Coronavirus, Capello: “Sosta difficile da gestire, c’è il rischio che i giocatori ingrassino”
Il dramma della pandemia da Coronavirus ha messo in ginocchio il nostro paese e con lui fermato anche il mondo del calcio: passato giustamente in secondo piano, di fronte all'emergenza e al numero dei contagiati e dei morti che il Covid-19 ha fatto in queste settimane. Rinchiuso nella sua casa di Lugano, a pochi chilometri dal confine italiano, Fabio Capello ha così raccontato in un'intervista concessa allo spagnolo ‘AS' il suo isolamento e quelli che secondo lui saranno i problemi con i quali si dovranno confrontare gli allenatori al momento della ripresa delle attività.
"Sono in Svizzera, ma molto vicino all'Italia e anche qui la gente non esce di casa – ha spiegato l'ex allenatore, oggi opinionista televisivo – Io sto bene, sono con mia moglie, senza vedere il calcio e le giornate sono molto, molto lunghe. Fortunatamente il virus non ha colpito nessuno della mia famiglia. Sarà una situazione complicata in tutto il mondo".
I dubbi di Fabio Capello
"Come gestire una sosta del genere? È impossibile. Devi sperare che i tuoi giocatori siano professionisti, che si prendano cura di se stessi, che non ingrassino. Ma se continuano a mangiare come quando si allenano, meglio lasciar perdere. Per fortuna al giorno d’oggi non c’è una stella che non abbia un preparatore personale". Tra gli argomenti toccati da ‘Don Fabio', anche il rinvio dell'Europeo di calcio deciso dall'Uefa: "È stata una buona idea. Non si sa quando finirà tutto questo, bisogna spostare tutto al prossimo anno. Non si può neanche dire se si giocheranno i campionati, vedremo. Quello che è certo è che non si può giocare a calcio con quello che sta succedendo. Non sarà semplice. Io ho iniziato a giocare a calcio alla fine degli anni Cinquanta, dopo la seconda guerra mondiale, e non ho mai vissuto nulla del genere".