 35enne reduce da una stagione senza giocare, alle spalle di Meret e Ospina, più tre giovani del vivaio che nel giro di poco tempo sono finiti in prestito alla Fermana, in Serie C. Liguori, che oggi gioca in Eccellenza, al Casoria, ha ammesso di non essere mai nemmeno stato a Lilla.
Napoli prosciolto in sede sportiva
La Covisoc, già nel 2021, ha fatto pervenire alla Procura Federale e al presidente della Figc una relazione su queste quattro plusvalenze, includendole tra tutte quelle che hanno fatto scattare il filone di indagini in sede di giustizia sportiva. Al primo round, però, il Tribunale Federale Nazionale ha prosciolto i club e gli amministratori deferiti. L’appello presentato alla Corte Federale d’Appello è stato inoltre respinto e da lì si è arrivati alla richiesta di ricorso per revocazione. In quel caso, però, il Napoli non è stato incluso tra i club deferiti. Questo perché, trattandosi di un ricorso per revocazione, erano necessarie circostanze straordinarie tali da far riaprire il caso. Circostanze che sono emerse per la Juventus e gli altri club coinvolti nell’inchiesta Prisma, che non riguarda invece il Napoli (così come il Chievo, ormai radiato, inserito nel primo filone di deferimenti).
L'indagine della Procura di Napoli
Ciò non significa che non si possa riaprire un "caso Napoli", se dovessero emergere nuovi elementi concreti sull’operazione Osimhen. Come sono emersi nel caso della Juventus, con intercettazioni a corredo del quadro accusatorio della Procura di Torino. Quanto abbiano influito sulla decisione di infliggere 15 punti di penalizzazione, lo si capirà solo una volta rese note le motivazioni da parte della Corte Federale d’Appello. Per quanto riguarda il Napoli, invece, oltre a non essere appurata la presenza di intercettazioni negli atti dell’indagine, il club partenopeo appare sereno perché l’operazione in sé è stata singola e non reiterata nel tempo, oltre ad essere l’unica oggetto di accertamenti. Questa può essere una differenza con il presunto "sistema" sul quale si fonda il quadro accusatorio nei confronti della Juventus, ma ciò non toglie che il Napoli abbia tratto un vantaggio dagli effetti di questa operazione: nel bilancio in cui sono state contabilizzate queste cessioni, il club di De Laurentiis ha registrato la perdita più ampia dell’era FilmAuro, pari a 58,9 milioni. Perdita che, senza queste plusvalenze, sarebbe stata maggiore.
Questo perché, l’affare col Lille, non si sarebbe potuto realizzare senza fissare la valutazione di Osimhen sui 90 milioni di euro. Una necessità per i francesi, alle prese con le richieste del DNCG (Direction Nationale du Contrôle de Gestion). Quindi quella cifra, con o senza inserire le contropartite, sarebbe dovuta finire comunque nel bilancio del Lille. E il Napoli lo ha fatto inserendo quattro giocatori valutati circa 20 milioni di euro, in un movimento di pedine contabili che non sarà anche parte di un "sistema" con altre società, ma non del tutto diverso da quello che ha portato alla penalizzazione della Juventus o al deferimento (infruttuoso) per gli altri otto club coinvolti. Pur non essendo un’operazione «a specchio» vera e propria (per intenderci: non un uno scambio in cui due club valutano in egual misura i propri calciatori), ha comportato sempre una plusvalenza incrociata, che ha avuto effetti positivi anche per il Napoli, ritrovatosi con 19,9 milioni di plusvalenze in più con la cessione di un terzo portiere ultratrentenne e di tre giovani del vivaio mai passati dalla prima squadra, uno dei quali oggi militante in Eccellenza. È su quelle che la Procura di Napoli intende far luce.