Conte fuori di sé: “Scusate, sono davvero arrabbiato”. Dopo una domanda si alza e se ne va
"Se usciamo, voglio vedere…". Antonio Conte schiuma rabbia. È un fiume in piena, tracima e travolge tutto. Gli basta poco davvero per rompere gli argini e sfogare tutta la propria delusione per la decisione del Var che ha annullato il gol vittoria di Kane. Per quel cartellino rosso che ritiene eccessivo e penalizzante, a causa del quale sarà squalificato. In conferenza stampa gli fanno una domanda sola, è sufficiente perché si liberi di tutto quello che ha dentro. Perché ti hanno espulso e cosa è successo? E attacca il monologo. Finito, si alza e se ne va facendo un gesto eloquente. Non ha voglia di aggiungere altro. È meglio non dica altro.
Il veleno è nella coda, nel finale del delicato match di Champions League contro lo Sporting Lisbona. Il Tottenham ne viene a capo dopo una gara sofferta ma trova in pieno recupero la rete del raddoppio che dà uno scossone alla classifica del Gruppo D e gli consegna la qualificazione agli ottavi con un turno d'anticipo. A quota 10 punti con i portoghesi e il Marsiglia a 6 (e fuori dai giochi rispetto all'Eintracht secondo 7) la trasferta al Vélodrome sarebbe stata di ben altro tenore.
Invece no, in pochi minuti cambia tutto. Risultato e graduatoria vengono rivoltati come un calzino, la certezza aritmetica del passaggio del turno va a farsi benedire concentrando nell'ultimo confronto della fase a gironi il destino di ben 4 squadre: Spurs a 8, Sporting ed Eintracht a 7, Marsiglia a 6. Per una pazzesca combinazione di risultati perfino i francesi, che sembravano tagliati fuori, adesso possono sperare. Per quella segnalazione del Var tutto torna in discussione.
Pol van Boekel è l'arbitro che dalla cabina di regia richiama l'attenzione del collega. Cosa c'è di irregolare? La posizione dell'attaccante del Tottenham: rispetto al compagno (Emerson) che gli serve l'assist di testa, è in off-side per una porzione di ginocchio. Una chiamata tanto fiscale a termini di regolamento quanto assurda, l'ennesima dopo il polverone che si sollevò per quel fallo di mano di Dumfries dell'Inter non rilevato e per il mancato rigore che avrebbe dato ben altro volto a sorti della gara col Barcellona e della qualificazione.
"Perché? Perché?", urla il tecnico italiano. La sua reazione è veemente e ne paga le spese, il direttore di gara (Danny Makkelie) gli sventola sotto il naso il cartellino rosso. Ha cambiato idea e non convalidato il 2-1. Danno, beffa, sensazione di aver subito un torto e un'ingiustizia sono una miscela esplosiva. "Tanta gente è entrata in campo e l'arbitro ha deciso di espellermi solo per questo – afferma Conte -. Ci sono momenti in cui forse puoi essere un po' intelligente per capire che hai appena annullato un gol regolare. Perché il gol era regolare. La palla è davanti a Kane".
Gol regolare, ripete Conte. Per il Var no. Il tecnico salentino non fa giri di parole, va al nocciolo della questione. Tira fuori il sospetto del ‘due pesi e due misure', dice chiaramente che al cospetto di un club più blasonato difficilmente in cabina di regia si sarebbero distinti per un coraggio del genere. Fa riferimento anche alla poca onestà che ci sarebbe dietro un provvedimento così impattante.
"In genere non commento le decisioni arbitrali ma con il Var in questa stagione non siamo molto fortunati tra Premier e Champions League – aggiunge -. Voglio proprio vedere se questo tipo di decisione si può prendere con una grande squadra, in una partita importante… sì voglio vedere se il Var è così coraggioso da prendere questa decisione. Una decisione che ci ha arrecato un danno importante perché dobbiamo aspettare l'ultima partita con il Marsiglia. Una decisione che, ripeto, è ingiusta perché la palla è davanti a Kane. A volte puoi accettare situazioni del genere… a volte non vedo l'onestà e mi arrabbio davvero".
L'ultima riflessione-sfogo è un messaggio per il club, un invito a farsi sentire, a muovere i fili giusti, le opportune rimostranze a chi di dovere. "Spero che la società lo capisca e parli anche con le persone di cui deve parlare perché altrimenti è solo il manager a parlare – è la chioda di Conte -. Penso che il club debba essere forte perché ripeto questa situazione crea grossi, grossi danni. Ora non sappiamo cosa accadrà la prossima settimana. Se usciamo, voglio vedere".