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Conte affranto dopo Verona, il problema è grave: “Spero che non sanguini solo il mio cuore”

Dopo Verona-Napoli, Antonio Conte si è scusato prendendosi la responsabilità della sconfitta. Un messaggio però rivolto anche ai giocatori.
A cura di Marco Beltrami
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Antonio Conte si è scusato dopo la pesante sconfitta del suo Napoli all'esordio contro il Verona sottolineando la necessità di vergognarsi. Il tecnico azzurro si è mostrato amareggiato per il secondo tempo dei suoi giocatori, prendendosi la responsabilità per una prestazione deficitaria. Il rammarico più grande è quello di non poter ripagare al momento l'affetto del popolo napoletano, con la prospettiva di tanto lavoro da fare. Infatti Conte ha già individuato qual è il problema più grande del Napoli e per questo ha chiesto rispetto, sull'interpretazione delle sue parole.

Conte e i problemi del Napoli dopo Verona. Non c'entra solo il mercato

Ha pesato bene le parole da dire l'ex tecnico di Juventus e Inter, preoccupato soprattutto da un aspetto che nasce da una domanda sulla presunta insoddisfazione sul mercato e soprattutto dal mancato utilizzo di Osimhen: "È una domanda che dovete fare al club ma non a me. Osimhen si è allenato a parte, quindi dovete chiedere al club. L'ho detto subito e poi mi sono messo da spettatore. Al di là di un singolo giocatore, bisogna avere un atteggiamento con più personalità, voglia. Anche nelle difficoltà. Ma questi ragazzi nelle difficoltà fanno fatica".

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E questo spaventa Antonio Conte anche perché la sensazione è che ci vorrà del tempo per cambiare le abitudini dei suoi: "È una cosa grave, perché questa cosa non l'alleni in pochissimo tempo, ci vuole pazienza. A livello di mentalità bisogna cercare di farli crescere".

La conferenza stampa di Conte, chiede rispetto per l'interpretazione delle parole

Quando poi in conferenza al mister è stato richiesto il senso delle sue parole, ecco il messaggio ai giocatori dopo un'ulteriore assunzione di responsabilità. Tutto con una richiesta speciale, quella di comprendere bene il senso delle sue parole: "Non mi date rispetto perché non fate attenzione a quello che dico. Mi assumo la responsabilità e mi vergogno di quello che è successo, perché pochissime volte si è verificato da giocatore e da allenatore. Ho accettato con entusiasmo di venire qui dove la piazza merita rispetto, questo tipo di prestazione mi rende molto triste e il mio cuore sanguina".

Ed ecco anche il messaggio ai giocatori: "Ma mi auguro che qualche sanguinamento lo abbia anche qualcuno dei giocatori perché allora saremmo sulla buona strada. Se la sconfitta viene catalogata e domani si ride e si scherza come prima, significa che non sto trasferendo i concetti giusti. Significa che il malato è tanto grave".

L'allenatore del Napoli ha voluto scusarsi più volte, ribadendo poi il concetto su quanto sentito nelle ore precedenti la partita: "Mi prendo sempre la responsabilità, non parlo mai a cavolo per creare problematiche – a DAZN – Ho l’esperienza per capire determinate situazioni e dire alcune cose, poi che possano piacere o qualcuno possa cavalcare per farmi passare per una persona polemica a cui non va bene niente… è tutto sbagliato. Serve più ai media, bisognerebbe fare più attenzione perché non parlo mai a vanvera o per nascondermi. Significa che la gente non mi conosce, perché io ci metto la faccia e dico che la colpa è mia chiedendo umilmente scusa al popolo napoletano che ci mette passione. Vorrei tanto ripagare, ma più che essere onesto che devo fare".

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Non si dà pace Conte per il tracollo della squadra a fine primo tempo, una situazione inaccettabile: "Sentivo della notte di festa per il Verona, per noi deve essere una notte in cui dobbiamo avere l’umiltà di chiedere scusa al popolo napoletano. Perché è stato un secondo tempo difficile persino da valutare. La problematica è stata che nel secondo tempo siamo scesi in campo forse soddisfatti, ma poi di cosa visto che eravamo 0-0. L’atteggiamento non era lo stesso, di attenzione, voglia, determinazione. Alla prima difficoltà ci siamo sciolti. Questa è la cosa più preoccupante, senza dimostrare reazione. Una squadra forte tiene botta: è successo, ripartiamo e invece ci siamo sciolti. Questa è la cosa più brutta per me che sono l’allenatore e devo prendermi la responsabilità. Chiedo scusa".

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