Corvino tuona su Contini dopo il petardo in Vicenza-Lecce: “Una pagliacciata da inchiesta federale”
All'indomani della partita di Vicenza che ha negato la promozione anticipata del Lecce in Serie A con un turno d'anticipo, il Direttore Generale dell'Area Tecnica, Pantaleo Corvino è una autentica furia. Non contro i suoi giocatori, che si sono fatti rimontare e trafiggere nei minuti conclusivi della gara passando dalla gioia del successo al dramma di una rocambolesca sconfitta, ma contro chi si è macchiato di slealtà sportiva, crollando a terra per via di un petardo scoppiato nei pressi della porta e che ha creato un clima surreale, condizionandone il verdetto.
Il riferimento è ovviamente a quanto accaduto al ‘Menti' sabato scorso durante la 37a giornata di Serie B in cui il Lecce faceva visita al Vicenza. I pugliesi stavano comandando la gara quando nei minuti finali è scoppiato un petardo dietro la porta del portiere Contini che, pur trovandosi in piena area di rigore, relativamente lontano dall'accaduto, si accasciava a terra costringendo l'arbitro a interrompere la gara. 15 minuti di sospensione che secondo Corvino sono stati la causa principale della sconfitta del Lecce.
In una conferenza stampa di fuoco, il dirigente giallorosso ha tuonato la sua furia, prima riavvolgendo il nastro di quei momenti, poi su quanto apparso tra stampa e opinione pubblica, contro il Lecce: "Cosa ha condizionato la gara? Non certo il petardo, un petardo messo sotto la transenna per gioire, non certo per fare del male a qualcuno" ha detto davanti ai cronisti. "Il Lecce stava meritatamente vincendo, meritatamente facendo gioire i suoi tifosi, meritatamente anticipando la promozione in Serie A, poi la partita è stata alterata e non dal petardo".
Anche se Corvino non cita mai per nome il portiere del Vicenza, Contini, la sua rabbia è rivolta all'estremo biancorosso e al suo comportamento: "Si è enfatizzato il petardo in sé, che anche noi condanniamo ma non si è enfatizzato la cosa più grave: chi ha peccato di lealtà sportiva. C'è stata una sceneggiata, anzi è stata una pagliacciata ai danni di una città che oggi avrebbe dovuto gioire per una promozione in Serie A"
Il fiume in piena di Corvino non si placa, anzi aumenta la furia della corrente: "Una gara che ad un certo punto ha creato un clima particolare, sospesa per tantissimi minuti, per cosa? Per vedere un tesserato che, lontanissimo, improvvisamente si accascia. E lo abbiamo visto come si è accasciato al suolo. Abbiamo visto come è caduto accompagnandosi con gambe e piedi. Abbiamo visto che hanno messo un collare come fosse un traumatizzato. Abbiamo visto altri drammatizzare il tutto".
A tranquillizzare Corvino non è servito nemmeno il blando provvedimento del Giudice Sportivo, che ha punito la società con una ammenda, per un petardo che comunque non era finito dentro il terreo di gioco e così, arriva l'accusa più forte: "Si pecca di lealtà e lo dico io: in 50 anni di lavoro non ho mai mancato di lealtà, ma è il tesserato che è stato anti sportivo e chiediamo che sia aperta una inchiesta alla Procura e lo chiediamo noi come società. Senza tutto quel tempo fermi non si sarebbe creato il clima che ci ha portato a compiere errori che hanno condizionato la partita".
Di fatto il Lecce, che stava vincendo 1-0 in pochi istanti è crollato psicologicamente subendo prima il pareggio poi il gol del 2-1, anche in questo caso su un rigore più che dubbio, per Corvino: "Si è finiti in un clima particolare e chi mi dice che non vi siano stati condizionamenti anche al VAR? Riguardate il rigore, non credo che nemmeno al microscopio si possa vedere se sia rigore o no, ma è stato dato. Ho visto lo stesso rigore parato e fatto ripetere, il tutto per il clima che si era creato, figlio di quella pagliacciata".