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Come s’è ridotto Paul Pogba dopo la squalifica per doping: gli è rimasta solo una cosa da fare

Il centrocampista francese guadagna appena 2 mila euro al mese dopo essere stato sospeso e messo al minimo sindacale alla Juve. Lui spera nel ricorso e in una riduzione della pena. Intanto deve razionalizzare i costi.
A cura di Maurizio De Santis
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La squalifica di 4 anni per doping è stata una mazzata pesante per Paul Pogba. Da allora la sua vita è cambiata di colpo: gli è crollato il mondo addosso e con esso anche la situazione finanziaria fino allora molto florida in virtù (anche) dello stipendio a 8 milioni di euro percepito dai bianconeri. Non fosse finito nei guai, avrebbe continuato a intascare quei soldi fino al 2026 (come da contratto) ma i regolamenti federali hanno consentito al club di sospenderlo e metterlo al minimo sindacale previsto (ingaggio da circa 2 mila euro al mese, così a pesare un'inizia a bilancio) e c'è il rischio che Adidas (suo sponsor storico) interrompa l'accordo (sono trascorsi 8 dei 10 anni di contratto) qualora anche l'esito del ricorso fosse negativo.

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In vendita la villa a 3.5 milioni di euro in Inghilterra

Pogba non è proprio "in bolletta" né se la passa malissimo al punto da non sapere come tirare avanti, ma un taglio alle spese deve darlo. La situazione contingente e, più ancora, i dubbi sul futuro non gli lasciano molta scelta: risparmiare e incassare è l'unica cosa che gli resta da fare sperando in una riduzione della squalifica, diversamente la sua carriera (già pesantemente inficiata) sarebbe finita una volta per tutte, con tutto quel che ne conseguirebbe a livello personale e di introiti.

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È anche per questo motivo che ha messo in vendita la villa del valore di 3.5 milioni di euro che aveva acquistato nel 2016. Tentò di affittare la residenza di lusso ad Hale Barns, nel Cheshire, ma dovette abbassare le pretese i pigione a 32 mila a 18 mila euro al mese.

Pogba trovato positivo all'ormone della giovinezza

Nel frattempo, decaduta anche l'ipotesi precedente di arrivare a un patteggiamento, attende la sentenza d'appello, della Juve non ha più notizie né ha avuto contatti con qualcuno del club. È convinto che il primo verdetto sia sbagliato sostenendo di non avere "mai imbrogliato". La sostanza riscontrata nel suo organismo ad agosto di un anno fa era DHEA, il cosiddetto ormone della giovinezza che può aumentare i livelli di testosterone. Dopo le analisi che risalgono al post partita Udinese-Juventus (che non giocò) non ha mai più rivisto il campo.

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Il calciatore si è sempre difeso: tutta colpa del consiglio di un amico medico

A settembre scattò sospensione del giocatore, confermata un mese dopo (8 ottobre) quando le controanalisi ribadirono la positività del francese. Pogba ammise di aver sì fatto uso di quella sostanza davanti a dirigenti e staff medico bianconero ma chiarì (ed è la tesi che ha sempre portato avanti) di averlo fatto in maniera involontaria. A consigliargli di utilizzare un medicamento speciale da un suo amico medico ma lui era del tutto all'oscuro di cosa ci fosse dentro

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