Coronavirus, Kakà: “Fa male vedere l’Italia così, ma siete un popolo forte e ne uscirete”
Spaventato dal Coronavirus, il mondo intero osserva l'Italia e cerca di cogliere qualche informazione utile per tentare di arginare la pandemia. Tra le nazioni interessati c'è anche il Brasile: terra dalla quale sono spesso arrivati in Serie A grandissimi campioni. Sbarcato a Milano nell'estate del 2003, dopo una geniale intuizione di Leonardo, Ricardo Kakà non ha solo scritto pagine indelebili del club rossonero ma ha anche stretto un fortissimo legamento con il nostro paese: un affetto speciale che l'ex milanista ha nuovamente confermato in un collegamento via Instagram con Laura Pausini.
"È bruttissimo vedere quello che sta succedendo in Italia, lì ho i migliori ricordi. Ieri ho visto un'immagine di un amico che ha fatto una foto alla piazza del Duomo a Milano, che era vuota e triste. Mi dispiace tantissimo. Voglio mandare un messaggio a tutti gli italiani: siete bravi e siete forti. Se avete costruito un Paese così bello significa che avete qualcosa di speciale e anche questa volta riuscirete alla grande ad uscire fuori da questa situazione. Complimenti a tutti i medici e agli infermieri e a tutti quelli che stanno lottando in prima linea negli ospedali. Grazie mille per quello che state facendo".
La speranza di Kakà
"Non posso immaginare cosa significhi stare lì 24 ore vedendo queste cose o pensare alle famiglie che hanno perso i propri cari e che non possono nemmeno portarli al cimitero – ha continuato l'ex Pallone d'Oro – Sono cose veramente dolorose e difficili, però abbiamo la speranza e la fiducia che questo brutto momento passerà. L'Italia resterà sempre un Paese bellissimo".
Dopo aver mandato un abbraccio al suo ex capitano Paolo Maldini ("L'altro giorno l'ho sentito, sta bene e sta meglio. Stessa cosa anche suo figlio Daniel"), Ricardo Kakà ha anche parlato di come anche il Brasile sta vivendo questo drammatico momento: "Esco solo nei momenti di necessità. Sì, siamo tutti in casa in quarantena da 8 giorni qua a San Paolo. È obbligatoria per tutti. In Brasile siamo un po' in ritardo, perchè il virus è arrivato un po' più tardi e questo è buono. Possiamo imparare dalle misure per contenere il contagio che hanno preso negli altri Stati, tra cui soprattutto l'Italia. Speriamo che i nostri governanti siano bravi e saggi nel fare le scelte giuste, perchè se non c'è salute non c'è economia, ma anche viceversa".