Come si vince il derby d’Italia? Inter e Juventus ci provano così: le chiavi tattiche
Due visioni, due stili, due idee di calcio a confronto. L'Inter di Conte, squadra più strutturata e compatta, mette alla prova le evoluzione della Juve di Sarri che nelle ultime settimane è passato dal 4-3-3 al 4-3-1-2 per accomodare diversamente Cristiano Ronaldo davanti. Eppure, nella diversità di interpretazioni, entrambe le squadre cercheranno di schermare il play basso avversario. L'efficacia della pressione su Brozovic e Pjanic, l'aggressività lungo le linee di passaggio, l'occupazione degli spazi fra le linee potrebbero rappresentare tre tasselli cruciali nella ricerca della vittoria.
Come attacca l'Inter
L'Inter, come nella tradizione delle squadre di Conte, gioca un calcio diretto, verticale che persegue la ricerca degli spazi attraverso la costruzione dal basso o i ribaltamenti veloci dell'azione negli “half-spaces”, i corridoi tra il difensore centrale e il terzino avversari. Nel primo caso, l'Inter dispone di fatto un rombo nella propria trequarti con De Vrij perno nell'uscita bassa del pallone, Brozovic che arretra per offrire una prima linea di passaggio e gli altri due centrali, Godin a destra e Skriniar a sinistra, che intanto si allargano.
Decisivi, in entrambe le scelte offensive, i movimenti senza palla di Sensi e Barella. Le mezzali, infatti, vanno ad aumentare la densità sui due lati del campo e accompagnano all'interno le ali che si muovono lungo tutta la fascia. Chiaro il duplice obiettivo di questa strategia: disequilibrare le difese avversarie e consentire a uno dei due attaccanti di venire incontro sulla trequarti. È questo l'atout di Lukaku, che può dialogare con la mezzala o ricevere da centravanti boa il lancio lungo dalla difesa per lanciarsi in progressione verso la porta.
Come attacca la Juventus
La Juve di Sarri poggia in maniera quasi esclusiva sulla costruzione dal basso, con due registi arretrati come De Ligt e Bonucci, entrati in tutte le prime cinque combinazioni di passaggi contro il Bayer Leverkusen, e un elemento di raccordo, un play come Pjanic che supera i 100 passaggi di media a partita. La costituzione di triangoli sui due lati del campo consente di far salire il pallone dalla difesa.
In questo processo, i bianconeri costruiscono il proprio vantaggio competitivo attraverso gli inserimenti senza palla sulla trequarti dei centrocampisti offensivi. È la qualità che, unita a una superiore intelligenza tattica, ha reso Khedira un giocatore centrale tanto per Allegri quanto per Sarri. Gli allunghi del tedesco, che offre 1.45 passaggi per il tiro e vince 3.48 duelli offensivi a partita, e la sempre maggiore libertà di Ramsey che parte trequartista nel 4-3-1-2 delle ultime partite per andare poi a occupare il corridoio di centro-sinistra, moltiplicano le linee di passaggio negli ultimi trenta metri. Il supporto delle mezzali e di Ramsey diventa ancor più determinante contro una difesa a tre per una Juve che nella versione tende a portare molti uomini nella zona centrale del campo negli ultimi 20-25 metri ma può mancare di ampiezza o profondità senza gli inserimenti senza palla da dietro.
Un aspetto emerso chiaramente nei primi venti minuti contro la Spal, schierata con un 3-5-2 coperto, e accentuato dalla presenza di Dybala che agiva quasi da trequartista aggiunto svuotando ulteriormente l'area. Non è escluso, però, che Sarri decida di riproporlo accanto a Cristiano Ronaldo proprio per portare Skriniar fuori posizione e togliere punti di riferimento alla difesa dell'Inter che a Barcellona ha ondeggiato nel tentativo di contenere Messi e si è così resa più vulnerabile sul lato debole.
Cristiano Ronaldo
La ricerca di una diversa identità offensiva, scrive Stewart Robson su ESPN, dipende soprattutto dalla libertà concessa a Cristiano Ronaldo, che scatta alle spalle dei difensori, viene incontro, apre spazi per i compagni. Secondo per tiri in Serie A ma solo ottavo in termini di expected goals complessivi, il portoghese ha assunto una centralità sicuramente superiore rispetto agli ultimi anni al Real Madrid, in cui si era trasformato in un centravanti d'area. Di conseguenza, Blaise Matuidi diventa un determinante fattore per il mantenimento dell'equilibrio grazie a un'interpretazione polivalente, multi-funzionale del ruolo di mezzala sinistra. Interpretazione che risulta ancora più significativa nel 4-3-1-2 attuale, che restringe la porzione di campo occupata dagli attaccanti e può rendere la Juve più esposta ai cambi di gioco rapidi nelle transizioni negative, ovvero una volta perso il possesso del pallone.
Le strategie di pressing
Infatti, la Juve tende a portare più uomini nella zona della palla con la prima linea di pressing, e la recente sfida contro il Bayer Leverkusen ne ha offerto una chiara dimostrazione. Sarri, poi, chiede ai due attaccanti (Ronaldo e Higuain contro i tedeschi) di portarsi velocemente sui centrali avversari per ostacolare l'uscita bassa del pallone. Contro l'Inter, la chiave sta nel togliere Brozovic dal cuore del gioco, attraverso la pressione sull'uomo con il trequartista o con uno dei tre attaccanti che si abbassa, e la posizione più alta, anche senza palla, dei centrocampisti come si è visto contro il Leverkusen: in questo modo, i bianconeri riescono a chiudere le linee di passaggio al portatore di palla.
L'Inter, invece, si proietta alla fase di recupero del possesso attraverso una strategia in due tempi. Gli attaccanti stringono la prima linea di pressing, vanno forte sull'uomo con un obiettivo preciso, occupare il corridoio centrale e indurre così i difensori ad allargare verso i terzini. Un principio ancora più valido contro la Juve, vista l'importanza di Pjanic nella manovra bianconera. Dietro, poi, l'esterno e almeno due centrocampisti incrementano la densità sulla fascia. Contro squadre che impiegano un centravanti di peso e attaccano attraverso i cross dalle corsie, i difensori si stringono a protezione della porta accettando il duello aereo. Altrimenti, anche il centrale di difesa sul lato forte va a chiudere la linea di passaggio al portatore di palla.
Le possibili debolezze
L'Inter, pronta ad aggredire le palle perse o intercettare passaggi mal direzionati negli ultimi trenta metri, rischia però di trovarsi esposta, in campo aperto, in caso di transizioni rapide o, come successo contro lo Slavia Praga o nel secondo tempo contro il Barcellona, se l'avversario supera in dribbling il primo sbarramento difensivo. A quel punto, la possibilità di uno contro uno o uno contro zero aumentano. L'Inter, poi, ha dimostrato di soffrire nelle situazioni in cui gli avversari scavalcano il centrocampo con un pallone lungo.
La Juve, invece, può andare in difficoltà al centro quando uno degli attaccanti avversari si muove fuori linea arretrando sulla trequarti. Bonucci e De Ligt non sembrano ancora del tutto sicuri su come gestire queste situazioni senza perdere di vista i principi di Sarri basati più sulle posizioni da mantenere che sulla ricerca della pressione sull'uomo. Questo aggiramento può anche comportare, visto che la linea arretrata bianconera non occupa tutta l'ampiezza del campo in ripiegamento, uno spazio maggiore da sfruttare per gli esterni avversari di centrocampo.