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Come funziona il modello Cittadella: ad un passo dalla Serie A con un budget da 3 milioni

Il Cittadella vola alla finale playoff di Serie B. Il club veneto ha raggiunto questo traguardo per la quinta stagione consecutiva. Il modello del club è basato su acquisti di giocatori provenienti da categorie inferiori e su un settore giovanile che vanta ben 16 squadre. Emblematica la favola di Baldini: l’anno scorso lottava per non retrocedere in D, oggi ha segnato 3 gol al Monza stellare di Berlusconi e Galliani.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il Cittadella vuole scrivere la storia. Il piccolo club, situato in quell'angolo di Veneto diventato celebre negli ultimi anni proprio grazie alle gesta della squadra granata, vuole finalmente coronare il sogno di volare in Serie A. La squadra allenata da Roberto Venturato ha avuto accesso ai playoff di Serie B per il quinto anno consecutivo. In queste cinque annate con il tecnico in panchina, la squadra è andata vicinissima alla promozione soprattutto nella stagione 2018/2019, quando ha perso solo la finale playoff di ritorno contro il Verona (2-0 all'andata per il Cittadella, 3-0 per l'Hellas al ritorno). Oggi il Cittadella è nuovamente in finale playoff dove affronterò il Venezia in un altro derby tutto veneto che vale quell'ultimo posto disponibile per la Serie A.

Tutto merito di un progetto vincente e di una programmazione mirata, senza troppe pressioni dall'ambiente. Il modello Cittadella sta funzionando e non rincorre calciatori già affermati in categoria, ma semplicemente si limita a valorizzare chi, nelle categorie inferiori, principalmente dalla Serie C, merita una chance di potersi giocare le sue possibilità anche in Serie B. Ecco perché dal Cittadella ogni anno vediamo emergere giocatori acquistati come perfetti sconosciuti e poi rivenduti a peso d'oro. Come ad esempio Diaw, sorpresa lo scorso anno prima di finire nel Monza stellare di Berlusconi e Galliani. Il direttore sportivo Marchetti scova e scegliere i giocatori e l'allenatore li rende parte integrante di un meccanismo che funziona alla perfezione.

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Gli 11 anni da favola del Cittadella

Ragazzi con un curriculum striminzito che nel piccolo club veneto sanno diventare gruppo prima e squadra poi. E, dopo quattro giornate, il "Citta" è di nuovo lì, ai vertici della classifica di Serie B, a giocarsi le sue carte per una prima e storica promozione in Serie A. La deadline della cavalcata vincente del Cittadella arriva nel 2005 quando il tecnico Foscarini viene promosso allenatore della prima squadra arrivando dalle giovanili del club. Nella stagione 2007/2008, la squadra ottiene la promozione dalla vecchia C1 alla Serie B.

Foscarini resterà in panchina per 10 anni consecutivi, raggiungendo il record di 294 panchine in Serie B con la stessa squadra fino alle dimissioni del 2015 a seguito della retrocessione in Serie C. Chiaro segnale della fine di un ciclo che porterà il Cittadella a puntare su Venturato che prima porta la squadra subito in serie cadetta e poi sfiora la Serie A per le successive cinque stagioni con l'accesso ai playoff. Quest'anno la seconda finale dopo quella del 2019 persa nel doppio confronto contro il Verona che al ‘Bentegodi' rimontò il 2-0 dell'andata (3-0).

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Il progetto vincente tra squadre giovanili e acquisti mirati

Il Cittadella ha sempre creduto nel proprio progetto tecnico. La piccola città murata del Veneto abitata da 20.000 persone (nessun altro posto ne ha così poche in serie B), gode di un modello che fa invidia anche ai club più blasonati d'Europa. Un settore giovanile che vanta ben sedici squadre, oltre a cinque femminili. Un monte-stipendi che arriva a tre milioni, con i premi, e ingaggi al massimo di 80.000 euro netti, erogati a giocatori scelti tenendo presente soprattutto le qualità umane e che abbiano il senso di appartenenza di cui sopra. Allo stadio si vedono 4.000 spettatori in un impianto che ne contiene 7.600: una media di riempimento molto alta per la Serie B.

Le scelte sul mercato sono sempre basate su uno studio attento del giocatore, senza tener presente trascorsi, curriculum e caratteristiche. Ogni profilo viene analizzato al meglio per essere funzionale al gioco di Venturato all'interno di un meccanismo già rodato. Ecco perché l'estate scorsa dalla Serie C sono arrivati i vari giocatori come Camillo Taverenelli dal Gubbio, Paolo Grillo dalla Sicula Leonzio, ma anche Elhan Kastrati dal Trapani e soprattutto Enrico Baldini, l'esterno offensivo che lo scorso anno militava nel Fano e che quest'anno ha spazzato fuori dai playoff il Monza stellare allenato da Brocchi con una tripletta da sogno. Senza dimenticare Proia e Gargiulo, due tra i centrocampisti più prolifici del campionato, presi rispettivamente (nel 2018 e nel 2019) da Bassano e Imolese.

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La favola di Baldini: dai playout per la D col Fano al sogno Serie A

Ha segnato una tripletta al Monza di Berlusconi e Galliani e allenato da Brocchi, spazzando via in soli 90′ il sogno dei brianzoli di balzare subito in Serie A, O quantomeno accedere alla finale playoff. Tutta colpa (dal punto di vista dei brianzoli) di quell'Enrico Baldini che solo fino alla stagione scorsa stava salvando il Fano ai playout di Serie C cercando di non far retrocedere in Serie D la squadra marchigiana. Baldini è cresciuto nell'Inter ed è arrivato al Cittadella addirittura da svincolato. Dopo l'esperienza al Fano infatti, Baldini non era riuscito a trovare squadra.

Poi la chiamata del Cittadella a gennaio e il tesseramento con il club veneto che gli ha permesso di giocare in Serie B e segnare anche 2 gol in campionato prima dei playoff. Pensare che nella stagione 2015/2015, Roberto Mancini, oggi ct della Nazionale italiana, l'aveva fatto esordire anche in Europa League nello 0-0 contro il Qarabag. Baldini ha giocato in serie cadetta dal 2016 al 2020 con le maglie di Pro Vercelli e Ascoli prima dell'esperienza a Fano della stagione scorsa. Oggi potrebbe essere l'uomo Serie A del Cittadella capace di rovinare il sogno del Monza.

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