Come funziona il sistema di scommesse illegali di Fagioli, Tonali e Zaniolo: puntate altissime
Siamo solo all’inizio. Il caso scommesse che per ora vede tra gli indagati Fagioli, Zaniolo e Tonali, è destinato ad allargarsi e a coinvolgere altri giocatori. Mentre la Procura di Torino indaga sui flussi di scommesse su siti illegali da parte delle stelle del pallone, le indiscrezioni di Fabrizio Corona stanno inevitabilmente spingendo gli inquirenti ad accelerare le operazioni. Ci si trova di fronte ad un caso di gioco d’azzardo puro che, se dal punto di vista penale può chiudersi con multe più o meno piccole, da quello sportivo rischia di avere conseguenze durissime per i calciatori coinvolti.
Ma come è nato il tutto e come si è arrivati in primis a Fagioli, e poi agli altri giocatori? L’inchiesta, stando a quanto raccontato da Repubblica, è nata per caso dalle indagini su un gruppo criminale che aveva strutturato una piattaforma alternativa (e illegale) di scommesse, parallela ad un’autorizzata. Una situazione che si verifica spesso in Italia, con agenzie riconosciute che utilizzano anche sistemi che consentono di giocare su siti stranieri che garantiscono determinati tipi di puntate.
Basti pensare che il mercato delle giocate illegali online vale la bellezza di 18.5 miliardi di euro all'anno e sfugge spesso e volentieri ai tantissimi controlli degli organi preposti. Su questi siti offshore, le giocate sono difficili da tracciare, con un traffico di soldi che elude le norme sul riciclaggio. Questo anche perché come suddetto spesso ci si “appoggia” ad agenzie regolari, che sfruttano terminali, app, e piattaforme più facili da blindare. Non è un caso che le scommesse vengano piazzate attraverso gli smartphone, con la possibilità poi di smuovere cifre importanti a fronte di commissioni sull’incasso. E anche se l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli vigilia costantemente, bloccando migliaia di siti, questi continuano a proliferare e moltiplicarsi.
Un assist insomma per chi ha bisogno di riciclare denaro e che dunque non ha nemmeno interesse a grandi vincite, perché il suo interesse è quello di “ripulire” i suoi soldi, ma anche per un altro tipo di scommettitori. Quali? I calciatori, che non hanno la possibilità di giocare in quanto vietato dal Codice di giustizia sportiva della FIGC che non consente ai tesserati di puntare su partite di FIFA, UEFA e FIGC in particolare. Come accaduto già in passato ecco che anche in questo caso alcuni dei protagonisti dello sport più bello del mondo sono caduti in tentazione.
Tra questi anche Niccolò Fagioli, promettente centrocampista della Juventus anche nel giro della Nazionale. Gli inquirenti sono arrivati a lui, grazie alle indagini su un’agenzia regolare di Torino che aveva appunto dei sistemi di scommesse paralleli. Sui server ecco il nome dell’ex Cremonese finito nel mirino della Procura di Torino: il reato è quello di scommesse su piattaforme abusive, con centinaia di migliaia di euro giocate da Fagioli.
Dal punto di vista penale, una vicenda che potrebbe chiudersi con una multa, ma che comporta conseguenze ben più gravi a livello sportivo più per i giocatori che per i rispettivi club. E infatti ecco che gli atti sono stati inviati alla Federcalcio, mentre la vicenda veniva “anticipata” sulla stampa da Fabrizio Corona. Il calciatore della Juve intanto dopo aver ammesso tutto ha deciso di autodenunciarsi, consegnando il suo cellulare.
Nello stesso sono state così trovate le chat con altri calciatori in cui si fa riferimento in maniera chiara alle scommesse, con altri 10 giocatori coinvolti. Di un paio di loro già si conosce l’identità ovvero Zaniolo e Tonali, e poi ci sarebbe anche un altro giocatore della Juventus non di primo piano. Non ci sono prove che l’ex Roma e l’ex Milan attualmente all’Aston Villa e al Newcastle abbiano scommesso, ma i messaggi sembrano inequivocabili. Si può addirittura conoscere i nomi dei siti in questione: Tonali avrebbe giocato su worldgame365.me, e Zaniolo su Evoz9.fx-gaming.net, entrambi illegali.
Scoperchiato dunque il vaso di Pandora, con la polizia arrivata a Coverciano anticipando un blitz in programma dopo la partita con Malta (dopo che Fabrizio Corona aveva anticipato i nomi di Tonali e Zaniolo) per sequestrare smartphone e altri dispositivi alla ricerca di particolari sulla tracciabilità delle scommesse.