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Covid 19

Coronavirus, la paura di Jankto: “La situazione è spaventosa e potrei essere positivo anch’io”

Il giocatore della Sampdoria, in un’intervista rilasciata ad un portale del suo paese, ha confessato di vivere l’emergenza Coronavirus con forte preoccupazione: “La situazione in Italia è spaventosa e sta peggiorando. Siamo tutti in quarantena da una settimana, ma non posso essere certo di non essere infetto, così come non posso sapere se più persone rispetto a quelle che sono già risultate positive nel club lo siano”.
A cura di Alberto Pucci
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La Sampdoria di Claudio Ranieri è tra i club più colpiti dal Coronavirus. Sono infatti diversi i giocatori blucerchiati contagiati dal Covid-19: una situazione drammatica che ha costretto la società di Massimo Ferrero all'auto isolamento generale e ad un ‘silenzio stampa' per evitare di generare il panico tra i tifosi doriani. In un'intervista concessa ad un sito internet del suo paese, e dopo aver visto alcuni suoi compagni contrarre il virus, Jakub Jankto ha così spiegato tutta la sua preoccupazione per il grave problema che sta colpendo tutta l'Italia.

"Quando è esploso il caso del Coronavirus alla Sampdoria, io mi allenavo con i miei compagni. Ora siamo tutti in quarantena da una settimana, ma non posso essere certo di non essere infetto, così come non posso sapere se più persone rispetto a quelle che sono già risultate positive nel club lo siano – ha spiegato il giocatore della Repubblica Ceca – Tento di distrarmi e stare sereno assieme a mia moglie e mio figlio, ma non è semplice".

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Il calcio all'ultimo posto

"La situazione in Italia è spaventosa e sta peggiorando, quindi non c'è modo di immaginare quando finirà tutto – ha spiegato il blucerchiato a ‘Sport.cz' – Posso solo seguire tutte le normative, curare l'igiene, ma niente di più. E sperare di stare bene. Non sappiamo quando torneremo ad allenarci, la situazione non sta certo migliorando. Ci sono migliaia di infezioni nuove ogni giorno qui in Italia e centinaia di morti. Mi tengo in forma con i mezzi che ho a disposizione in questo momento. Se una persona nella mia situazione pensa al calcio? Sarò onesto. Per quanto mi riguarda, posso dire di no. Quello che mi interessa è che tutto questo finisca, che non ci siano più contagi o vittime. Il calcio e lo sport sono ormai all'ultimo posto",

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