Cosa c’è di diverso tra il rigore negato in Roma-Napoli e quello dato in Fiorentina-Inter
Cambiano le squadre, cambiano i protagonisti, cambiano gli arbitri. Ma la scena è pressoché la stessa: il portiere in uscita sull'attaccante sfiora il pallone ma prende in pieno le gambe dell'avversario. Eppure nel giro di 24 ore ha dato luogo a due valutazioni completamente diverse nello stesso campionato, la Serie A. Per l'arbitro Valeri l'intervento di Terracciano su Lautaro Martinez in Fiorentina-Inter è stato un fallo da rigore, mentre per Irrati quello di Rui Patricio su Ndombelé in Roma-Napoli – inizialmente sanzionato con la massima punizione – è stato regolare. Com'è possibile?
Questione di dettagli. È l'unica spiegazione che dà senso ad una disparità di valutazione che sarebbe altresì eclatante. Nella dinamica delle due azioni c'è solo un piccolo particolare a renderle differenti e a giustificare, forse, il verdetto finale dei direttori di gara. Nel contatto tra Rui Patricio e Ndombelé il portiere prende palla e piede, quasi simultaneamente. Ma la deviazione del pallone è netta: la sfera cambia direzione in modo evidente.
Tra Terracciano e Lautaro Martinez va quasi tutto nello stesso modo. Nella sua uscita disperata, il portiere prende sia la palla che le gambe dell'argentino. A differenza di quanto successo 24 ore più tardi, però, il tocco sul pallone è meno risolutivo. La sfera cambia direzione, ma lo fa in modo meno drastico. Lautaro Martinez, se non atterrato dall'avversario, avrebbe potuto ancora raggiungere la palla e concludere verso la porta. Ndombelé, al contrario, è stato tagliato fuori dalla smanacciata di Rui Patricio.
È questa la sola differenza tra le due situazioni, l'unico modo per spiegare la diversità di vedute tra Irrati e Valeri. Terracciano, in Fiorentina-Inter, sfiora il pallone ma non riesce a fargli cambiare traiettoria in modo sensibile, al contrario di Rui Patricio, che prima di colpire Ndombelé smanaccia e modifica completamente la direzione della palla. Mistero risolto, forse.