Coronavirus, Tommasi e lo stop della Serie A: Italia spaccata in due, tra insulti e applausi
Mentre l'ultimo cortocircuito va in onda in diretta mondiale al Tardini di Parma, con una gara prima posticipata di 30 minuti, poi riprogrammata alle 13.45 in seguito ad un lungo conciliabolo tra le forze del calcio (Lega, Figc, Ministero dello Sport), l'Italia si spacca in due. C'è chi è d'accordo nel far continuare il ‘circo' del pallone malgrado l'emergenza sanitaria nazionale e chi, invece, reclama una sospensione dell'intero campionato.
Sull'ultimo argomento si è espresso in maniera molto forte e decisa Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Calciatori, che ha richiesto lo stop delle partite. Al di là di deleghe governative, porte chiuse o qualsiasi altro espediente per poter poter proseguire nel calendario stagionale. In due tweet, Tommasi si è esposto in prima persona, raccogliendo diversi pareri dei tifosi, appassionati o persone comuni che vivono in modo distaccato il calcio e le sue contraddizioni. E tra i vari commenti, si percepisce un'Italia divisa in due, tra chi è con l'ex centrocampista per bloccare tutto e chi, invece, lo insulta e attacca, tacciando il mondo del pallone come un sistema di privilegiati.
Le parole rilasciate a Fanpage
Quando Damiano Tommasi ha espresso il proprio parere sulla attuale condizione del calcio italiano in piena emergenza sanitaria, ha seguito un filo conduttore ben preciso: la coerenza. Da subito ha sottolineato la necessità di pensare seriamente non ad un rinvio ma a uno stop. Nelle parole rilasciate in esclusiva a Fanpage, il presidente Aic, si è posto immediatamente una domanda fondamentale: se fosse sensato far giocare le partite, al di là dei problemi derivanti dalla sospensione o da un ulteriore posticipo delle gare e del calendario.
Chi è con Tommasi
Anche su Twitter, Tommasi ha rimarcato il proprio concetto ricevendo consensi da parte di tantissimi internauti che ne hanno sposato il pensiero. "Ho sempre pensato fossi la persona giusta al posto giusto. Magari anche in Lega potresti far sentire una voce di buon senso". E ancora "Rifiutatevi di scendere in campo. Soluzioni drastiche ma civili e di buon senso", "Non scendete in campo @17tommasi! Date un segnale forte di intelligenza", "Se le autorità non intervengono che siano i giocatori ad imporsi per non giocare. Abbiamo una grossa emergenza e continuare a giocare in questo clima è inutile. Non serve neanche a distrarre…. #Fermateilcampionato", "Hai perfettamente ragione Damiano, si parla di calcio come fosse il problema principale quando c’è un’emergenza sanitaria mondiale che si aggrava giorno dopo giorno, abbiamo perso le priorità e questa cosa mi preoccupa molto, dobbiamo darci una svegliata prima di pentircene".
Chi è contro Tommasi
Ma l'altro lato della medaglia è fatto di insulti, critiche, a volte pesantissime e dirette ma che evidenziano un pensiero totalmente differente e in contrasto con i primi. Molti altri utenti hanno sottolineato come il calcio non si possa né si debba fermare, provando a dare ognuno un motivo differente: "Le aziende non chiudono, io mi devo recare a lavoro ugualmente. Perché un calciatore non dovrebbe continuare a lavorare? o tutti o nessuno allora", "Assolutamente no c’è gente che si alza la mattina per andare a lavorare e guadagnare qualcosa, loro che invece guadagnano milioni vogliono fermare il loro lavoro, assolutamente contro o si interrompono tutti i lavori o non si interrompe nulla sennò che senso ha. RIDICOLI", " Mi dispiace ma nn sono d'accordo… Il calciatore è un lavoratore come me, con 5mln di privilegi in più in tutti i campi, quindi se posso andare a lavorare io a "PORTE APERTE" può lavorare anche lui a "PORTE CHIUSE", fine".