Come arriva il Napoli alla sfida di Champions con il Barcellona
Il Napoli si impone in rimonta per 2-1 sul Brescia e archivia quasi definitivamente lo sterminato periodo nero degli azzurri. Continuità, parola sconosciuta in questa stagione, sembra ora il minimo comune denominatore di una compagine, quella partenopea, che ha vinto sei delle ultime sette sfide in calendario fra campionato e coppa. Dimostrando, anche stasera, evidenti passi in avanti, upgrade per tentare di raddrizzare un’annata storta. E che nelle prossime settimane vivrà il suo culmine. Prima il Barcellona in casa, per l’andata degli ottavi di finale di Champions League, poi il ritorno della semifinale di Coppa Italia, sempre al ‘San Paolo’, contro l’Inter. La stringente attualità però è tutta per la sfida ai blaugrana che, oltre a valere una stagione, pare essere il vero test, l’autentico banco di prova per conoscere l’attuale stato – mentale e tecnico – della squadra. Ecco, dunque, al termine della sfida del ‘Rigamonti’ come arrivano i campani al big match col Barça di Messi.
Un Fabian Ruiz (finalmente) in formato Champions per sfidare il Barcellona
Il primo tempo dello spagnolo non sembra far presagire a nulla di eccezionale. Diligente tatticamente, pulito in impostazione salvo poi sporcare il foglio con errori banali e tutt'altro che compatibili col suo talento. Ma come la squadra, sale di colpi nella ripresa. E si trasforma anticipando di qualche ora, quello che potrebbe essere contro il Barcellona. Intanto, per risolvere la partita col Brescia serve uno spagnolo, prima della spagnola, anzi, della catalana. Gol a giro, di rara bellezza ed efficacia, e scacciati in un colpo solo le incertezze e gli svarioni della prima parte della serata. Gol che vale 3 punti, serve all'autostima – personale e di squadra – e che lo lancia come uno dei possibili uomini in più, delle probabili schegge impazzite capaci di fare male ai blaugrana e rivelarsi decisive. Fabian c'è, è già in formato Champions League e attende solo Messi.
La partita del ‘Rigamonti’: un primo tempo da “Chancellor”
La partita degli azzurri nella prima parte della gara è al di sotto delle aspettative. Malgrado un primo quarto d’ora incoraggiante gli uomini di Gattuso si smarriscono davanti ad un muro, quello eretto dal Brescia, privo di varchi e vieppiù granitico. Merito della compagine di Diego Lopez certo ma anche di un Napoli che palleggia lentamente, lo fa per vie orizzontali senza innescare l’attacco, smart per l’occasione.
Mancano i guizzi davanti, mancano gli uomini addetti a creare la superiorità numerica ed anche gli inserimenti senza palla delle mezzeali. I padroni di casa difendono e si limitano a contenere. Salvo poi passare in vantaggio sugli sviluppi di un corner con gol di Chancellor. Per un primo tempo con un solo sussulto, la traversa in avvio di Mertens, e tante, troppe difficoltà. Specie in vista del big match col Barça.
Avvio di ripresa sprint, con l’atteggiamento giusto
La ripresa, prima ancora l’intervallo, è un eccellente elisir per il Napoli che in poco tempo, una manciata di minuti, cambia pelle. E veste i panni migliori. Magari, quelli che esibirà anche in Champions. Di sicuro il rigore in avvio, per fallo di mano di Mateju aiuta, ma i campani si impongono e, d’un tratto, diventano più verticali: pericolosi. E poi, dopo il pari su penalty di Insigne, la compagine di Ringhio mostra anche un bel po’ di qualità. Nello specifico, quella di Fabian Ruiz che dal limite dell’area, trova uno di quegli interstizi del tutto assenti nella prima porzione di match disegnando un imprendibile tiro a giro mancino che batte Joronen.
Gestione nel finale non eccellente, il Brescia ci crede fino alla fine
L’uno-due non agevola la gestione del Napoli che anzi si abbassa, cede alla distanza e si rintana dentro la sua metà campo. Il pensiero iberico condiziona le gambe e la testa ma anche i cambi di Gattuso. Escono Mertens ed Elmas, si tiene a riposo Callejon, ed entrano Milik e Zielinski. Staffette, minutaggi studiati a tavolino ma, forse, poco funzionali all’attualità della gara. Il Brescia ci crede e ci prova. Fino allo scadere, tenendo in apprensione una squadra di certo superiore nei valori e pressoché irresistibile in avvio di ripresa.
Le indicazioni per il Barcellona: occhio ai calci piazzati, bene la reazione azzurra
Salvo Callejon e Zielinski gioca la formazione migliore, e con un Ringhio che baratterebbe la qualificazione ai quarti di finale contro il Barcellona con un piazzamento europeo in campionato, non potrebbe essere altrimenti. Ma l’atteggiamento, il linguaggio del corpo del primo tempo, non è quello dei migliori. Si pensa al Barça? Forse ma intanto le difficoltà in impostazione non sono di certo una buona notizia per Gattuso.
Anche se, col Barcellona, i campani dovrebbero difendere per poi agire di rimessa. Male sui piazzati e sui colpi di testa. Gol di Chancellor a parte i duelli aerei sono spesso un’esclusiva delle Rondinelle che chiudono 16-7 sui rivali di giornata.
Campanello d’allarme che dovrà squillare forte nella testa dei calciatori a fronte dell'alta contraerea catalana. Da rivedere, anche la gestione del vantaggio che poi arriva nel secondo tempo. Le note liete, invece, partono tutte dall'atteggiamento del secondo tempo. Ragazzi volitivi, vogliosi di ribaltare la situazione – e in fretta – ed eseguire meglio il piano partita preparato in settimana. E poi, ci pensano le individualità. Certo non al livello dei blaugrana, ma comunque tali da poter competere con i campioni di Spagna. Insigne su rigore, Fabian Ruiz con un imprendibile tiro a giro dal limite dell’area avversaria. Il Napoli, questo Napoli c'è.