Conte tradito dallo spogliatoio del Tottenham, lo distruggono con due parole: “Tossico e marcio”
Da domenica sera Antonio Conte non è più l'allenatore del Tottenham: il comunicato del club londinese ha ufficializzato quello che era nell'aria da giorni, facendo chiarezza sulla formula dell'addio. Si tratta di una risoluzione consensuale, quindi il 53enne tecnico leccese avrà sicuramente una buonuscita, visto che il suo ricco contratto scadeva a giugno.
Lo scenario di macerie che resta agli Spurs è reso del tutto particolare dal fatto che il problema era solo e soltanto Conte. Una questione puramente personale: malessere suo, ricambiato ormai da gran parte dell'ambiente, squadra in primis. In genere infatti quando un allenatore va via, anche tutto lo staff lo segue: stavolta non è accaduto così, anzi la totalità dei suoi collaboratori resterà fino al termine della stagione, con un'unica probabile eccezione.
Lo storico vice di Conte, Cristian Stellini, rimarrà infatti al Tottenham come primo allenatore fino alla scadenza del suo contratto il prossimo 30 giugno, supportato dall'altro assistente del leccese Ryan Mason: a loro toccherà il compito di provare a salvare la stagione nelle residue 10 partite di campionato, mantenendo l'attuale piazzamento nelle prime quattro posizioni che vale la qualificazione alla prossima Champions (ma gli Spurs hanno giocato due gare in più del Newcastle quinto).
Stellini e Mason peraltro saranno aiutati dagli altri collaboratori di Conte, anche loro contrattualizzati fino a giugno: l'allenatore dei portieri Marco Savorani, lo specialista dei calci piazzati Gianni Vio e i preparatori atletici Stefano Bruno e Costantino Coratti. Chi invece dovrebbe seguire a breve Conte lasciando Londra è il fratello minore di Antonio, Gianluca, che al Tottenham rivestiva il ruolo di collaboratore tecnico e analitico. Insomma il presidente Levy ha optato per la via del traghettamento, poi in estate dovrà scegliere il nuovo tecnico, con l'ex Pochettino e l'appena esonerato dal Bayern Nagelsmann in cima alla lista dei papabili.
Quanto ai motivi dell'addio di Conte, non bisogna andare molto indietro nel tempo per trovare le tracce del rapporto ormai completamente deteriorato tra tecnico, club e giocatori. La conferenza stampa di sabato scorso dopo il pareggio subìto in rimonta contro il Southampton ultimo in classifica è stata il punto di non ritorno: nel momento in cui ha pronunciato quelle parole contro i giocatori, accusati di essere degli "egoisti" che giocano solo "per se stessi", evidentemente il leccese sapeva che avrebbe messo in moto la macchina che avrebbe portato al suo addio.
Ma in questi mesi Conte non è stato mai tenero neanche con la società di Levy, fino ad arrivare a dire nel suo ultimo sfogo che "la storia del Tottenham è questa, da 20 anni non hanno mai vinto qualcosa", sottendendo che le motivazioni degli insuccessi sono più profonde. La situazione è precipitata negli ultimi tempi nel rapporto coi calciatori, sempre più stufi degli allenamenti ripetitivi e delle tattiche sparagnine di Conte. The Athletic riferisce due parole provenienti dallo spogliatoio del Tottenham sotto promessa di anonimato: "tossico" e addirittura "marcio". Su queste basi andare avanti era davvero impossibile.