Coronavirus, Buffon: “Restiamo a casa, facciamolo per rispetto nei confronti degli altri”
Costretto anche lui a chiudersi in casa, Gigi Buffon ha deciso di parlare in collegamento con la redazione di Juventus TV: il canale tematico del club bianconero. Il portiere di Maurizio Sarri, nella lunga intervista, ha ovviamente toccato anche il tema dell'isolamento domiciliare a causa del Coronavirus: "Dobbiamo restare a casa. So che rispetto ad altri sono facilitato, anche per la situazione economica. Se non lavoro, vado avanti in maniera agiata. Poi ho una casa con un giardino, tutto fa sì che a casa non si stia così male. Chi vive in città, in un appartamento è più complicato. Ma lo scopo di tutto questo è il rispetto nei confronti degli altri, bisogna seguire tutte le direttive che arrivano".
"Da questa situazione, da quelle più complicate, arrivano delle chiavi di lettura molto belle – ha aggiunto Buffon – Ci sta unendo come popolo. Ho aperto la finestra e anche a Torino ho respirato un'aria bellissima, finalmente. È bello vivere in una dimensione diversa, siamo abituati a non pensare e a bruciare il tempo dietro al lavoro. Avere tanto tempo non è qualcosa a cui siamo abituati, se impariamo a suddividere bene la giornata ne usciamo cresciuti. Il bacio con Dybala dopo il gol in Juve-Inter? L’adrenalina è quell'energia, quell'insensatezza che ti fa fare cose a cui non pensi e che non dovresti fare".
La squadra del cuore del ‘bambino' Buffon
Durante il nuovo programma "A casa con la Juve", che ha visto ospite anche il cantante e tifoso juventino Bugo, Gigi Buffon ha poi regalato ai telespettatori anche alcuni aneddoti suggestivi: "Da bambino ero super juventino e innamorato di Trapattoni, mi piaceva perché fischiava. Quando è andato all'Inter ho tentennato e per un po' ho anche simpatizzato per i nerazzurri. Poi ho cominciato a tifare le squadre di provincia: Pescara, Como, Avellino. A 12 anni il Genoa mi ha trascinato in questa vita da tifoso interessato. Tutto questo alla fine ti fa capire quanto da bambino siano importanti le figure come quella del Trap. Il mio ritorno alla Juventus? È stato naturale. A Parigi ho passato un anno bellissimo, probabilmente mi ci voleva per disintossicarmi, ma i contatti con il presidente, Paratici e i compagni di squadra ci sono sempre stati. Ho fatto una stagione dall’esterno senza mai tagliare il cordone ombelicale. Smettere? No, prima di tutto perché sto bene e poi perché devo avere rispetto dei sogni di Gigi da bambino".