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Coppa Italia, cerimoniale senza strette di mano e Istituzioni: comandano le norme anti virus

Sarà una Coppa Italia inedita, giocata in uno stadio completamente vuoto, con un cerimoniale modificato per le nuove regole anti virus e senza la presenza delle Istituzioni (il presidente della Repubblica ha declinato l’invito per rispetto ai tifosi). Cambierà anche la modalità di consegna delle medaglie, già presenti sul palco. Unica ‘eccezione’ la mini-festa al momento del trofeo alzato al cielo.
A cura di Alessio Pediglieri
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La finale di Coppa Italia 2019/2020 sarà a suo modo unica: il primo trofeo post Covid-19, giocato in uno Stadio Olimpico deserto non per le intemperanze dei tifosi ma per la pandemia che si è diffusa da marzo e che ancor oggi obbliga a restrizioni medico sanitarie particolari. Una partita disputata da due squadre con soli 90 minuti nelle gambe dopo tre mesi di fermo obbligato. E una cerimonia che sarà particolare, anch'essa soggetta agli obblighi imposti per limitare eventuali forme di nuovi contagi. Perché le disposizioni anti virus influiranno non solo in campo (e a bordo campo) ma anche sul cerimoniale della Coppa Italia.

L'assenza delle Istituzioni – Non ci sarà alcun rappresentante delle istituzioni a omaggiare i vincitori e a consegnare loro il trofeo come è tradizione oramai consolidata negli anni della Coppa Italia, che cambia formula e si adatta ai tempi ma che non ha mai mutato nulla nel cerimoniale. Fino a mercoledì sera quando non ci sarà spazio per abbracci e strette di mano ‘formali' perché anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha già comunicato che non sarà presente allo Stadio evitando di usufruire di un privilegio negato ai tanti tifosi che avrebbero voluto partecipare. Muterà la procedura anche per la consegna delle medaglie che i calciatori troveranno già sul palco.

La consegna delle medaglie – Non ci sarà la classica passerella in fila indiana dei vinti e poi dei vincitori a stringere mani e ricevere abbracci (o venire consolati) da parte dei rappresentanti delle istituzioni calcistiche e governative. Le due squadre saliranno sul palco attraverso un percorso distanziato che permetterà il rispetto delle norme vigenti in tema di coronavirus e troveranno il ricordo (da vincitori o da secondi) da appendere al proprio collo rigorosamente da soli e senza contatti con altre persone.

L'assembramento concesso – Se il cerimoniale dunque verrà svolto in forma ridotta si è concesso almeno un momento che legherà questa Coppa Italia post Covid al suo passato: al momento in cui il capitano della squadra vincente alzerà al cielo la Coppa nel tripudio classico di coriandoli e luci, tutti i compagni potranno partecipare ai festeggiamenti. Uno ‘strappo' alla regola, con un mini assembramento che però dovrà durare l'attimo delle foto con cui ricordare l'evento, senza esagerazioni particolari, cercando di rispettare anche nel momento della massima esultanza le richieste anti Covid che sono state indicate.

Stadio vuoto, solo 300 persone – Il tutto verrà svolto in un desolante Olimpico deserto. Sul terreno di gioco e tra tutti gli accreditati consentiti ad essere presenti allo stadio, non si supererà il numero di 300 persone, di cui una sessantina tra giornalisti e fotografi. Ci si potrà consolare con una copertura televisiva e mediatica totale: ci saranno 40 broadcaster in diretta (con l'evento trasmesso in 200 Paesi) e una serie di dirette streaming sui social network da parte di Vip e campioni che si collegheranno

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