Coronavirus, Zenga: “Giochiamo anche a Ferragosto, chissenefrega delle vacanze”
Sbarcato a Cagliari al posto dell'esonerato Maran, Walter Zenga deve ancora debuttare sulla panchina rossoblù. Il 59enne tecnico milanese, che torna a respirare il clima della Serie A dopo l'esperienza a Venezia, si augura che l'incubo che sta vivendo tutta l'Italia finisca al più presto: "Io oggi penso solo che vorrei non vedere più bare portate via dai militari, sentire di fabbriche chiuse, di gente senza lavoro – ha spiegato alla ‘Gazzetta dello Sport' – Se riprende il calcio vuol dire che riprende un po' di vita e allora accetteremo quello che sarà".
Mentre il presidente federale Gravina e tutti i presidenti cercano di capire se e quando potranno tornare in campo le squadre, l'ex Uomo Ragno interista un'idea ben precisa se l'è già fatta: "La vedo dura finire entro giugno, più facile sfondare su luglio, e allora: le vacanze? Chissenefrega delle vacanze. Dobbiamo giocare a Ferragosto? Giochiamo a Ferragosto. Quattro partite alla settimana? Giochiamole. Stipendi tagliati? Sarà così per forza".
La clausura forzata di Zenga
L'emergenza Coronavirus ha dunque costretto tutto il calcio a fermarsi e a rimandare a casa i giocatori. Tra questi ovviamente anche quelli di Walter Zenga: "Dal 7 marzo non ho più sentito uno di loro, li ho lasciati in pace con le famiglie: ce l’hanno tutti qui, l’unico senza sono io. Come sto passando il tempo in isolamento? Sto facendo corsi di leadership online, su Wyscout ho studiato i profili tecnici e personali dei giocatori. Non sapere quando mi servirà tutto questo è dura, preferirei mi dicessero: fino a fine maggio non se ne parla. Per ora, primo protocollo: nessuna ripresa effettiva degli allenamenti, solo attività a casa. Quando e se torneremo a giocare, non c’entrerà più nulla la classifica di oggi e chi era ognuno di noi: solo quello che saremo diventati. Mancheranno 13 partite: un mini campionato, dove può succedere di tutto".