Contro chi abbiamo perso i Mondiali: la 67ª nazionale al mondo col bomber che fa fatica in Arabia
Una Nazionale di autentici carneadi che giocano nei più disparati campionati europei e non solo, con un valore complessivo di circa 65 milioni di euro, 67ª posizione nel Ranking FIFA, senza mai una partecipazione alla fase finale di un Mondiale e con una sola presenza ad un Europeo, in cui è stata eliminata nella fase a gironi. Questa è la Macedonia del Nord, l'avversaria in grado di battere l'Italia di Mancini ed escluderla – per la seconda volta consecutiva – da un Mondiale.
La classica Cenerentola che si è vestita a festa e ha coronato il proprio sogno grazie al suo Principe Azzurro, Aleksandar Trajkovski che con un colpo da biliardo al 92′ ha frantumato le speranze di gloria italiane, grazie al tocco a fil di palo con cui ha permesso al proprio Paese di giocarsi in finale contro il Portogallo lo storico accesso alla fase finale di Qatar 2022. Servirà una autentica impresa ma per la Macedonia, ora, nulla appare impossibile. La Nazionale dei fenomeni, Campione d'Europa in carica, ha chinato il capo mestamente, ricevendo una lezione unica da parte di uno dei Paesi più giovani nel firmamento del calcio, nato dalla costola della ex Jugoslavia del 1993.
Da allora, la Macedonia non ha raccolto alcunché in chiave internazionale e i suoi vanti si contano sulle dita di una mano. Il miglior piazzamento assoluto nel Ranking FIFA risale al lontanissimo 2008 quando riuscì a strappare un più che modesto 48° posto in classifica. Poi, nessuna partecipazione ai Mondiali mentre nel 2020, nell'edizione che consacrò la Nazionale di Mancini, è riuscita ad inserirsi nella fase finale degli Europei venendo però malamente eliminata nel primo turno con tre sconfitte in altrettante partite.
Ancor peggio va se si guardano statistiche individuali dell'attuale rosa in mano a Blagoja Milevski. Il miglior giocatore di ogni tempo è Goran Pandev, autentica icona del calcio macedone che vanta il record di presenze (122) e di reti totali (38) che ha ottenuto giocando fino alla soglia dei 40 anni e che ha salutato la propria nazionale lo scorso giugno. Contro l'Italia non c'era, così come Elmas, il centro della sfera attuale della rosa della Macedonia. Che vanta una serie infinita di carneadi, gli stessi che si sono eretti a eroi per una sera. Tra questi, anche Aleksandar Trajkovski, attaccante classe 92, determinante per l'eliminazione azzurra.
L'attaccante macedone è una vecchia conoscenza del calcio italiano e al "Barbera", prima della sua rete più importante in carriera segnata a Donnarumma, aveva già siglato 16 gol, con la maglia del Palermo che aveva vestito tra il 2015 e il 2019 in 104 presenze complessive. Oggi, Trajkovski milita nel campionato saudita, nell'Al-Faiha una squadra di metà classifica della massima serie, e guida il gruppo dei connazionali che hanno umiliato Verratti e compagni, inseriti in vari (e più che mediocri) contesti calcistici. Ma non si può definire una vera propria ‘macchina da gol': nell'attuale stagione in corso su 17 partite totali (11 con la maglia dei danesi dell'Aalborg e 6, da gennaio, con l'Al-Faiha) ha segnato sono una rete.
Degli eroi del "Barbera", in tre giocano in Croazia, due in Spagna, altrettanti in Ungheria, in Arabia Saudita e nella seconda divisione tedesca. Poi c'è chi milita nel campionato cipriota, in quello slovacco, romeno o moldavo.
Calciatori anonimi, senza carriere o successi importanti, che formano una Nazionale più che modesta anche nel valore complessivo. Soprattutto se confrontato ai più quotati azzurri i cui cartellini stimati portano a circa 870 milioni il totale nelle mani di un irriconoscibile Roberto Mancini. E il suo collega Milevski? Si deve accontentare di una rosa che vale più o meno 65 milioni, praticamente 15 volte inferiore a quello dell'Italia, pari al costo del cartellino di un Barella qualsiasi. E se tra i vincitori di giovedì sera, si toglie il napoletano Elmas – che a Palermo non ha giocato – il cui valore da solo ammonta a circa 25 milioni, il totale della nazionale macedone scende a 40 milioni.
Numeri ai limiti dell'imbarazzo, improponibili in un confronto con la nostra Italia, Campione d'Europa in carica e per quattro volte sul tetto del Mondo. Dove non potrà tornarci per altri quattro lunghissimi anni, quando per il 2026 – il Mondiale tra USA, Messico e Canada con il nuovo format – si dovrà ripartire dai gironi di Qualificazione nella speranza di evitare una volta per tutte l'incubo dei playoff.