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Cori razzisti in Sicilia, si siede e fa sospendere la partita. Gli avversari: “Maschera la sconfitta”

È successo in una partita di Eccellenza: il giocatore della squadra di casa si è seduto a terra come gesto di protesta verso gli insulti razzisti. La partita è stata sospesa, ma gli avversari lo hanno accusato: “Hanno alzato un polverone che nasconde la vera differenza vista in campo”
A cura di Ada Cotugno
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Un episodio di razzismo ha sconvolto il campionato di Eccellenza nel Messinese: durante Jonica-Real Avola, valida per la quinta giornata del Girone B, Jairo Alegria è stato preso di mira da continui insulti razzisti e in segno di protesta si è seduto a terra in mezzo al campo facendo sospendere la partita a dieci minuti dalla fine. Un gesto di protesta forte, arrivato dopo continui cori e frasi discriminatori che purtroppo lo hanno accompagnato per tutta la gara.

Il colombiano della Jonica ha deciso di rispondere a suo modo, rifiutandosi di proseguire una gara diventando il bersaglio facile di un comportamento vergognoso. I compagni di squadra si sono stretti accanto a lui in campo e poi lo hanno seguito negli spogliatoi costringendo l'arbitro a sospendere tutto quando gli ospiti erano in vantaggio per 3-0. La questione ha fatto scatenare una discussione fra le due squadre, con gli ospiti che li hanno accusati di aver messo in scena tutto per il risultato.

La protesta di Jairo Alegria per gli insulti razzisti

Non ha più sopportato i cori discriminatori e ha deciso di fare un gesto forte per mettere a tacere il razzismo. Il colombiano si è seduto in mezzo al campo, impedendo a tutti gli altri di continuare la partita: "I tifosi avversari mi urlavano ‘nero di m***a’ e mi facevano il verso della scimmia. Non mi era mai successo da quando gioco in Italia. Non ce la facevo più"Un urlo disperato da parte di Alegria che è stato sostenuto da tutti i suoi compagni nella sua protesta.

Il giocatore era esasperato e tutta la squadra della Jonica è tornata negli spogliatoi a cinque minuti dalla fine della partita, facendo sospendere l'intera gara per i cori razzisti che continuavano a piovere dagli spalti da parte dei tifosi ospiti presenti al comunale di Santa Teresa di Riva. Le autorità competenti sono già a lavoro per verificare l'accaduto e punire gli autori di questo gesto vergognoso.

Botta e risposta fra i due club

Come se non bastasse tutta la situazione è diventata oggetto di un battibecco social nato fra Jonica e Real Avola. La squadra di Alegria con un comunicato stampa ha voluto chiarire la situazione, spiegando le motivazioni del giocatore: "A 5′ dal novantesimo il nostro attaccante, Jairo Alegria, era vittima di ripetuti cori razzisti giunti dal settore ospiti (ripresi dalle forze dell’ordine presenti nel nuovo comunale ) e si rifiutava di continuare a giocare. Insieme a lui abbandonavano il campo i propri compagni di squadra. Per la cronaca gli ospiti erano in vantaggio per 3-0″.

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Gli ospiti però hanno risposto smentendo tutto e accusando dall'altra parte di aver usato il pretesto per abbandonare una partita destinata alla sconfitta: "Alla nostra Società corre l’ obbligo smentire e precisare le inesattezze pubblicate via Social dalla Società FC Jonica. La partita, giocata intensamente e condotta 0-3 dai nostri ragazzi, all’ 85’ non è stata SOSPESA, bensì ABBANDONATA dalla Squadra locale, che riceveva ordini dai vertici societari dopo aver sentito ipotetici insulti razzisti. Semmai fosse successo, ci discostiamo nettamente da tale isolato gesto. Ma usare un tema delicato e complesso come il razzismo per mascherare responsabilità e sconfitta, è un atteggiamento anti sportivo e altrettanto intollerabile. Diffidiamo chiunque proverà a ledere l’ immagine della nostra società e della nostra città, solo allo scopo di alzare un polverone che nasconda la vera differenza vista in campo".

La squadra di Alegra d'altro canto ha risposto specificando che la vittoria del Real Avola era ampiamente meritata e che non aveva intenzione di speculare sull'esito sportivo, né tantomeno accusare dirigenti e tesserati di un gesto razzista che era arrivato invece soltanto dagli spalti.

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