Claudio Ranieri e la favola Leicester: così è finita una delle storie più belle del calcio moderno
Claudio Ranieri ha scritto una delle pagine più belle della storia del calcio sulla panchina del Leicester. L'esperto manager romano ha vinto nella stagione 2015/2016 la Premier League con le Foxes mettendosi alle spalle tutte le big del calcio inglese in quella che è stata definita anche "la più grande impresa sportiva di sempre". Nell'annata successiva però è successo l'impensabile, con il manager che è stato licenziato. Una scelta quella della dirigenza del Leicester che ha letteralmente indignato il panorama calcistico internazionale, su cui hanno influito oltre che i risultati non troppo brillanti anche il "tradimento" di 4 giocatori che hanno convinto il compianto presidente Vichai Srivaddhanaprabha.
Claudio Ranieri il retroscena sull'esonero dopo il trionfo con il Leicester
Non c'è riconoscenza nel mondo del calcio. È quello che in tantissimi hanno pensato alla notizia dell'esonero di Claudio Ranieri da parte del Leicester. Quel Leicester che solo pochi prima aveva trascinato a sorpresa sul tetto d'Inghilterra con un'eccezionale e trionfale cavalcata. Chi pensava che l'allenatore capitolino si fosse guadagnato la stima eterna delle Foxes e la possibilità di una lunga permanenza rimase deluso dal benservito arrivato dopo cinque sconfitte in campionato, e con la squadra al 17° posto in campionato. Una scelta sofferta quella dell'ex patron Vichai Srivaddhanaprabha (morto poi nell'incidente in elicottero del 2018) legata più che ai risultati alla presa di posizione di alcuni giocatori che chiesero a più riprese l'esonero di Claudio Ranieri.
Quali giocatori del Leicester chiesero l'esonero di Ranieri alla dirigenza del Leicester
Secondo quanto riportato dai tabloid inglesi il bomber Jamie Vardy, Kasper Schmeichel, Wes Morgan e Marc Albrighton avrebbero voltato le spalle a Claudio Ranieri dopo l'exploit della stagione precedente. I motivi? Le scelte tattiche dell'allenatore, i cambi nelle metodologie di allenamento e anche lo stravolgimento nel menù post-partita con gli hamburger sostituiti dalla pasta. I 4 hanno lanciato anche dei tutt'altro che velati messaggi in pubblico. Vardy in una conferenza stampa al fianco di Ranieri sottolineò la necessità di tutti, compreso l'allenatore e lo staff tecnico, di dare di più, un pensiero poi ribadito anche in un'altra intervista da Schmeichel "Ogni singolo membro di questo club deve dare di più perché dobbiamo uscire dalla situazione in cui ci troviamo in Premier League". Ecco allora che i 4 dissidenti incontrarono a tal proposito diverse volte la dirigenza per convincere Vichai Srivaddhanaprabha a rimuovere dal suo incarico Ranieri, che dopo l'addio ha ricevuto il saluto social solo di Schmeichel.
Quando Ranieri disse "Il mio sogno è morto"
Le prime parole di Ranieri dopo l'esonero dal Leicester, ai microfoni dell'Associated Press non nascosero la delusione per un sogno finito, nove mesi dopo la vittoria della Premier League: "Il mio sogno è morto. Dopo l'euforia della scorsa stagione, per essere stato incoronato campione della Premier League, tutto quello che sognavo era restare al Leicester City, il club che amo e amerò per sempre. Nessuno potrà mai toglierci quello che abbiamo raggiunto insieme, e spero che i tifosi lo pensino e sorridano sempre per questo. È stato un periodo di meraviglia e felicità che non dimenticherò mai. È stato un piacere e un onore essere un campione con tutti voi".
Ranieri non ha mai creduto al tradimento dei suoi giocatori
Claudio Ranieri dal canto suo ha confermato molti mesi dopo di aver avuto qualche problema all'interno dello spogliatoio. Dinamiche considerate normali dal mister che non ha mai creduto al fatto che i suoi giocatori abbiano spinto per il suo esonero: "Non credo alle voci sui giocatori che hanno parlato con i proprietari del Leicester per il mio licenziamento. Non posso credere che i giocatori mi abbiano fatto fuori. Sapevo che l'anno dopo aver vinto il titolo sarebbe stato diverso. I giocatori hanno dovuto resettare le loro menti: questa non era una squadra abituata a combattere al vertice. Eravamo una piccola squadra. Abbiamo dovuto mantenere la calma. I giocatori hanno avuto modo di sperimentare qualcosa di completamente diverso. In pre-campionato hanno giocato contro grandi squadre, sono andati in tutto il mondo. Forse c'era qualcuno dietro di me. Ho avuto un piccolo problema l'anno prima e abbiamo vinto il titolo. Forse qualcuna di queste persone ha spinto un po ‘di più. Di chi si tratta? Sono un uomo serio, un uomo leale. Quello che ho da dire, lo dico faccia a faccia".