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Come ha fatto il PSG ad aver (quasi) perso la Ligue 1 per mano del Lille

A due giornate dalla fine della Ligue 1, il Lille guida la classifica con 79 punti, tre in più rispetto al PSG secondo. Gli uomini di Galtier sono a un passo dal quarto titolo della loro storia, mentre i parigini, dopo essere usciti dalla Champions League, rischiano di rimanere a mani vuote anche in patria. Poca continuità e troppe sconfitte i demeriti di Neymar e compagni, mentre il Lille ha la miglior difesa d’Europa.
A cura di Valerio Albertini
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A due giornate dalla fine della Ligue 1, il Lille è avanti di tre punti sul PSG. 79 i punti per i dogues, contro i 76 dei parigini, che ieri sera hanno pareggiato 1-1 in casa del Rennes, avvicinando forse definitivamente il titolo verso il nord della Francia. Nell'ultimo decennio di dominio PSG, solo il Monaco di Mbappé riuscì a interrompere l'egemonia nel 2016-17. Ora, i ragazzi del Lille sono dei seri candidati per riuscirci, dieci anni dopo il titolo firmato Rudi Garcia.

I demeriti del PSG: troppe sconfitte e testa alla Champions League

Dopo l'eliminazione dalla Champions League in semifinale per mano del Manchester City, il PSG rischia, dunque, di non portare a casa nemmeno quello che viene considerato l'obiettivo minimo a Parigi. Neymar e compagni hanno vissuto una stagione travagliata, passando attraverso l'esonero di Thomas Tuchel e la nomina al suo posto di Mauricio Pochettino, all'alba del 2021. L'ex allenatore del Tottenham sembrava essere riuscito a riportare i parigini sulla strada giusta verso il primato, ma ha commesso anche lui troppi passi falsi, che stanno compromettendo la vittoria del titolo. Il PSG ha perso finora 8 partite in campionato, metà sotto la gestione dell'attuale tecnico del Chelsea e metà con l'argentino in panchina, un'enormità per una squadra che dal campionato vinto nel 2012-13 ne aveva fatte registrare al massimo 5. Inoltre, la metà di queste sconfitte sono arrivate negli scontri diretti: i parigini hanno perso entrambi i match con il Monaco e una partita a testa contro Lille e Lione. Anche il Parco dei Principi, fino allo scorso anno fortino per Neymar e compagni, senza il pubblico sugli spalti ha perso la sua capacità di trascinare la squadra.

Ciò che sembra aver fatto realmente la differenza, però, è l'ossessione del PSG per la conquista della Champions League. Ben 5 sconfitte su 8, infatti, sono arrivate prima o dopo un match europeo: non può essere un caso. Gli uomini prima di Tuchel e poi di Pochettino hanno sprecato energie fisiche e nervose per arrivare fino in fondo alla competizione europea, mettendo in secondo piano un campionato che credevano di poter vincere senza problemi, ritrovandosi, probabilmente, a mani vuote su entrambi i fronti. In patria, inoltre, hanno trovato un avversario finalmente degno, che ha saputo approfittare di ogni scivolone arrivato lungo la Senna.

I meriti del Lille: continuità e difesa di ferro

Il Lille, al contrario dei parigini, ha mostrato una continuità che l'ha portata meritatamente a un passo dalla vittoria del campionato. Sono solo 3 le sconfitte per gli uomini di Galtier in tutto il campionato e i dogues non hanno perso alcun scontro diretto, rimanendo imbattuti contro PSG, Monaco e Lione. La prima cosa che salta all'occhio sono i 22 gol subiti, miglior difesa dei cinque migliori campionati europei, al pari dell'Atletico Madrid. I 19 clean sheet su 36 partite giocate rappresentano un dato difficilmente eguagliabile, anche grazie alle prestazioni di Mike Maignan, portiere arrivato alla sua definitiva consacrazione. Nel 4-4-2 disegnato dal mago Christophe Galtier, la difesa è più o meno formata sempre dagli stessi quattro: Celik, José Fonte, Botman e Reinildo. Se i due terzini assicurano una spinta costante, la coppia centrale, formata dal 37enne portoghese e dal 21enne olandese, è perfettamente assortita e sta dominando contro gli attaccanti avversari.

A fare il resto sta pensando in primis Burak Yilmaz, centravanti turco che sembrava nella fase discendente della sua carriera, autore di ben 15 gol in campionato. David, acquistato a 30 milioni dal Genk per sostituire Osimhen, non ha fatto rimpiangere il nigeriano, avendo segnato 12 reti. Di contorno, ma comunque fondamentali, altri gioiellini come Ikoné, Bamba, Yazici e soprattutto Renato Sanches. Il portoghese sembra aver ritrovato il talento mostrato a inizio carriera e si sta mettendo in mostra ricoprendo più ruoli. Su questa squadra, infine, è riconoscibile la mano dell'ex direttore sportivo Luis Campos, il quale ha portato nel nord della Francia molti dei giovani sopracitati. A dieci anni dall'ultima volta, quando non era ancora iniziato il regno del PSG, il Lille è tornato a ruggire e difficilmente si farà scappare l'occasione di portare a casa il quarto titolo della sua storia.

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