Cosa cambia nello sport con le nuove regole Covid: allo stadio non si può bere né mangiare
Obbligo di indossare una mascherina di tipo Ffp2 allo stadio, nei palazzetti (non basta più avere la chirurgica come dispositivo di protezione) e in tutti i luoghi pubblici come musei, cinema, teatri e sui mezzi di trasporto anche nelle regioni contrassegnate come zona bianca. Divieto di consumare bevande o cibi negli impianti. Accesso a palestre e piscine per la pratica sportiva solo con il super green pass (valido per 9 mesi dopo la somministrazione della terza dose di vaccino) che permetterà ai gestori un maggiore controllo del flusso di avventori.
Ecco cosa cambia nello sport (e nella vita quotidiana) in virtù delle prescrizioni contenute nel nuovo decreto legge del Governo per arginare l'ennesima ondata di Covid che ha investito il Paese sembra portare le lancette dell'orologio indietro nel tempo, quando la paura di respirare l'aria scandiva l'angoscia a corredo delle notizie allarmanti sulla diffusione del coronavirus. E la decisione della Lega Serie B di rinviare e riprogrammare le ultime due giornate dell'anno solare ha aperto scenari inquietanti.
Non c'è altra soluzione al momento che, oltre al rispetto del distanziamento, possa servire per mettere un freno all'evoluzione della curva dei contagi questa volta spinta in alto dalla variante Omicron. Un provvedimento più soft per adesso, nella speranza di non dover ricorrere anche a misure più restrittive fino all'utilizzo dei lockdown chirurgici oppure allargati a tutto il territorio nazionale. Da quell'incubo l'Italia, come l'Europa e il resto del mondo, non è ancora uscito. Tre le pieghe delle norme approvate all'unanimità in Consiglio dei ministri c'è anche lo stop alle feste e ai concerti in piazza e la necessità di avere lo stesso super green pass anche solo per consumare un caffè al bancone del bar.
Anche i gesti più naturali, come mangiare un panino sugli spalti in attesa della partita oppure bere un sorso d'acqua o di qualsiasi altra bevanda, diventa qualcosa di "trasgressivo" che per legge non si può fare. Che sia a un un match di calcio (dove la capienza degli impianti per ora resta al 75%), in una struttura all'aperto, oppure in una al chiusa per assistere a un incontro di basket, pallavolo o qualsiasi altra disciplina non c'è differenza. È la vita ai tempi del Covid.