Confronto nello spogliatoio della Juve: giocatori tutti d’accordo, parte la richiesta ad Allegri
Per far capire il momento difficile della Juventus basta una sola considerazione: siamo al 17 settembre e la partita contro il Monza ultimo in classifica assume già le sembianze dello spartiacque. Troppo pesante la sconfitta allo Stadium contro il Benfica in Champions per non allertare le unite di crisi alla Continassa e richiamare tutti al massimo impegno per salvare la stagione: se il passaggio agli ottavi della massima competizione europea appare decisamente compromesso, in campionato da adesso in poi bisogna abbassare la testa e pedalare, per risalire dall'attuale ottavo posto.
Il criticatissimo Allegri si appella agli infortuni che gli hanno tolto in questo avvio di stagione parecchi pezzi pesanti – "la Juve era pensata in un altro modo, provate a togliere all'Inter o al Milan cinque titolari, poi vediamo se vanno in difficoltà" – ma è chiaro che l'analisi della situazione deficitaria sia sul piano dei risultati che del gioco non può limitarsi soltanto alla considerazione delle assenze. Non se ti chiami Juventus e hai comunque una rosa che dovrebbe consentire di fare miglior figura in casa contro la Salernitana.
C'è evidentemente qualcos'altro, qualcosa che chiama in causa in prima persona il tecnico e il suo modo di mettere in campo la squadra ed instillarle quei dettami tattici che il livornese non ritiene primari rispetto al materiale umano ("La qualità sta sempre nei giocatori, non negli schemi. Non ho schemi prestabiliti, adatto il gioco alle loro qualità. Non sono un fenomeno per questo, è mestiere", ha detto nella chiacchierata con Sconcerti), qualcosa che tuttavia invece per i giocatori della Juventus ha un peso. Eccome se ha un peso, al punto che dal confronto col tecnico andato in scena nello spogliatoio il giorno dopo la sconfitta col Benfica è emersa una richiesta precisa.
"Mister, abbiamo bisogno di certezze", è stato il senso del faccia a faccia svelato da Repubblica, una posizione condivisa da tutti i giocatori, dai senatori ai nuovi arrivati, con Bremer e Kostic ad avere un ruolo importante con le loro parole rivolte all'allenatore. Un messaggio diretto, non un ammutinamento, per cercare di uscire tutti insieme dalla crisi. Se loro devono dare tutto in campo, tocca al tecnico dare quelle certezze quanto a gioco, posizioni, riferimenti. Serve una Juve solida e meno fluida, una squadra in cui torni l'ordine al posto della confusione spesso vista sul terreno di gioco. Max ha ancora la fiducia della società e i calciatori non lo hanno scaricato, pur col dubbio che serpeggia in qualcuno, ma adesso le chiacchiere stanno a zero: serve una svolta.