Come sta il Valencia e perché l’Atalanta può sognare in Champions
Questa sera al ‘Meazza’ l’Atalanta si gioca la storia e si gode il momento. Con buone chance di qualificazione contro un Valencia forte ma che di certo non sta attraversando, per via dei recenti risultati e di diversi infortuni, un momento di forma straordinario. Solo cinque successi nel 2020, una cocente eliminazione dalla Coppa del Re per mano del Granada e tanti punti interrogativi sulla formazione titolare che affronterà stasera i bergamaschi. E così, dagli ultimi risultati dei Blanquinegres al sistema di gioco passando per i numeri degli spagnoli fino alle loro qualità di gioco, ecco che Valencia si troverà davanti la Dea del Gasp.
Come arriva il Valencia al ‘Meazza’: 5 successi su 10 nel 2020
Il Valencia viaggia a singhiozzo in questo 2020 e, dopo aver messo insieme un ottimo girone di Champions League, chiuso al primo posto davanti al Chelsea e all’Ajax, ha un po’ fatto fatica in questo nuovo anno. Dieci gare fra Supercoppa di Spagna, Coppa del Re e Liga, 5 successi, un solo pari e ben 4 ko. Alcuni, piuttosto fragorosi. Come, ad esempio, le due brutte cadute esterne contro Maiorca (4-1) e Getafe (3-0) e l’eliminazione per mano del Granada nella coppa nazionale (2-1) dopo il successo, nell’analoga manifestazione, dello scorso anno.
Se si estende la valutazione al rendimento post gironi, il Valencia di Celades – a proposito subentrato a settembre a Marcelino (per dissidi con la società) che aveva condotto al Mestalla la Coppa del Re e due volte in fila la qualificazione in Champions League – ha vinto, entro i confini dei 90’ di gioco, appena 4 match contro, in serie, Eibar, Logrones, Barcellona e Celta Vigo.
Mal di trasferta in Liga, corsari in Champions
Uno dei nei della stagione dei pipistrelli è di certo la condotta fuori dalle mura amiche del Mestalla. In campionato, infatti, i Blanquinegres hanno raccolto appena 3 vittorie, due pareggi e 6 sconfitte facendo segnare l’undicesimo rendimento esterno della Liga. Tutt’altra storia invece in Champions. E questo è di certo un aspetto che Gasperini e i suoi terranno bene in conto. Il Valencia quando sente la musichetta della Champions in trasferta tira fuori il meglio.
Nel girone, due scalpi eccellenti, quelli del Chelsea e dell’Ajax, fra Stamford Bridge e Amsterdam Arena e un pari, per 1-1 in Francia sul campo del Lille. E anche se il Valencia, nella storia recente della manifestazione, ha vinto una sola volta in Italia, nell’annata 2002/03 contro la Roma con gol di Carew, e non ha mai fatto bottino pieno in gare ad eliminazione diretta, con 4 pari e 5 ko, gli orobici dovranno stare attenti alle sortite ed alle armi degli spagnoli.
Problemi in difesa per Celades, monca la formazione anti-Atalanta
La formazione anti-Atalanta potrebbe non essere la migliore. L’infermeria per Celades è affollata e, specie in difesa, si riscontrano le defezioni maggiori. Assenti Piccini e Florenzi sulla destra spazio a Wass, con gli infortuni di Gabriel e Garay, una maglia da titolare agli arcigni colossi – e per questo lenti nello stretto – Diakhaby e Mangala con, sulla sinistra, Gaya. A centrocampo, sulle corsie laterali, i giovani arrembanti Soler e Ferran Torres con al centro, per via della probabile assenza di Coqeulin, il tandem Parejo–Kondogbia. Davanti, sicuro di una maglia Maxi Gomez, bomber di squadra con 9 firme stagionali e ballottaggio fra Guedes e Rodrigo con quest’ultimo alle prese ancora con un problema al ginocchio. In porta, il secondo Jaume Domenech dopo lo stop, per via di un fastidio all’anca, dell’olandese Cillessen.
Valencia (4-4-2): #1 Domenech; #18 Wass, #4 Mangala, #12 Diakhaby, #14 Gaya; #20 Ferran Torres, #10 Parejo, #6 Kondogbia, #8 Carlos Soler; #22 Maxi Gomez, #7 Guedes/#19 Rodrigo.
Il 4-4-2 è il modulo preferito: attacco corale e buona condizione fisica
Il 4-4-2 è lo spartito tattico preferito da Albert Celades. Per un gioco ordinato, lineare ma che è completamente in grado di scompaginare tutto e assumere, per gli amanti dei numeri, diverse fisionomie. Si difende bassi con otto uomini, e con le sole punte a tentare il contrattacco, si costruisce coralmente con i terzini, gli esterni d’attacco, le due punte e la mente Parejo impiegati nella fase di offesa. Che privilegia poco il possesso palla, con solo il 48,6% di media di supremazia territoriale, che premia l’ampiezza dei suoi esterni, con tantissime sovrapposizioni sulle fasce, e che si sbilancia un po’ di più sulla destra preferendo questa porzione del campo rispetto a quella mancina: con un 40% di sgroppate in quella zona di campo a fronte delle 33% prodotte sulla sinistra.
Gioco ampio e largo ma anche fatto di molte ripartenze con ben 21 gol, in campionato, provenienti da azioni manovrate o campo aperto, ovvero: il 60% del fatturato totale. Velocità nelle transizioni attive e tanti uomini a sostegno a riempire l’area di rigore avversaria. A chiudere il quadro, una ottima condizione fisica con il Valencia capace di segnare il 78% dei suoi gol (7 su 9) europei dopo il 60’ di gioco.
Valore di mercato da 529 milioni di euro
Al netto delle tante defezioni di cui abbiamo già parlato, il Valencia può esibire con fierezza un roster comunque molto importante. Una rosa da 529 milioni di euro a fronte dei soli 297.6 dei rivali di serata dell’Atalanta. Per un match da 800 milioni abbondanti ma anche fra la 14esima e la 16esima formazione per market value delle rispettive rose. Fra i top in casa valenciana, Rodrigo, Gaya e Soler valutati 50 milioni di euro ciascuno e pure Maxi Gomez e Ferran Torres, autentica stellina 19enne di Celades a quota 40 milioni di euro.