Con le vittorie di Brasile e Colombia è cominciata una “disastrosa” Copa America
Nella notte è cominciata la 47esima Copa America, con i match tra Brasile e Venezuela e tra Colombia ed Ecuador. Si tratta di un'edizione "disastrosa", come definita dal c.t. brasiliano Tite, organizzata in fretta e furia nel suo Paese dalla Conmebol, dopo i rifiuti di Colombia e Argentina dello scorso maggio.
Come accaduto con gli Europei, anche la massima competizione sudamericana per club, è stata rimandata di un anno. Inizialmente prevista tra il giugno e il luglio 2020, è stata rinviata a causa della pandemia da Covid-19 che ha duramente colpito il continente latino. Nel febbraio scorso, a complicare i piani della Conmebol, sono arrivati i ritiri dalla competizione di Qatar e Australia, Paesi chiamati a rimpolpare i gironi della Copa America, che si sono tirati indietro per completare le qualificazioni asiatiche ai Mondiali del 2022. L'organismo di controllo del calcio sudamericano ha poi annunciato che le due nazionali non sarebbero state sostituite, istituendo un nuovo calendario e confermando i due gironi da cinque squadre ciascuno.
In maggio, la Colombia e l'Argentina, inizialmente designate come sedi del torneo, si sono viste costrette a non ospitare la competizione, la prima a causa della profonda crisi sociale nel Paese e la seconda per l'impennata di casi Covid che sta tuttora mettendo a dura prova la nazione. La Conmebol, trovatasi con le spalle al muro e decisa a non cancellare la competizione, ha scelto il Brasile come sede ospitante, a meno di 15 giorni dall'inizio del torneo. Il Paese guidato dal presidente Jair Bolsonaro ha accettato di far disputare la Copa America in quattro sue città: Rio de Janeiro, Brasilia, Cuiaba e Goiania, pur trovandosi nel bel mezzo di una crisi sanitaria dai numeri estremamente preoccupanti, come quello relativo ai circa 1.500 morti giornalieri collegati al Covid-19.
Le polemiche in Brasile e le parole di Tite
Non sono mancate, dunque, le polemiche, tanto che l'approvazione per ospitare la competizione è dovuta arrivare nientedimeno che dalla Corte Suprema del Paese. Anche la selezione brasiliana, inizialmente, si è detta contraria a partecipare al torneo, salvo poi tornare sui propri passi, soprattutto per preparare al meglio la prossima edizione dei Mondiali. Il commissario tecnico Tite, prima del match inaugurale contro il Venezuela, ha comunque espresso il proprio dissenso per l'organizzazione del torneo:
Non avremmo voluto giocare la Copa America per rispetto di tutto ciò che sta vivendo il Paese. È una competizione organizzata in maniera disastrosa e veloce.
La Conmebol ha assicurato di essere consapevole della situazione che sta attraversando il continente nel contesto della pandemia e ha affermato di avere un gruppo di esperti che lavora in coordinamento con le autorità sanitarie dei dieci Paesi rappresentati.
I 13 positivi nel Venezuela
Le difficoltà della Copa America, però, sono continuate ancor prima che il torneo cominciasse ufficialmente. Il Venezuela, infatti, selezione che ha affrontato il Brasile nella gara inaugurale allo stadio nazionale Mané Garrincha di Brasilia, ha fatto registrare un focolaio all'interno del proprio ritiro, con ben 13 positivi al Covid-19 tra giocatori e staff. La Conmebol, conscia della possibilità che questo potesse accadere, aveva previsto cambi illimitati all'interno delle rose e il c.t. della Vinotinto Peseiro ha potuto chiamare altri giocatori, che non erano, però, disponibili per la gara contro i campioni in carica verdeoro.
La vittoria del Brasile sul Venezuela: 3-0 con protagonista Neymar
Gli ospiti, dunque, hanno affrontato la sfida con una formazione estremamente rimaneggiata, che poteva contare soltanto su 7 sostituti, tra cui due portieri. Per questo motivo, il match, già estremamente proibitivo per il Venezuela, si è trasformato in una sfida impossibile da vincere, contro un Brasile troppo superiore. La formazione di Peseiro, però, è stata eroica nel resistere a lungo, capitolando per 3-0 soltanto nell'ultima mezz'ora di partita. La squadra di Tite ha trovato il vantaggio a metà primo tempo con un gol di Marquinhos da azione di corner, ma non è apparsa brillantissima. Desiderosa di convincere anche i più scettici, ha continuato ad attaccare anche nel secondo tempo, trovando il 2-0 grazie a un rigore trasformato da Neymar, assegnato ai brasiliani per fallo su Danilo, terzino destro della Juventus. Nel finale, il numero 10 del PSG ha consegnato a Gabigol il pallone del 3-0 e l'ex Inter l'ha spedito di petto nella porta sguarnita. Due assist e un gol per O' Ney, che ha iniziato alla grande la sua Copa America, portandosi a 10 reti di distanza da Pelé nella classifica dei migliori marcatori della storia del Brasile e deliziando gli occhi degli spettatori (a casa, le partite si disputano a porte chiuse) con giocate da fenomeno.
Il successo della Colombia sull'Ecuador
Nell'altra partita del Gruppo B, quella tra Colombia ed Ecuador, i Cafeteros hanno vinto per 1-0, senza incantare. Di Edwin Cardona, che ha raccolto l'eredità di James Rodriguez indossando la maglia numero 10, il gol della vittoria, arrivato in seguito a un bello schema da palla inattiva, riuscito alla perfezione. Solo David Ospina e Juan Cuadrado gli "italiani" in campo dall'inizio, con il portiere del Napoli buon protagonista grazie a un paio di parate decisive. Nel secondo tempo è entrato anche Duvan Zapata, mentre è rimasto in panchina per tutti i 90 minuti Luis Muriel. Opinabili le scelte del c.t. Rueda, che ha preferito Borja e Santos Borré ai due attaccanti dell'Atalanta. La Colombia, però, ha vinto il match e si è portata in testa al girone al pari del Brasile. Stasera spazio al Gruppo A, con l'esordio dell'Argentina di Leo Messi contro il Cile e, a seguire, la sfida tra Paraguay e Bolivia.