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Coronavirus, Ezio Capuano: “Manderei in galera quelli che vanno a correre”

L’allenatore dell’Avellino che nei giorni dell’emergenza Coronavirus si è isolato a Pescopagano, non ha usato come sempre troppi giri di parole al Corriere dello Sport: “Mi si volta lo stomaco quando vedo gente che corre invece di restare a casa, egocentrici che manderei in galera, altro che sanzione. Chi corre espelle particelle di saliva e di sudore che restano diversi minuti nell’aria, un veleno che potrebbe aggrapparsi a chi passa”
A cura di Marco Beltrami
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Non è uno che usa giri di parole Eziolino Capuano. L'esperto allenatore dell'Avellino sta vivendo l'emergenza Coronavirus, nella sua casa di Pescopagano, lontano da tutto e tutti. Il mister 55enne in un'intervista al Corriere dello Sport si è dimostrato in sintonia con il governatore della Campania De Luca, puntando il dito contro coloro i quali non rispettano i divieti per fare attività fisica in modo irresponsabile: "Chi va a correre deve andare in galera"

Ezio Capuano, la galera per chi va a correre

Per Capuano stride e non poco il contrasto tra le immagini delle bare dei deceduti per il Coronavirus, e quelle di chi non rispetta le restrizioni imposte per limitare il contagio da Coronavirus: "Resteranno per sempre incollate alla mia memoria, due facce della stessa medaglia: da una parte quei deficienti che fanno la corsetta in modo goffo, sfidando controlli e divieti; dall’altra i camion che trasportano le bare di persone morte senza la carezza di un familiare. Non temo la morte, naturale conclusione della vita terrena, la mia paura è per i tanti ragazzi che ho allenato e che ritengo pari ai miei figli, ai quali la vita deve dare ancora tanto. È per loro che mi volta lo stomaco quando vedo gente che corre invece di restare a casa, egocentrici che manderei in galera, altro che sanzione. Chi corre espelle particelle di saliva e di sudore che restano diversi minuti nell’aria, un veleno che potrebbe aggrapparsi a chi passa, magari per fare una commissione importante".

Capuano racconta l'isolamento, il tecnico continua a lavorare a distanza per l'Avellino

Ezio Capuano si è auto-isolato a Pescopagano, e lavora a distanza per la sua squadra: "Leggo e parlo a telefono, qui non c'è gente in tempi normali, figurarsi adesso. C'è pure il lavoro ma è la cosa più semplice: con lo staff tecnico prepariamo video con esercitazioni che i giocatori svolgono per fare qualcosa. In questa fase della stagione gli atleti hanno ormai esaurito l’80% delle energie, vanno in scioltezza. Sarà un problema ricominciare, non so quando. Indispensabile una fase di almeno 15 giorni di lavoro, altrimenti non si conteranno gli infortuni".

Come cambierà il calcio dopo il Coronavirus per Capuano

Quale calcio ritroveremo quando l'emergenza Coronavirus sarà rientrata? Capuano è consapevole che niente sarà come prima: "Il calcio cambierà, specialmente in Lega Pro, dove le società si reggono sulle capacità finanziarie di imprenditori ora in grave difficoltà. Prima di pensare al calcio, dovranno preoccuparsi delle aziende, delle loro famiglie e quelle dei loro dipendenti. Non è un discorso di tagliare lo stipendio ai calciatori, quello riguarda la A e la B. Cosa vogliamo decurtare a chi prende 30mila euro lordi? Ora che siamo costretti in casa, riflettiamo su queste cose. Mi piacerebbe parlare dell’ottimo trend del mio Avellino, quella bella striscia di risultati, la posizione di classifica che solo un matto avrebbe ipotizzato a inizio stagione, la valorizzazione di alcuni elementi. Parlare adesso di calcio giocato, onestamente, è come raccontare una favoletta per tenere impegnati i bambini in casa".

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