Come funziona il metodo Gasperini (che non sempre piace ai calciatori)
Ne resterà soltanto uno, in nerazzurro. La frattura tra Gian Piero Gasperini e il Papu Gomez, sembra insanabile e destinata a concludersi con l'addio di uno dei due all'Atalanta. Al momento tutto lascia presagire una cessione del giocatore, che dopo l'esclusione contro la Fiorentina ha rotto il silenzio social, aprendo alla partenza da Bergamo. "Quando andrò via si saprà la verità", ha dichiarato l'argentino, rimandando al futuro i retroscena sui motivi che hanno portato alla rottura. Quello che al momento è una certezza, è il modus operandi del Gasp, uno che non guarda in faccia nessuno negli spogliatoi e che anche in passato si è reso protagonista di rapporti "difficili", al netto di risultati eccezionali alla guida dell'Atalanta.
Gasperini e la frattura insanabile con il Papu Gomez
Il capitano da una parte e l'allenatore dall'alta. Quasi impossibile pensare solo poche settimane fa, che qualcosa si sarebbe incrinato nel rapporto tra Gian Piero Gasperini e il Papu Gomez, ovvero due dei principali artefici degli eccezionali risultati dell'Atalanta delle ultime stagioni, amatissimi dal popolo nerazzurro. E invece nella notte di Champions contro il Midtjylland, qualcosa si è rotto in maniera definitiva, al punto da compromettere il futuro bergamasco in comune. Probabilmente infatti, dopo le liti, le esclusioni in campo, e i tentativi della società di riportare la pace, a gennaio l'argentino lascerà la Dea. Quello che è successo fotografa il fatto che il Gasp, all'interno dello spogliatoio non fa preferenze per una gestione del gruppo in cui si è fedelissimi fino a quando si è ingranaggi ben oliati dello stesso meccanismo.
Il metodo Gasperini, e gli allenamenti estenuanti senza guardare in faccia nessuno
D'altronde fu lo stesso Gomez anni fa a spiegare nel dettaglio il metodo Gasperini, uno che chiede il 200% ai suoi, senza guardare in faccia nessuno. Basti pensare che l'argentino rivelò in occasione di una diretta su Sky, di essersi allenato anche durante le vacanze estive in quel di Ibiza, con tanto di compagni al seguito, per farsi trovare pronto nella consueta preparazione pre-stagionale nel ritiro con l'Atalanta, agli ordini del tecnico. Un lavoro eccezionale, tecnico tattico e fisico (partitelle sette contro sette, e allenamenti specifici ad alta intensità anche senza palla) mirato a formare un gruppo capace di garantire in campo sempre altissima intensità, velocità e pressing. Un calcio in stile Premier che in queste stagioni ha permesso al mister di ottenere risultati eccezionali, grazie anche allo spirito di sacrificio dei suoi calciatori, capaci come nel caso di Gomez, di mettere la propria tecnica sopraffina, al servizio della squadra.
Castagne la sua verità sui rapporti con il Gasp
A tal proposito emblematiche sono le dichiarazioni di Timothy Castagne. L’esterno belga, arrivato in sordina per poco meno di 7 milioni, è “esploso” all’Atalanta che lo ha poi ceduto nella scorsa estate per 24 milioni piazzando una gran plusvalenza. Un’esperienza fortunata quella alla Dea dal punto di vista tecnico, ma a quanto pare, non dal punto di vista umano per Castagne che al The Guardian ha dichiarato: "Volevo un allenatore con cui avere un rapporto. Possiamo parlare, può aiutarmi a lavorare sui miei punti deboli e cose del genere. Per questo che ho scelto di venire qui, perché ho avuto un'ottima impressione di lui (Brendan Rodgers, ndr). Gasperini non parlerebbe con nessuno. È ottimo tatticamente e ha ottime idee, ma non avevamo nessuno tipo di rapporto. Dipende da ogni giocatore, ma io ho bisogno di avere un rapporto. Dopo la partita chiedevo ‘Come sono andato? Ho giocato bene?' Al vice o all'allenatore, mi avrebbe aiutato a guadagnare fiducia, ma non ho trovato questo aspetto all'Atalanta. Ora lo sto ricevendo e mi fa molto bene".
La lite con Sportiello e le divergenze con Hateboer
Altri precedenti "burrascosi" sono quelli relativi per esempio al caso Sportiello. Il portiere lasciò l'Atalanta nel 2017, dopo una lite con il tecnico, che stando alle indiscrezioni dell'epoca puntò il dito contro i suoi errori e il suo atteggiamento in una partita persa contro la Samp. Uno scontro che portò alla partenza dell'estremo difensore, poi tornato alla base nel 2019, mettendo da parte il passato. Anche Hateboer fece arrabbiare il Gasp, con alcune dichiarazioni relative alla possibile chiusura del ciclo all'Atalanta. Un intervento poco gradito al mister, che non voleva che nessuno destabilizzasse l'ambiente. Alla fine tutto si è chiuso, con la permanenza dell'esterno, anche perché non sono arrivate offerta all'altezza delle richieste dell'Atalanta.
Gasperini e il racconto dei litigi con Ilicic
D'altronde anche lo stesso Gasperini, non ha mai nascosto, anche attraverso le sue dichiarazioni il suo modus operandi. È stato infatti proprio lui nella scorsa annata a rivelare di aver avuto un confronto acceso con Ilicic, quell'Ilicic che invece ha voluto tirare fuori dall'ultimo dissidio con il Papu. Queste le parole dell'epoca del tecnico: "Ilicic è un grande campione che a volte dimentica ciò che serve per esserlo. Se lo vuole, lo è. Ci siamo scontrati, un litigio. Quando è tornato dalla Nazionale ha fatto l’incazzato, io pure. Ma sotto i miei modi burberi c’è affetto”. Insomma con il Gasp, testa bassa e pedalare sempre, con la sensazione di non essere mai arrivati.