Coronavirus Genoa, Preziosi: “Non possiamo giocare, chi mando in campo, la Primavera?”
Il Genoa ha scatenato un focolaio di coronavirus all'interno della Serie A. 14 positivi, 11 giocatori e 3 componenti dello staff. Un problema inedito e mai riscontrato prima e che sta mettendo a dura prova i protocolli sanitari in vigore. Tanto che il sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa, ha espresso anche l'idea di fermare il campionato e non solo di rinviare un paio di partite. In casa Genoa, intanto c'è rammarico e fastidio per una situazione che evidentemente è sfuggita al controllo. A sottolinearlo è lo stesso presidente rossoblù Enrico Preziosi che si dice dispiaciuto per la situazione creatasi e che ha coinvolto inevitabilmente altre società.
Una intera squadra è in isolamento, nessun caso grave ma diversi giocatori con la febbre. Tutto è iniziato nei giorni precedenti a Napoli-Genoa, con la positività prima di Perin poi di Schone entrambi rimasti a casa senza partire per il San Paolo. Poi la gara con gli azzurri e infine, il riscontro degli ultimi tamponi che hanno evidenziato un contagio diffuso: "Mi spiae aver coinvolto altre società come il Napoli e forse, con il senno del poi si poteva gestire meglio tutta la situazione evitando di giocare".
I protocolli richiesti dal Cts e dettati dalla Federcalcio, però, il Genoa li ha seguiti scrupolosamente e Preziosi al Corsera sottolinea questo aspetto: "Siamo stati sempre scrupolosi seguendo le direttive date ed è per questo che il rammarico è ancora più grande. La prossima partita non si può assolutamente giocare, per una semplice questione di buon senso"
Il Genoa non potrà scendere in campo, Preziosi spiega i due motivi principali che ne determinano il rinvio della terza di campionato: "Molti giocatori sono isolati, non possono giocare ma soprattutto con così pochi negativi a disposizione non ci si può nemmeno allenare e questo è un aspetto che molti ignorano. Chi dovrei fare scendere in campo, i ragazzi della Primavera? Non è possibile".
Infine, uno spunto sul rischio di una sospensione della Serie A fino al ritorno di una sorta di normalità sanitaria: "Io resto dell'idea che se ci sono le condizioni minime si debba sempre giocare. Siamo stati già messi in ginocchio dal lockdown per la pandemia con perdite economiche enormi e adesso devo far fronte a questo nuovo problema"