Corre ad abbracciare il portiere dopo che ha bloccato un rigore: è l’autogol più assurdo di sempre
Quando si pensa di aver visto tutto quello che c'è da vedere su un campo di calcio, ecco che spunta fuori qualcosa che sposta il confine del possibile ancora oltre. Di autogol ridicoli e improponibili ce ne sono stati e ce ne saranno, ma pensare che un pallone finirà in rete un attimo dopo che è saldamente tra le mani del portiere che ha appena parato un rigore sfida qualsiasi legge della logica.
La scena è diventata virale recentemente, ma si è svolta qualche anno durante una partita a livello giovanile in Turchia. Si stavano giocando i minuti finali del match, quando l'arbitro ha concesso un calcio di rigore, che a quel punto probabilmente sarebbe stato decisivo. Il pallone viene messo sul dischetto, il tiratore designato prende la rincorsa, parte e prova ad angolare la conclusione.
Ne esce un rasoterra che il portiere blocca distendendosi alla sua destra. Seguono le classiche scene di sconforto della squadra che ha sbagliato, cui fanno da contraltare quelle di legittima esultanza degli avversari per lo scampato pericolo. Tutti i giocatori si allontanano verso il centrocampo aspettando il rinvio del portiere, tranne uno: lo sciagurato che provocherà il disastro.
Mosso dalle migliori intenzioni possibili e da genuino entusiasmo, corre verso il portiere e lo abbraccia, anzi di più: gli salta letteralmente addosso. Così facendo tuttavia non si rende conto che in mezzo c'è anche il pallone. Da lì a confezionare quello che è stato definito "l'autogol più assurdo della storia" il passo è breve. La sfera scivola via dalle mani del portiere e supera la linea di porta che è appena dietro di lui, rendendo vano il tentativo di recuperarla in tempo.
In un attimo le scene di prima si capovolgono: chi era triste ora esulta, mentre chi pensava di averla scampata non riesce a crederci, così come gli spettatori sugli spalti. Quanto al portiere, è imbestialito e scalcia via la palla. Non riesce a prendersela col compagno, in fondo la sua era solo stima e gratitudine…