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Come è finita tra Andrea Pirlo e il Milan dopo 10 anni scintillanti e vincenti

Andrea Pirlo affronterà per la prima volta il Milan da allenatore dopo averlo già incontrato da calciatore, sempre con la maglia della Juventus. La separazione tra i rossoneri e l’attuale tecnico della Vecchia Signora non fu affatto difficoltosa ma l’ex centrocampista nella sua biografia ha raccontato così il suo addio al Diavolo: “Mi dissero che non potevo più giocare regista e che anche con me in tribuna vinsero lo Scudetto”. Singolare il ricordo del regalo di Adriano Galliani e di Max Allegri, che poi ritrovò in bianconero.
A cura di Vito Lamorte
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Andrea Pirlo ha già incontrato da avversario il Milan da calciatore ma la sera di mercoledì 6 gennaio 2021 affronterà la sua ex squadra, per il big match della Serie A 2020/2021, da allenatore della Juventus. La separazione del centrocampista bresciano dai rossoneri non fu traumatica ma fece molto discutere sia al momento che negli anni successivi, quando Pirlo diventò il faro della mediana della "Juve cannibale" in Italia. La sua ultima stagione a Milano fu quella dello scudetto, ovvero l'annata 2010/2011, e dopo due fastidiosi infortuni; Massimiliano Allegri decise che Pirlo avrebbe dovuto cambiare ruolo mentre la società gli propose un contratto annuale perché aveva già 32 anni e la politica del club era cambiata da qualche anno sugli over 30.

L'allora numero 21 non accettò le proposte del Diavolo e andò via a zero a fine contratto, accasandosi a Torino. Un anno dopo l'addio al Milan Andrea Pirlo festeggiava lo scudetto con la Juventus, vinto proprio a discapito dei rossoneri, e in un'intervista a La Gazzetta dello Sport ha detto che si è sentito sottovalutato e scaricato dal club meneghino.

Le cose sono andate così. Quando abbiamo parlato del mio contratto, mi hanno proposto il rinnovo per un anno. Io chiedevo un triennale perché ero più giovane degli altri giocatori in scadenza. Ma il vero motivo del mio trasferimento è stato un altro: Allegri voleva piazzare davanti alla difesa Ambrosini o Van Bommel e io avrei dovuto cambiare ruolo. Allora ho detto ‘no, grazie' e ho scelto la Juve, che mi offriva motivazioni importanti. Ci tengo a dire che non è stata una questione economica.

Nella sua biografia ‘Penso, dunque gioco, scritta con la collaborazione di Alessandro Alciato, Pirlo ha raccontato così quei momenti: "Ci siamo lasciati senza rimorso. In mezz'ora, arrotondando per eccesso, ero fuori da lì. Quando si ama serve tempo, quando il sentimento muore può aiutare una scusa. ‘Andrea, il nostro allenatore Allegri pensa che se resti non potrai più giocare davanti alla difesa. Per te avrebbe pensato a un altro ruolo: sempre a centrocampo, ma sulla parte sinistra'. Piccolo particolare: davanti alla difesa pensavo di poter dare ancora il meglio di me". 

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L'attuale allenatore della Vecchia Signora ha parlato anche del regalo che gli fece il Milan quando decisero di separarsi, una penna: "‘E mi raccomando, non usarla per firmare il nuovo contratto con la Juventus'. Almeno Adriano Galliani aveva azzeccato la battuta. Come regalo d'addio mi sarei aspettato qualcosina di più di quel tempo comico perfetto. […] Dieci anni di Milan andati così. Comunque, ho sorriso. Perché io so ridere, tanto e bene. ‘E grazie di tutto, Andrea'. […]".

A distanza di diversi anni anche Adriano Galliani, nel corso di un'intervista al Corriere dello Sport, ha ammesso l’errore di lasciar andare via Pirlo dal Milan: "Confermo che fu un errore. Fu un errore in compartecipazione con altri. Non mi chieda chi… Sono passati nove anni, di certe cose non ho memoria (ride, ndr)". Il fato ha voluto che Pirlo ritrovasse Allegri anche a Torino ma il tecnico livornese non ha mai più provato a spostarlo dalla zona centrale del campo e proprio su questo ricongiungimento l'ex centrocampista disse: "Quando arrivò alla Juve mi telefonò per avvertirmi. Abbiamo messo una pietra sopra al passato, se non si fa così non si va da nessuna parte".

Da quando è diventato il tecnico della Juventus, in più di qualche occasione il passato di Andrea Pirlo con la maglia del Milan è finito in secondo piano rispetto all'ultima esperienza in maglia bianconera ma con la squadra rossonera, di cui è stato uno dei perni intoccabili per dieci anni (284 presenze e 32 gol), ha vinto due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, due UEFA Champions League, due Supercoppe UEFA e una Coppa del mondo per club FIFA.

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