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Conte: “Vincere all’Inter non è per tutti. Ho affrontato difficoltà che non conoscevo”

Conte rivendica la bontà del lavoro svolto nel biennio all’Inter: prima il secondo posto alle spalle della Juve di Sarri (che vinse il titolo di corto muso) poi il titolo ottenuto con cinque giornate di anticipo. Non è solo questione di risultati sportivi ma anche di crescita economica del gruppo avvenuta nell’arco di due stagioni. “Io porto aspettative e queste aspettative penso che siano state completate”.
A cura di Maurizio De Santis
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Si gode il momento. Non dà certezze sul futuro. Non sa se resta e nemmeno cosa accadrà nelle prossime settimane. Attende la fine del campionato e il vertice con la proprietà perché traccino progetti, orizzonte e ambizioni possibili per il futuro. Antonio Conte resta ancorato alle cose tangibili, ai pochi punti fermi di una stagione che lo ha visto conquistare lo scudetto a Milano, all'Inter, alla rivale di sempre dei bianconeri, spezzando proprio il dominio di quella Juve che lui stesso aveva condotto al successo in Serie A. Molto gli è già chiaro. L'aria che tira è nel concetto di ‘dimensionamento economico' espresso dal presidente Zhang chiedendo un sacrificio alla squadra sulla questione degli stipendi e dei bonus, spiegando che sul piano degli investimenti non c'è da aspettarsi sorprese né fughe in avanti. Lo stesso Marotta ha parlato di piano anti-crisi. Il tecnico recepisce il messaggio e ne spedisce un altro al mittente altrettanto forte e chiaro

Non traete certe conclusioni – le parole del tecnico nelle interviste dopo il successo contro la Sampdoria -. Ho detto solo che in questi due anni ho dovuto mettere tutto me stesso per affrontare certe difficoltà che non conoscevo. Vincere all'Inter non è una cosa per tutti, questa cosa mi dà soddisfazione. Non succedeva da undici anni di festeggiare lo scudetto e questa cosa mi dà enorme soddisfazione.

Goderci il momento. Conte ribadisce il concetto a menadito. Lo usa a mo' di schermo per evitare le domande più indiscrete sulle sue scelte: conservare il timone della squadra oppure decidere di cederlo per andare altrove. Tra i nodi da sciogliere c'è anche questo: convincere il tecnico.

Non sono qui per parlare del futuro, dobbiamo goderci questo momento perché c'è tanto lavoro e sofferenza dietro – ha aggiunto Conte -. Abbiamo ridato credibilità all'ambiente ed al club. In passato mi è capitato spesso di non godermi certi momenti poi Dio vede e provvede…

Conte rivendica la bontà del lavoro svolto nel biennio: prima il secondo posto alle spalle della Juve di Sarri (che vinse il titolo di corto muso) poi il titolo ottenuto con cinque giornate di anticipo. Non è solo questione di risultati sportivi ma anche di crescita economica del gruppo avvenuta nell'arco di due stagioni. In buona sostanza: se oggi questi calciatori hanno mercato e valgono tanto rappresentando una risorsa preziosa il merito va ascritto a lui che ha saputo gestirli e aiutarli a crescere.

Tanti giocatori si sono valorizzati a livello di mercato, il valore è nettamente superiore a quello di quando sono arrivato, quindi l'investimento sul sottoscritto ha dato i suoi frutti. Da me i giocatori si aspettano uno che li porti a vincere, perché la mia storia è questa. E per vincere bisogna avere la mentalità giusta. Io porto aspettative e queste aspettative penso che siano state completate.

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