Come sarà lo strano ritiro del Napoli: turni di lavoro, riunioni di teoria e incontri a cena
Quando in casa di Napoli si parla di "ritiro" la questione si fa sempre complicata. Vuoi perché l'ultimo precedente non finì in amicizia – con l'ammutinamento per il quale il club e alcuni calciatori sono ancora in causa -, vuoi perché è sempre l'allarme definitivo che qualcosa si è rotto. Lo racconta la storia del club sotto De Laurentiis. La delicata gestione dei momenti di difficoltà è da sempre il grande tallone d'Achille di questa società e le convulse ore successive alla catastrofica sconfitta di Empoli non fanno eccezione. In neanche 24 ore il Napoli ha prima annunciato il ritiro permanente, poi specificato di chi fosse la decisione (fornendo versione che differisce da quanto trapelato), infine ritrattato ulteriormente con un nuovo, surreale comunicato che riduce il ritiro ad una sorta di terapia di squadra.
Il ritiro che in un primo momento "ha deciso la società" e che solo successivamente viene definito "decisione dell'allenatore Spalletti condivisa dalla società", mal digerito dalla squadra sin dai primi istanti dopo la comunicazione, viene smontato nelle righe di una nuova nota. "La società, la direzione sportiva, l’allenatore e lo staff hanno deciso che la cosa più importante da fare in questo momento sia quella di integrare l’abituale scheda quotidiana di allenamento", è spiegato nella comunicazione ufficiale. Viene messa bene in chiaro la paternità dell'idea – dopo le incertezze di ieri – e sparisce magicamente la parola ritiro. Un dettaglio che rende bene l'idea della confusione ormai sovrana nel Napoli in questo momento, ad ogni livello.
Quello che ieri era stato preannunciato come ritiro – senza tra l'altro fare i conti con i dettagli logistici dell'organizzazione, al punto da trovare già prenotate alcune delle strutture abitualmente utilizzate per i ritiri – si è trasformato in una misura molto meno stringente. Un programma di allenamenti intensivo, ma con la possibilità di rientrare a casa dopo gli incontri serali di confronto e chiarimento,. Il vero punto cardine del "quasi ritiro" decretato dal Napoli.
"I turni di lavoro resteranno gli stessi con una grande attenzione per le singole componenti individuali e per il gruppo – si legge nella nota –. Riunioni di teoria e valutazioni delle prossime partite, come sempre fatto. Il tutto integrato, e questa è la novità, da incontri serali a cena per aprirsi maggiormente su eventuali criticità, problematiche, incomprensioni, qualità di gioco, tutto per massimizzare l’eccellente qualità dei nostri calciatori dimostrata nella prima parte della stagione".
Il provvedimento di pancia deciso dal club nei minuti successivi alla disfatta del Castellani diventa una cosa a metà tra una terapia di gruppo e un workshop per calciatori. Ma la vera notizia è forse un'altra: tra le pieghe della nota viene messo in discussione per la prima volta il lavoro da Luciano Spalletti sul piano della gestione del gruppo, fuori dal campo più che sul campo. E anche questo, come quello del ritiro, sembra un film già visto.