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Come è possibile che il Qatar sia proprietario e sponsor del PSG sotto gli occhi dell’UEFA

La Liga attacca i “club di stato” e il PSG ufficializza lo sponsor Qatar Airways. Cosa dicono le regole UEFA sugli sponsor legati alle proprietà dei club.
A cura di Benedetto Giardina
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Qatar Airways è il nuovo sponsor di maglia del PSG
Qatar Airways è il nuovo sponsor di maglia del PSG

Il Paris Saint-Germain presenta la maglia per la nuova stagione e lo fa con un nuovo sponsor: Qatar Airways. Se stessa, in pratica, o meglio, la sua proprietà in prima persona. Questo proprio nei giorni in cui la Liga spagnola, per bocca del presidente Javier Tebas, tuona contro i cosiddetti "club di stato" e dalle pagine dell'Équipe si viene a sapere di una nuova indagine su possibili violazioni dei regolamenti sul fair play finanziario da parte del club parigino. Il contratto con la compagnia di bandiera del Qatar, in questo quadro, come si incastra? Come le altre sponsorizzazioni avute negli ultimi anni, perché gli accordi con le parti correlate non sono vietati, basta che rispettino il fair value. Lo stesso vale con i nuovi regolamenti sulla sostenibilità finanziaria, per evitare che tali contratti possano portare ad introiti gonfiati rispetto al loro reale valore. Ma come si calcola il fair value?

Cos'è il fair value richiesto dalla Uefa

Per fair value, riprendendo il testo del nuovo regolamento Uefa, «si intende il prezzo che sarebbe stato ottenuto per vendere un asset o che sarebbe stato pagato per il trasferimento di una passività in una transazione ordinaria tra operatori di mercato o tra parti consenzienti in un'operazione di libera concorrenza alla data della transazione». In sostanza: anche se l'accordo lo fai con te stesso, devi sottostare alle leggi del mercato. E chi lo valuta, questo fair value? Un perito indipendente, che può essere scelto dal club su approvazione della Uefa, ovviamente senza che vi siano conflitti di interesse. A quel punto, se il Club Financial Control Body della Uefa ritiene adeguato il fair value assegnato agli accordi con le parti correlate, quel valore viene preso come riferimento per valutare se un club sia o meno in linea con i paletti imposti dai regolamenti.

Mbappé in posa con la nuova maglia del PSG
Mbappé in posa con la nuova maglia del PSG

Nulla di nuovo, in quel di Parigi. Già in passato le sponsorizzazioni del club presieduto da Nasser Al-Khelaifi avevano attirato le attenzioni della Uefa, che nel 2014 ha di fatto dimezzato il valore dell'accordo con il Qatar Tourism Authority (da 200 a 100 milioni di euro), con un conseguente aumento del deficit per la stagione 2013/14 ad oltre 100 milioni di euro e quindi una violazione dei regolamenti sul fair play finanziario. Parte delle sanzioni imposte al Psg sono state successivamente revocate dalla Uefa, che nel 2018 ha aperto una nuova indagine, a seguito dell'acquisto di Neymar e Mbappé. Un anno prima del doppio colpo di mercato, i parigini hanno rinnovato la partnership con l'ente turistico del Qatar, immediatamente finita sotto la lente del Club Financial Control Body. Tutti i contratti con le parti correlate sono stati ridotti ad un valore di 58 milioni.

Cosa ha fatto il Psg dopo gli accordi col Qatar

Nel 2019, terminato l'accordo col Qatar Tourism Authority, il Paris Saint-Germain decide di cambiare rotta. Tutti gli sponsor qatarioti sono stati relegati ad un ruolo di secondo piano, almeno sulla carta. Perché sulla maglia, oltre a Nike e Air Jordan come kit supplier (80 milioni annui dal primo, 67 milioni annui dal secondo), spunta un nuovo partner: AccorHotels, con il marchio ALL. Basta però spulciare l'elenco degli azionisti di Accor per rendersi conto che la presenza del Qatar negli accordi di sponsorizzazione col Psg è ancora forte: il Qatar Investment Authority, ovvero il fondo sovrano che controlla il club parigino, possiede l'11,3% della catena alberghiera ed è il secondo principale azionista alle spalle della compagnia di stato cinese Jinjiang International (13%). Il contratto da 65 milioni annui non è mai finito sotto la lente della Uefa.

Nasser Al Khelaifi, numero uno del PSG
Nasser Al Khelaifi, numero uno del PSG

Dal 2020, poi, si inizia ad aprire la strada verso una sponsorizzazione di Qatar Airways, che in quell'anno diventa premium partner e official airline del club. L'operatore telefonico Ooredoo è rimasto tra gli sponsor del Psg, con tanto di accordo per i naming rights del centro di allenamento. In più, tra i premium partner, c'è sempre l'emittente beIN Sports, di proprietà dello Stato del Qatar e il cui presidente è Nasser Al-Khelaifi, lo stesso presidente del Paris Saint-Germain. Tutte parti correlate, ma che rientrano nel quadro del fair value previsto dalla Uefa.

Qatar Airways-PSG, un nuovo schiaffo alla Liga?

Non la pensa così Javier Tebas, presidente della Liga, che ha presentato un esposto alla Uefa contro il Paris Saint-Germain (e non solo), accusandolo di aver violato le norme sul fair play finanziario a seguito del rinnovo del contratto di Mbappé. Il club parigino, stando a quanto riportato dall'Équipe, ha dovuto fornire informazioni all'organismo di vigilanza della Uefa (ICFC). Questo pochi giorni dopo le dichiarazioni del principale esponente dei club spagnoli, pronto a puntare il dito sui cosiddetti "club di stato" (anche se per la Corte di Giustizia dell'UE, sono quattro società spagnole ad aver ricevuto aiuti di stato veri e propri…). Nel caso del Psg, lo stato in questione è il Qatar. E dalla prossima stagione, il Qatar sarà sulle maglie di Mbappé e soci con la propria compagnia di bandiera. Finché l'accordo rispetta il fair value, per la Uefa va tutto bene.

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