Coronavirus, Lippi: “In Cina hanno giustiziato chi è scappato, in Italia si va a sciare”
Di fronte all'emergenza Coronavirus, partita dalla Cina e purtroppo proseguita anche nel nostro paese, Marcello Lippi ha spiegato come il popolo cinese sta cercando di uscire da questo grave problema: "Mi hanno detto che stanno migliorando molto le cose – ha spiegato l'ex commissario tecnico della Nazionale italiana ai microfoni di 90esimo minuto – In Cina ci sono stati numeri eccezionali, ma l'hanno affrontata con tanta decisione e severità. Per esempio qui in Italia ho sentito dire che una persona contagiata era scappata dalla zona rossa per andare a sciare e poi si è fatta male e l'hanno curata. Laggiù invece chi è scappato dalle zone rosse l'hanno giustiziato".
"Sono molto più severi nel far rispettare le leggi – ha proseguito Marcello Lippi – Hanno dei medici e degli scienziati importanti e stanno pian piano trovando la maniera di uscirne. Mi hanno detto che stanno migliorando le cose, che stanno aumentando tantissimo i guariti e credo che riprenderanno il campionato a metà aprile".
Il parere di Lippi sulla richiesta di fermare il campionato
Il settantunenne allenatore viareggino, che in Cina ha lavorato per il Guangzhou Evergrande dal 2012 al 2015 e per lo staff tecnico della Nazionale Cinese dal 2016 al 2019, ha poi sottoscritto le parole di Damiano Tommasi e del ministro Vincenzo Spadafora: "È il momento di prendere delle decisioni. Da sportivo mi sento di dire al ministro che per i calciatori è quasi impossibile che non si abbraccino dopo un gol. Bisogna prendere delle decisioni, io penso che il campionato verrà fermato, ed è anche giusto farlo – ha concluso Lippi – Fermare il calcio, però, significa non solo fermare il campionato ma anche non fare allenare le squadre. Poi dovrebbe fermarsi anche tutto il resto".