Come saranno i Mondiali in Qatar, gli ultimi prima della nuova era del calcio
Ci siamo, Qatar 2022 oggi vivrà il primo grande momento con il sorteggio dei gironi eliminatori della prima fase. Ci siamo, ma noi non ci siamo, abbiamo perso la prima partita di spareggio con la Macedonia del Nord e di tutto quello che è accaduto dopo e intorno se n’è parlato tanto. Non ci siamo per la seconda volta consecutiva e tra le grandi “storiche” (le virgolette stanno a significare che la storia quando devi scendere in campo e vincere una partita contro altri undici calciatori conta fino a un certo punto.) manchiamo solo noi, l’Olanda che ci aveva fatto compagnia fuori dal locale in Russia, stavolta partecipa al ballo.
In Europa sono saltate la Russia, per i motivi che ben sappiamo, la Svezia che quattro anni fa ci aveva messo alla porta e l’Islanda che ha finito la favola e ha giocato in maniera quasi indecente il suo girone. Sono in attesa Scozia, Ucraina e Galles. Sarebbe un ritorno per tutte e immaginate cosa sarebbe un Mondiale con l’Ucraina. Questa stasi ha certificato ancora una volta il livello delle squadre e il fatto che noi non ci siamo per la seconda volta consecutiva, nonostante la vittoria degli Europei, conferma in maniera inequivocabile che siamo molti passi indietro rispetto anche alla media borghesia continentale. La Confederazione con più novità è quella centroamericana.
Canada e USA non guardano solo al loro Mondiale fra quattro anni, perché già oggi se i canadesi sono felici anche solo di esserci, gli USA con i vari Pulisic, Reyna, McKennie, Timothy Weah sono una squadra da grandi sorprese in Qatar. Presente ovviamente anche il Messico, mentre salta Panama dopo il mezzo miracolo di quattro anni fa. La Costa Rica può rientrare se vince lo spareggio contro la Nuova Zelanda.
In Africa c’è stata la sfida terribile tra Senegal ed Egitto, spareggio che ha messo di fronte le due migliori squadre del Continente, come ha certificato la finale di Coppa d’Africa tra le due squadre. L’Egitto di Salah è fuori e insieme ai Faraoni l’Africa perde anche altre squadre molto interessanti, come la Nigeria di Osimhen e l'Algeria di Mahrez e Bennacer. In compenso tornano i Leoni indomabili del Camerun e le Black Stars del Ghana, due Nazionali che hanno una loro storia ai Mondiali, mentre doppia il Mondiale di Russia il Marocco di Achraf Hakimi. In Asia poche novità, le grandi forze sono sempre le stesse. Dall’estremo Oriente arrivano Giappone e Corea del Sud, dalla penisola arabica l’Arabia Saudita, alla seconda consecutiva, segnale di grande continuità e il Qatar padrone di casa. Dentro anche l’Iran, Nazionale presente anche in Russia, la squadra asiatica più talentuosa ma anche quella più altalenante. Il 7 giugno ci sarà Emirati Arabi Uniti-Australia per decidere chi deve giocarsela poi con il Perù nello spareggio interzona.
In Sud America ci sono i peruviani appesi all’ultimo filo, le grandi (Brasile, Argentina e Uruguay) qualificate, mentre c’è stato uno switch tra Ecuador e Colombia, forse l’esclusa più eccellente insieme all’Italia e anche alla Norvegia di Haaland. In prima fascia al sorteggio ci sono Brasile, Belgio, Francia, Argentina, Inghilterra, Spagna, Portogallo e Qatar. Come sempre accade c’è lo spauracchio in seconda fascia che tutti vogliono evitare, in questo caso la Germania. Come accennato prima, queste qualificazioni mondiali ci hanno detto che le gerarchie degli ultimi dieci anni sono cambiate di poco. Al netto del Qatar, le novità rispetto a Russia 2018 sono solo 5 su 32 squadre (per adesso). Il mondo è cambiato poco e anche le candidate alla vittoria finale sono sempre le stesse. Francia, Brasile e Inghilterra in pole position, le altre della prima fascia (eccetto il Qatar ma con l’aggiunta della Germania) seconde in griglia e poi potenziali sorprese sparse, come l’Olanda e gli USA e squadre sempre più competitive come il Giappone, il Senegal e l'Iran.
Sarà ancora il Mondiale di Messi, Cristiano Ronaldo e Mbappé, di Deschamps, Southgate, Fernando Santos, ci aspettiamo i gol da Lewandovski, Neymar, De Bruyne, Cavani e Suarez, le giocate di Modric, Tadic, Eriksen e molto probabilmente le parate di Keylor Navas. È cambiato davvero poco e ce ne siamo accorti anche noi. Saremo in prima fila quando si distribuiranno le speranze che il mega-Mondiale 2026 in USA e Canada (48 squadre al via) apra davvero una nuova era del calcio.