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Coronavirus, Spadafora pensa alla ripartenza della Serie A: “Difficilmente sarà a porte aperte”

Il ministro Vincenzo Spadafora è tornato a parlare in merito alla ripresa dei campionati: “Il 3 maggio è la data che tutti noi auspichiamo, ma non diamolo per certo, perché le decisioni si assumono nei momenti di grande responsabilità. È comunque difficile pensare già per quella data le partite a porte aperte. Lo vedremo nelle prossime settimane”.
A cura di Alberto Pucci
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Il mondo del calcio è ancora in attesa di capire quando ci saranno le condizioni per poter tornare in campo per allenamenti e partite. Dopo le parole del presidente federale Gravina, a cercare di fare un po' di chiarezza sono arrivate nuovamente le dichiarazioni del ministro dello Sport,  Vincenzo Spadafora: "La ripresa della Serie A il 3 maggio? E' la data che tutti noi auspichiamo, ma non diamolo per certo, perché le decisioni si assumono nei momenti di grande responsabilità. Del resto la situazione medico-sanitaria cambia continuamente. A oggi il 3 maggio è la data possibile, ma non lo darei per certo ed è difficile pensare già per quella data le partite a porte aperte. Lo vedremo nelle prossime settimane".

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La cautela di Spadafora

Non c'è ovviamente ancora nulla di certo, e le priorità delle istituzioni sono tutte per l'emergenza Coronavirus: un grave problema che sta monopolizzando l'attenzione di tutti gli italiani, ad oggi probabilmente poco interessati a sapere come e quando il pallone ricomincerà a rotolare: "Sarei molto cauto nell'affermare che il 3 maggio si partirà in maniera normale e con gli stadi completamente pieni – ha aggiunto il ministro a ‘Speciale Tg3' – A un mese e mezzo di distanza credo sia ancora un auspicio, non una certezza. Del resto il mondo del calcio ha capito molto in ritardo che doveva fermarsi e abbiamo visto le conseguenze. Eviterei di ripetere quella noncuranza che la Lega di Serie A ha già abbondantemente manifestato e dimostrato".

"I tagli degli ingaggi ai giocatori? Sono perfettamente d'accordo con Gravina – ha concluso Spadafora – Quando supereremo questa emergenza ci saranno tante di quelle situazioni che dovremo mettere a posto che il tema dello stipendio dei calciatori non sarà né un tabù, né un problema. Non ci dimentichiamo che la maggior parte delle squadre hanno debito elevato. Chiederei accortezza a tutti".

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