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Cosa aspettarsi dal Palermo ora che è stato comprato dallo sceicco del Manchester City

Un satellite del Manchester City o la seconda potenza dello sceicco Mansur? Il Palermo può seguire la strada tracciata da Girona, Troyes e Lommel che vede diversi prestiti e giocatori rivenduti a peso d’oro.
A cura di Benedetto Giardina
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Un tassello in Spagna, uno in Francia e adesso, uno anche in Italia. Lo sbarco del City Football Group nel nostro calcio si è ormai concretizzato, con l'operazione per l'acquisto del Palermo neopromosso in Serie B. Il pacchetto di maggioranza del club neopromosso in Serie B (l'80% circa) passa nelle mani della holding proprietaria del Manchester City, con la restante quota che rimarrà all'attuale proprietà, rappresentata da Dario Mirri. Nel club siciliano, già da settimane, si stanno susseguendo scossoni a livello dirigenziale e amministrativo, propedeutici all'ingresso degli uomini di fiducia dello sceicco Mansur. Un modus operandi già visto nelle altre realtà satellite, in giro per l'Europa e non solo. Ma il Palermo fino a che punto sarà un satellite come gli altri club della galassia City?

Prestiti e investimenti, come lavora il City Group in Europa

L'investimento iniziale sul Palermo si aggirerà sui 10 milioni di euro, cifra destinata a salire con i bonus. Poi si penserà al mercato, ma il parallelo con le realtà destinate a diventare le "consorelle" dei rosanero traccia una strada ben precisa: si spende, ma si pensa anche alla casa madre, a quel Manchester City che ha bisogno di far giocare i propri giovani in campionati ben più competitivi del torneo riserve della Premier League. Senza esagerare, però: le nuove norme della Fifa limitano i prestiti ad un massimo di otto in uscita per la stagione 2022/23 e ogni club può ricevere da un singolo club fino ad un massimo di tre calciatori professionisti in prestito. Non si può andare oltre questa soglia, come già accaduto quest'anno a Girona, che ha vinto i play-off di Segunda Division con Dario Sarmiento, Nahuel Bustos e Pablo Moreno di proprietà del City. Da quando i catalani sono entrati nel network dello sceicco Mansur, la spesa sul mercato è stata di quasi 25 milioni di euro, investiti per lo più nei due anni di militanza nella Liga (2017/18 e 2018/19).

Situazione simile al Troyes, club che dal 2020 è interamente di proprietà del City Football Group (mentre del Girona detiene direttamente il 47%). Nella stagione 2020/21 in Ligue 2, la spesa per i cartellini è stata pressoché nulla (solo 600 mila euro per Ostrc, a fronte di 6 milioni di cessioni) e hanno ottenuto in prestito il giovane talento bulgaro Krastev, formalmente di proprietà del Lommel, altro club appartenente al network di satelliti del Manchester City. Con la promozione in Ligue 1, gli investimenti sul mercato sono aumentati (oltre 20 milioni di spesa) e contestualmente sono arrivati più giocatori da Manchester: Sandler, Roberts, Palmer-Brown, Kabore e Ilic, tutti in prestito. Lo scenario non cambia nel già citato Lommel, sebbene si parli di seconda divisione belga: Krastev, Fiermarin, Arzani, Aguilar, Saito, Cejas, Rosa, Aminu, Agyepong, Grimshaw e Marlos Moreno sono i giocatori di proprietà del City o prelevati da altri satelliti che nelle ultime due stagioni hanno indossato la maglia del Lommel.

Quali giocatori vanno nei satelliti del City Football Group

Palermo, per grandezza della piazza, non è né Girona, né Troyes. Anzi, a conti fatti, gli stadi dei due club possono contenere insieme 32.163 spettatori al massimo della loro capienza (11.286 per il Montilivi di Girona, 20.877 allo Stade de l'Aube di Troyes). Per Palermo-Padova c'era più gente al "Barbera" e il record fatto registrare per la semifinale play-off con la Feralpisalò ha raggiunto quota 35.037 presenti. Questo, però, al City Football Group interessa fino ad un certo punto. Perché il brand Palermo sarà appetibile, la prospettiva di un ritorno in Serie A aprirebbe a ricavi di una certa rilevanza, ma tutti i club del network hanno finora avuto uno scopo principale: far crescere i giocatori che a Manchester non troverebbero mai spazio. Se qualcuno esplode, torna alla base (ma allo stato attuale nessuno è riuscito a imporsi…). Nella peggiore delle ipotesi, diventa una plusvalenza da mettere a bilancio. Non a caso, l'Academy del City è quella che ha incassato più di tutte negli ultimi anni.

Angelino, uno dei migliori calciatori valorizzati nella rete del City Group
Angelino, uno dei migliori calciatori valorizzati nella rete del City Group

Da un lato ci sono quelli come Sancho e Gunn, che non hanno mai messo piede a Girona, a Lommel o a Troyes, ma nemmeno a New York (sede del New York City Fc) o a Mumbai (dove gioca il Mumbai City), piazze di grido in mercati in espansione, dove la holding dello sceicco Mansur è sbarcata più per questioni di marketing. Però, tra i nomi visti in Europa nei club di proprietà del gruppo City, qualche cessione importante c'è stata. Nel 2018, Maffeo va allo Stoccarda per una cifra tra i 9 e i 10 milioni di euro, dopo due anni in prestito al Girona. E da Girona era passato pure Kayode, ceduto nello stesso anno allo Shakhtar Donetsk per circa 3 milioni. Quasi 2 milioni, nel 2019, per la cessione al Flamengo di Pablo Mari (che quest'anno ha giocato all'Udinese), altro calciatore transitato da Girona, come Douglas Luiz per il quale l'Aston Villa ha pagato 17 milioni di euro. Ha giocato al New York City per un anno, invece, il terzino Angeliño, ora punto di forza dell'RB Lipsia, ma che nel 2018 venne dapprima ceduto al PSV Eindhoven (5 milioni di sterline) e, dopo averlo riacquistato per una cifra di poco superiore l'anno successivo, è stato venduto al club tedesco per 16 milioni di sterline (circa 18 milioni di euro).

Quanto ha guadagnato il City Football Group con i giovani

Dal 2017, ovvero da quando il network City ha messo piede a Girona, le cessioni di calciatori passati dai club satellite hanno portato in cassa più di 60 milioni di euro, includendo anche l'ultima cessione di Harrison (ex New York City, come Angeliño) al Leeds per oltre 13 milioni. Una macchina di soldi e di plusvalenze, dato che questi calciatori sono per lo più giovani provenienti dal vivaio e quindi con un peso a bilancio prossimo allo zero. Ragazzi che dopo un anno di esperienza in Spagna, in Francia o in Belgio – ma anche nella Mls, sempre più una lega di livello internazionale – diventano "monetizzabili", anche senza raggiungere i livelli di eccellenza richiesti per far parte della squadra di Pep Guardiola. Palermo, che per bacino d'utenza non è paragonabile a nessuna delle altre mete europee del City Football Group (Manchester esclusa, ovviamente), può diventare un ponte per far sbarcare questo sistema nel calcio italiano, ma con determinati paletti. Il limite dei prestiti imposto dalla Fifa, tanto per cominciare, ma soprattutto l'impossibilità di tesserare extracomunitari in Serie B, dove militeranno i rosanero nella prossima stagione. Per quest'anno, dunque, nessuno si aspetti una colonizzazione da Manchester a Palermo. Anzi, è probabile che il gruppo di Mansur punti il prima possibile alla Serie A, dove poi trovare terreno fertile per far crescere qualche baby-citizen.

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